Leggo sempre con molto piacere le notizie riguardanti il lago di Bilancino, per i benefici che si ricavano dal suo attuale uso e di quelli che s’attendono in prospettiva. Così è stato anche per gli interessanti servizi pubblicati da “La Nazione” sull’apertura della stagione turistico-sportiva.
Tuttavia, per amor di verità, devo rilevare che nell’elenco dei soggetti che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera, riportato in quei servizi, manca il soggetto più importante, cioè il Consorzio per le risorse idriche, conosciuto a suo tempo come Schema 23.
Comprendo le difficoltà di richiamare un ente passato attraverso la doppia bufera di una vicenda giudiziaria e di uno scioglimento traumatico. Comprendo altresì come il sottoscritto sia la persona meno adatta per farlo, stante la posizione testimoniale cui fu chiamato in quella vicenda, il ruolo d’opposizione svolto nel Consorzio e infine perché uscitone assai prima della ricordata bufera.
Peraltro all’epoca fu proprio quel Consorzio a sostenere la realizzazione dell’opera contro tutto e contro tutti, addirittura nell’indifferenza dei comuni consorziati e talvolta nella strisciante ostilità di taluni d’essi. Fu proprio quel Consorzio a superare i contrasti politici che vi s’opponevano, a promuovere la progettazione esecutiva, l’appalto e la guida della maggior parte dei lavori poi proseguita, al riparo da ogni sorta di conflitti, da politici, funzionari e commissari succeduti al suo scioglimento.
Il silenzio che ha adombrato questa realtà può essere attribuito a involontaria dimenticanza, mancata conoscenza, oppure alla volontà di rimuovere una scomoda memoria.
In ogni caso credo di dover sottolineare che la stagione turistico-sportiva e balneare di Bilancino, seppure molto importante per il Mugello e per Barberino, non può né dovrebbe subordinare le funzioni primarie per le quali l’opera fu concepita: il ravvenamento della Sieve e dell’Arno finalizzato al contenimento dei tassi d’inquinamento, l’esigenza idrica dell’area attraversata, il rifornimento dell’Anconella al servizio dell’area fiorentina e pratese attraverso la rete di distribuzione che fu pittorescamente battezzata “l’autostrada delle acque”.
Concludo, al fine di non lasciar disperdere il patrimonio documentale inerente la realizzazione dell’invaso di Bilancino, proponendo al Comune di Barberino, alla società Bilancino spa e alla Comunità Montana del Mugello, la realizzazione di un museo del lago.
In tale sede, raccogliendo progetti, plastici, disegni, fotografie, convenzioni, atti amministrativi e via dicendo, potrebbe essere documentata l’origine e lo sviluppo dell’opera. Un museo del genere, inserito nella struttura museale mugellana mi sembrerebbe un suo degno completamento, attraverso l’illustrazione di una grande opera contemporanea.
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, settembre 2002