Vicchio e il no al crocifisso
Bella figura….
Ogni
tanto
Ecco allora le telecamere di Rai1 in piazza a Vicchio,
ecco i tanti giornali che ne hanno parlato. Non ci è parsa una bella figura…
Per nessuno.
Non lo è stato per il paese di Vicchio. Non lo è stato,
suo malgrado neppure per il sindaco Roberto Izzo, che si è trovato a votare
contro a metà della sua maggioranza, finendo tra gli sconfitti. Non lo è stato
neppure per i presentatori, il gruppo Sinistre per Vicchio, che hanno
manifestato argomentazioni e usato toni di altri tempi, arrivando a ricordare
polemicamente al parroco, che siamo in democrazia e non in teocrazia!! Grande
scoperta…
E’ stato un pessimo scivolone anche per il gruppo PD,
spaccato in due su una questione che non dovrebbe essere fonte di divisione.
Figuraccia ha fatto anche l’opposizione a destra: i due
consiglieri del Pdl erano entrambi assenti (“per ragioni di partito”, si sono
giustificati, ma va…), salvo chiedere poi le dimissioni del sindaco…
A noi invece è piaciuto il parroco
che non ha taciuto: ha letto l’episodio non con i canoni della politica e degli
schieramenti, ma l’ha definita per quello che è: un tassello di una posizione
anticattolica, che, diciamo noi, ormai si sostanzia in tante scelte quotidiane,
della politica e non solo. Da una parte un Pd che arriva a candidare
Ma va riconosciuto anche che questo “anticlericalismo”,
questa indifferenza o ostilità nei confronti della presenza cristiana permea in
profondità anche la società mugellana. In questo Vicchio è un paese per certi
aspetti “simbolo”: da anni, salvo eccezione, già si sono censurati i riferimenti
religiosi al Natale nelle scuole, si discute sul tema del Crocifisso, ma è
discussione anomala e superflua visto che a Vicchio, in tanti luoghi pubblici,
scuole comprese, non c’è più da anni. E la partecipazione alla vita
parrocchiale, dalla Messa alle varie attività, è ormai appannaggio di una
piccola minoranza.
Il tema della laicità è ormai utilizzato come grimaldello ideologico di un relativismo totalitario che mira a cancellare anche dalle nostre comunità locali ogni traccia di umanesimo cristiano, altro che libertà di scelta! Dispiace che tanti amici credenti si prestino, consapevoli o no, a questo gioco.
IL DOCUMENTO
Sei pagine, presentate dal gruppo “Sinistre per Vicchio”, dove si sottolinea fra l’altro la storia dell’obbligo di esporre il crocifisso nelle aule, a partire dal Regio Decreto del 1860, si citano ampie parti della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo –che chiede di togliere il Crocifisso dalle scuole italiane-, e del ricorso presentato dal Governo, per concludere che si “esprime la propria adesione ai principi di laicità espressi dalla sentenza” e “la contrarietà alle motivazioni con le quali il Governo Italiano si oppone a detta sentenza”.
LA VOTAZIONE
Hanno votato a favore, oltre i tre consiglieri di Sinistre
per
LE POLEMICHE
Tutti i giornali parlano di Vicchio e
del suo no al Crocifisso, in piazza arrivano le telecamere di Rai1 per “La vita
in diretta” (e uno dei consiglieri vicchiesi di “Sinistre per Vicchio”,
promotori del documento scrive anche al sito dell’UAAR – l’Unione Atei e
Agnostici Razionalisti per informare della presenza della troupe televisiva di
Rai 1). A proposito di UAAR molti si complimentano con Vicchio, ed esultano per
mi pare ke abbiano fatto una mozione insieme al pdl per il mantenimento del
feticcio in classe.
roba da far rivoltare lo stomaco…”
IL PARROCO
“Non nascondo il dispiacere per la vicenda che ha coinvolto
il paese di Vicchio per la scelta del suo consiglio comunale di adesione alla
sentenza di Strasburgo relativa alla presenza dei crocifissi nelle aule
scolastiche”, scrive don
Lo dice lo stesso parroco, e lo pensano in molti: “si è
trattato di un’azione fortemente demagogica e strumentale” con l’obiettivo, tra
l’altro, di “mortificare l’impegno, l’onestà, la dedizione morale e materiale
del primo cittadino, Roberto Izzo, conosciuto per il suo impegno cristiano”.
Un’iniziativa politica, quella del documento anti-Crocifisso, per mettere in
difficoltà il sindaco. Izzo infatti ha vinto le primarie, è il primo sindaco non
comunista di Vicchio, è cattolico, e ampi settori della sinistra, anche nel PD,
la cosa non l’hanno digerita.
ANCORA POLEMICHE
“Sinistre per Vicchio” scrive al parroco una lettera molto
puntuta: gli ricordano che non “siamo in teocrazia”, gli si concede di poter
“legittimamente parlare ma solo in proprio nome e non pensando di rappresentare
il volere degli 8234 abitanti di Vicchio, dicendogli anche che “l’agenda del
consiglio comunale non può essere dettata da nessun altro, tantomeno dal
rappresentante di una confessione religiosa”.
Il parroco replica: parla di “una settimana pesante che ha
esposto il nostro paese di fronte a tutta Italia per una sorta di processo al
crocifisso” e sostiene che “io come tanti altri sacerdoti rappresentiamo la
gente e una larga fetta di tutte quelle realtà sociali sparse nel territorio.
L’essermi fatto interprete di un disagio (da qualcuno generato) non costituisce
nessuna colpa, anzi è per me motivo di vanto: fa parte del mio ruolo religioso e
civile”.
Anche il gruppo consiliare centrosinistra interviene:
“Nessuna mancanza di rispetto al simbolo e al suo significato. Anzi il
contrario: si contesta l’approccio minimalista del governo che tende a
considerare il crocifisso un semplice ed innocuo arredo”; e si sottolinea che
“il testo approvato non ha nessun rilievo sull’amministrazione locale e non
determina alcuna campagna per togliere i crocifissi dalle scuole di Vicchio”. E
il capogruppo Lazzerini spiega la propria astensione: “Non l’ho fatto né per
mediazione né per incertezza: l’ho fatto per convinzione come uomo e come
cristiano”. E attacca anche lui l’approccio minimalista del Governo italiano.
Aggiungendo però di non condividere “neppure l’ansia laicista di togliere i
crocifissi dai muri, quasi fossero ideologicamente ingombranti”.
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, marzo 2010