Biomasse, Petrona. Il Comitato: “Dopo il no al riesame in autotutela, ricorreremo alla giustizia amministrativa”
In seguito al rigetto da parte della Città Metropolitana della richiesta di riesame dell’autorizzazione in autotutela presentata dal Comitato Contro la Centrale a Biomasse di Petrona (articolo qui), lo stesso ha diramato la seguente nota, che pubblichiamo integralmente
La politica ha deciso. La richiesta di riesame in autotutela contro la centrale a biomassa è stata rigettata. La Città Metropolitana non ha riconosciuto le violazioni di legge che abbiamo contestato. La Giunta Comunale di Scarperia, che era stata interpellata per la non conformità al piano urbanistico, ha negato l’evidenza. I sindaci del Mugello hanno fatto quadrato e nessuno ha dato un sostegno alla nostra istanza. Al momento si va avanti, anche se la popolazione è contraria, anche se la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) richiesta da 7553 persone non è mai stata fatta e anche se in recenti sentenze il TAR della Toscana ha stabilito che la VIA è obbligatoria anche per centrali di questo tipo. Siamo amareggiati e delusi, ma non arresi. Andremo avanti nonostante i nostri amministratori e faremo ricorso al TAR.
Consentiteci solo di congedarci con un ultimo messaggio da questo tipo di politici e politica.
Politica vuol dire confronto, dibattito, dialogo, capacità di schierarsi ed esporsi, coraggio di prendere decisioni e di dire la propria opinione. Intorno alla questione “centrale di Petrona”, invece, tutto si è avuto all’infuori di buona politica.
Fin dall’inizio la Giunta Comunale di Scarperia ha mostrato il suo atteggiamento. Non ha informato i cittadini sul progetto fino al decorso dei termini e così non è stato possibile impugnare l’autorizzazione e Il diritto di dissentire è stato sottratto. Sappiamo invece che, se avessimo potuto fare ricorso al TAR, con molta probabilità le cose sarebbero state differenti. E’ già successo in casi analoghi. A Monticiano, un progetto gemello di Petrona, promosso sempre da Renovo, ha visto il ritiro dell’autorizzazione da parte del TAR della Toscana per mancanza di VIA. Lì è stato possibile fare ricorso per tempo, lì il Comune di Chiusdino si è mosso contro quello di Monticiano. Lì i politici hanno fatto la differenza, qui hanno fatto gli indifferenti.
Il Sindaco Ignesti non ha rilasciato NEMMENO UN COMUNICATO stampa dopo la consegna del plico con le 7553 firme della petizione contro la centrale. Abbiamo ricevuto un numero di protocollo e siamo stati archiviati, come numeri. Adesso il Sindaco Ignesti afferma che sarebbero stati gli amministratori locali gli UNICI ad aver chiesto la misurazione della qualità dell’aria. Se avesse letto il testo della petizione, si sarebbe accorto che i 7553 cittadini glielo avevano chiesto da tempo. Peccato che, si dimentica di dire che Arpat, alla sua richiesta, ha risposto che non misurerà proprio niente e che lui sarebbe dovuto andare per tempo alle riunioni per la programmazione delle centraline mobili di rilevazione, cosa che chiaramente non ha fatto. Lo abbiamo invitato agli incontri informativi e alla conferenza stampa che abbiamo organizzato, ma non si è mai presentato. Lo abbiamo dovuto rincorrere come plebei mendicanti che chiedono un piccolo sguardo o concessione al potente di turno. Tutto si è svolto a suon di articoli di giornali senza possibilità di replica, solo con sarcasmo e dovute distanze. Gli abbiamo scritto per chiedere un’assemblea pubblica con tanto di posta certificata, ma non ci ha nemmeno degnato di rispondere. Siamo dovuti andare a bussare alla sua porta per ottenere udienza e l’assessore Marco Recati ci ha comunicato che il Sindaco non ha intenzione di organizzare nessuna assemblea pubblica.
Altri amministratori non hanno fatto da meno. Da giugno aspettiamo una risposta dal sindaco della Città Metropolitana Nardella a cui avevamo chiesto un appuntamento per consegnare le firme della petizione e ancora niente, nemmeno due righe. I sig. Sindaci di tutti gli altri comuni del Mugello, è vero, ci hanno incontrato e si sono anche spinti a votare una mozione in sede di Unione Montana dei Comuni per chiedere maggiori garanzie. Ma poi tutto è rimasto sulla carta. Invocando un’ipocrita “correttezza istituzionale”, mai hanno osato esprimere in modo chiaro la loro opinione o azione politica per venire incontro alle richieste di tutela da parte dei cittadini. Era competenza di Scarperia e San Piero. Chissà se l’inquinamento atmosferico e acustico della centrale, le conseguenze sul territorio, sul paesaggio, sulla salute e sulla viabilità seguiranno i confini comunali e distingueranno i cittadini di Scarperia e San Piero, Borgo, Vicchio etc.?! Il Comune di Borgo ha chiesto approfondimenti all’ASL ed il dott. Cordella ha rilasciato una relazione con pareri molto preoccupanti relativi alle implicazioni per la salute. La Giunta di Borgo si è indignata per come la relazione è stata pubblicata sui giornali, per la “fuga di notizie”, ma nemmeno una parola sul contenuto, sul merito della relazione. Assoluto silenzio.
