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ATTUALITA'

IMPORTANTE DECISIONE
DEL COMUNE DI BORGO SAN LORENZO

Niente ICI
per le attività sociali

Il centro di Borgo San LorenzoA Borgo San Lorenzo era un rischio reale (e non solo a Borgo San Lorenzo). Il rischio che, per la formulazione restrittiva del regolamento dell’ICI, improvvisamente parrocchie e altri enti senza scopo di lucro, che avevano concesso in uso gratuito i loro locali per benemerite attività sociali, si trovassero a dover pagare ogni anno migliaia e migliaia di euro di ICI al comune. E non era un rischio teorico: l’ufficio comunale tributi aveva avviato accertamenti e richiesto di pagare cifre di 5-7-8 mila euro alla parrocchia di San Giovanni Maggiore, a quella di Piazzano, a quella di Ronta. La ragione? Perché secondo il regolamento aver concesso in uso ad altre associazioni i locali non consentiva esenzioni. Col paradosso che il parroco di San Giovanni Don Ferrantini, avrebbe dovuto pagare migliaia di euro per aver alloggiato nei locali attigui alla chiesa “Il Grappolo” che offre importanti servizi ai disabili. E le parrocchie dotate di un “circolino”, luogo importante di aggregazione, specie nelle frazioni, o di un teatrino, magari concesso in uso all’MCL, pure avrebbero dovuto pagare.

Ma alla fine la cosa si è risolta per il meglio. Un consigliere dell’opposizione, Giacomo Bagni della Lista Civica “Per Borgo” informato del problema si è messo all’opera. Ha visto cosa facevano altri comuni, notando ad esempio che in vari enti locali, come quello di Firenze, la norma era diversa. Se infatti a Borgo, e in altri comuni, si dispone che “l’esenzione per gli immobili utilizzati da enti non commerciali, compete esclusivamente a condizione che gli stessi oltre che utilizzati siano anche posseduti dall’ente stesso”, ovvero non paghi l’ICI solo se l’ente non commerciale lo utilizza direttamente, e di conseguenza rendendo soggetti al pagamento gli enti proprietari qualora concedano, anche a titolo gratuito, i locali a soggetti terzi, a Firenze, per fare un esempio, si prevede l’esenzione anche se l’immobile è utilizzato indirettamente per gli scopi istituzionali “tramite concessione in uso gratuito in favore di enti e associazione che per statuto, a loro volta esercitino attività senza scopo di lucro”.

Così Bagni ha presentato una proposta di modifica al regolamento ICI e soprattutto ha costruito un’efficace rete di consensi, parlando con il sindaco, con tutti i capigruppo, con i tecnici e con l’assessore competente. E alla fine si è raggiunto il risultato atteso, tanto che l’atto proposto da Bagni ha riscosso l’unanimità dei voti.

Bagni è soddisfatto: “La vecchia formulazione, ancorché legittima, rischiava però davvero di penalizzare importanti attività sociali e di volontariato che da tempo operano a Borgo San Lorenzo, con ricadute negative per l’intera collettività. Sarebbe stato assurdo tartassare realtà che mettono a disposizione gratuitamente i loro locali per aggregare i giovani, aiutare i disabili, accogliere gli immigrati, dare servizi a persone e famiglie. Devo dire che alla fine la questione si è risolta grazie al buon senso e alla disponibilità di tutti. Abbiamo studiato bene l’argomento e trovata una soluzione garantista nel rispetto della legge e credo che abbiamo tutti reso un buon servizio al paese”.

E il consigliere di “Per Borgo” ha ben ragione ad essere soddisfatto: non solo perché è rarissimo –forse a Borgo un caso unico- che un atto amministrativo proposto dall’opposizione, venga alla fine approvato, ma soprattutto perché la modifica ora introdotta leva un sacco di castagne dal fuoco. Avrebbero infatti dovuto pagare l’ICI tante realtà borghigiane: tante parrocchie e Fondazioni,  per i loro circoli e servizi dati gratuitamente in gestione ad associazioni –Centro Giovanile compreso-, l’Istituto degli Innocenti per il Villaggio La Brocchi, anch’esso in gestione a un’associazione, la Misericordia per i locali al Punto Famiglia.

Ora l’auspicio è che anche altri comuni controllino ed eventualmente modifichino il loro regolamento ICI nel senso e sull’esempio indicato da Borgo San Lorenzo: perché le attività sociali, il volontariato, la gratuità, vanno aiutate e sostenute, non certo tassate.

 

© il filo, Idee e notizie dal Mugello, giugno 2011

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