Dov’è la Quaresima?
Sembra
che molti cristiani non si rendano conto di quanto rapidamente stia avanzando la
“scristianizzazione”.
E’ un po’
come le frane o le valanghe viste recentemente alla TV: quando uno se ne accorge
non fa più in tempo a salvarsi.
Proprio
grazie alla televisione, che è sempre di più il nostro privilegiato
interlocutore, entrano nelle svagate
coscienze concetti azzardati ed abitudini nuove che sono ben lontane da quella
morale di cui, tuttavia, si continua a lamentare l’assenza.
L’immagine
della “vacanza” prevale e sostituisce lentamente la “festa religiosa”. I centri
commerciali diventano i nuovi templi, punto focale di aggregazione dove, tra
mille tentazioni, si celebra la liturgia dell’acquisto.
Ci sono
ancora in giro panettoni e torroni e già gli scaffali si riempiono, in anticipo
– dopo il breve intervallo dei cioccolatini di San Valentino – di colombe
e di uova di cioccolata.
L’uovo, che
un tempo aveva un suo significato pasquale, simbolico di novità e di rinascita
ed era sempre associato alla gioia della risurrezione di Cristo, oggi, con il
suo arrivo anticipato, cade d’importanza e diventa solo uno dei tanti, troppi
prodotti commerciali imposti col consueto martellamento pubblicitario.
Chi ha
voglia di una sosta per indagare sul senso della vita, sul perché della nostra
esistenza, sullo scopo che può esserci nel vivere in un tempo ed in un luogo
determinato, accanto a tanti altri esseri simili a noi?
Chi prova il
desiderio di guardarsi dentro per capire cosa c’è che non va, cosa abbiamo
perduto strada facendo, in cosa sappiamo ancora sperare?
uno spazio
da dedicare alla riflessione e ad una preghiera più profonda, più intima,
chiudendo la porta alla distrazione e all’apparenza;
uno spazio
in cui digiunare, ossia abbandonare tante cose superficiali ed inutili per la
crescita della nostra anima;
uno spazio
in cui coltivare l’arte del dono spontaneo e segreto che possa alleviare
qualcuna delle tante difficoltà del nostro “prossimo”.
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, marzo 2010