I politici si nascondono dietro i pareri tecnici, quando non sono favorevoli li ignorano, mentre i tecnici esprimono pareri entro gli strettissimi limiti delle loro aree di competenze e dicono che la valutazione del progetto nel suo complesso spetta alla politica. Nel mezzo a questo triste balletto rimangono i cittadini.
Abbiamo scritto di nuovo a tutti i Sindaci del Mugello perché dessero il loro supporto alla richiesta di revoca dell’autorizzazione in autotutela e non abbiamo ricevuto nessuna risposta (con l’eccezione del Sindaco di Vaglia che se ne è tirato fuori). Non siamo degni nemmeno di due righe almeno per buona educazione. E così siamo arrivati ad oggi, alla notizia che la richiesta di riesame in autotutela è stata respinta dalla Città Metropolitana. Fondamentale è stato il ruolo della Giunta Comunale di Scarperia e San Piero che, ancora una volta dietro parere tecnico dell’Ufficio Urbanistico e di un avvocato (pagato da chi?), ha stabilito che non c’è violazione del piano urbanistico anche se: 1) La Provincia ha autorizzato una “centrale termoelettrica a biomasse” in Loc. Petrona 2) Il D.M. 5 settembre 1994 indica che le “centrali termoelettriche” sono industrie insalubri di prima classe. 3) Il Piano Urbanistico art. 96 TUTELA DELLA SALUTE stabilisce che le industrie insalubri di prima classe non possono essere costruite a Petrona. La Giunta ne deduce che tutto è ok, perché il legislatore doveva scrivere anche a “a biomasse” e non solo “centrali termoelettriche” se voleva includerle fra le industrie insalubri di prima classe!!!! Chissà se le centrali “a carbone” o quelle “nucleari” si possono considerare “insalubri”?. E poi provate a portare il vostro bassotto in un posto vietato ai cani dicendo che c’è scritto “vietato ai cani” e “non vietato ai cani bassotti”!!! Siamo davvero giunti al tragico comico.
Il risultato di tutto questo teatrino è che i tantissimi cittadini che hanno protestato contro questo progetto sono rimasti semplicemente soli, umiliati, frustrati, increduli, feriti nelle nostra dignità di cittadini, davanti ad impenetrabile muro di gomma. Questo vuol dire semplicemente che sulla questione della centrale di Petrona, la politica ha fallito. Al di là di quello che sarà l’esito finale di questa diatriba, cari amministratori, i veri perdenti e sconfitti siete voi. Non siamo amareggiati per le vostre diverse opinioni sul progetto, ma per il metodo, il rifiuto del confronto, il falso e finto confronto e la volontà di non esporsi. Non vi preoccupate, non vi disturberemo più, ci congediamo facendovi i migliori auguri. Con questo atteggiamento così collaborativo nei confronti del protocollo d’intesa regionale per la realizzazione di circa 70 centrali in tutta la Toscana, vi attenderà probabilmente una brillante carriera politica.
Da qui in avanti ci rivolgeremo solo ai cittadini e non ai politici di professione. Proveremo un’altra strada, l’unica che ci è rimasta, quella del ricorso alla giustizia amministrativa. Ci costerà molto, ma ci proveremo. La nostra cittadinanza attiva ha un costo personale, di stress, di tempo non remunerato, di spese non coperte, i nostri avvocati non sono pagati da soldi pubblici, ma andremo avanti. Per questo ci appelliamo a tutti coloro che sono interessati a difendere il nostro territorio e la nostra salute contro un progetto che renderà più inquinato, più brutto, meno vivibile e più trafficato il nostro Mugello. Invitiamo tutti a partecipare alle attività e alle riunioni del Comitato e a informare i propri conoscenti di queste vicende. Chi voglia essere informato, vuol dare un sostegno in tempo, competenze o denaro può scriverci a nocentralebiomassepetrona@gmail.com. Ci stiamo organizzando per lanciare una capillare raccolta fondi e presto comunicheremo i dettagli sulle modalità di partecipazione.
Grazie a tutti già da ora
Il Comitato contro la centrale a biomasse di Petrona
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 2 novembre 2015