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Da villa medicea a Disneyland del Rinascimento
Lettera aperta sul Castello di Cafaggiolo alla Regione Toscana, la Provincia di Firenze, ai Comuni di Barberino di Mugello e San Piero a Sieve
La villa medicea che fu scenario della fiorente cultura umanistica sta per diventare un resort di lusso e così il Castello di Cafaggiolo, dopo aver ospitato intellettuali rinascimentali del calibro di Pico della Mirandola e Marsilio Ficino rischia di diventare una Disneyland del Rinascimento, a servizio e per il benessere dei grandi magnati che dovunque in Toscana stanno snaturalizzando il territorio, patrimonio della collettività.
Il Mugello ha subito una profonda trasformazione, negli ultimi decenni, in virtù dei bisogni e dei vizi di Firenze e dintorni: la diga di Bilancino fu progettata e costruita per sopperire al bisogno idrico della città, l’Outlet di Barberino è oggi meta del pellegrinaggio dei consumi per intere famiglie, il Circuito di Scarperia è tempio per i mistici delle moto e auto da corsa. Grandi opere che hanno profondamente mutato il profilo del verde Mugello.
Oggi i negozi dell’Outlet sono la Porta del Mugello; il silenzio dei boschi è interrotto dallo sfrecciare delle corse, l’acqua è solo un lontano ricordo: 37 sorgenti, 57 km di fiumi e 5 acquedotti sono stati uccisi dal tunnel TAV, per far guadagnare 20 minuti a chi la vita vera la perde nella velocità che persegue.
In questo scenario di trasformazione e degradazione del territorio, tutto è reso ancor più lecito in nome del profitto ed è perciò che da nessuna parte si odono voci contrarie al volgare progetto che vede Cafaggiolo come un resort d’élite. Elemento portato a favore di tale progetto è la ricaduta occupazionale che rimane però controversa: scorrendo gli articoli di “OK Mugello” sul caso Cafaggiolo, si nota infatti come si passi dal primo annuncio di 400 nuovi posti di lavoro, al dimezzare la cifra in poco tempo, fino ad arrivare all’ultima: 50 posti di lavoro. Altri posti di lavoro saranno funzionali, per un limitato periodo di tempo, solo alle opere che ruoteranno attorno al resort come l’ipotesi di deviare l’attuale Via Nazionale. Sicuramente più numerosi e sicuri sarebbero i posti di lavoro derivanti da una decisiva inversione di marcia nella politica regionale e comunale che investe il territorio e il turismo. Perché le Regioni e i Comuni non si impegnano in una più seria e profonda salvaguardia del territorio? Quanti posti di lavoro deriverebbero da ciò di cui il Mugello ha davvero bisogno: bonifica dei territori inquinati dai lavori per il tunnel TAV, nuova gestione dei rifiuti con la pratica del porta a porta, turismo consapevole, nuova promozione e investimenti nella filiera agricola corta, il tutto nel rispetto del territorio e delle sue risorse.
La vostra è invece una falsa opportunità per il Mugello, terra già largamente colpita dalla Grandi Opere sopra citate. Don Milani ancora oggi definirebbe la vostra politica “idolatria del diritto di proprietà”, in virtù del quale volete permettere al proprietario del Castello, il signor Alfredo Lowenstein, di mutare radicalmente il profilo artistico-culturale di Cafaggiolo, volete permettergli che le antiche coloniche diventino suites e rélais, che i terreni adiacenti al Castello diventino campi da polo, che l’intero centro diventi spazio per centri benessere, spa, piscine e ristoranti. Male si inserisce tutto ciò nel contesto di una villa Medicea, centro culturale che viene così mercificato e offeso.
I Protocolli siglati dalla Regione Toscana, la Provincia di Firenze e i Comuni di Barberino di Mugello e San Piero a Sieve col signor Lowenstein non salvaguardano il territorio come sono preposti a fare teoricamente, dal momento che approvano il cambio della destinazione d’uso del Castello.
E’ bieco egoismo chiudere un patrimonio collettivo nelle mani del turismo d’élite: la cultura se non è di tutti è una cultura morta. Cafaggiolo è un bene comune e non può perdere la sua vocazione a centro di cultura e non di benessere o svago.
Il problema è di principio e, dunque, a nulla vale mantenere un museo se attorno il contesto andasse a cambiare in quello di un resort elitario.
Auspichiamo un radicale cambio di rotta e una messa in discussione di certe decisioni già prese.
La vera salvaguardia di Cafaggiolo e di tutto il Mugello è proteggere la cultura, l’identità, le tradizioni e la bellezza del territorio, senza svenderlo ad un turismo non rispettoso della comunità.
Marco, liceale
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, fascicolo 256 febbraio 2014
Fabio Soldatini è stato vicepresidente della Cafaggiolo srl, anche se poi non ha proseguito la sua collaborazione con il proprietario della villa medicea, l’imprenditore argentino Alfredo Lowenstein. Leggendo questa lettera del giovane mugellano, pubblicata anche sul Corriere Fiorentino, ha voluto dare una risposta.
Caro Marco,
la immagino per quello che scrive un giovane ricco di ideali ma ancora non rattristato dall’esperienza della vita e , se il primo dovere è il rispetto di ogni idea , il primo dei diritti è quello di esprimere le proprie. Vero quello che sostiene : “”la vera salvaguardia di Cafaggiolo e di tutto il Mugello è proteggere la cultura , l’identità , le tradizioni e la bellezza del territorio , senza svenderlo””. Aggiungo che questo va esteso a tutta l’Italia , perché troppo spesso , anzi quasi sempre , noi non proteggiamo niente ma cerchiamo di far fruttare senza investimenti quello che abbiamo forse immeritatamente ereditato.
Senza investimenti significa più cose , di cui la più banale, e l’unica giustificabile , è la mancanza di risorse economiche. Nello stato centrale e periferico non ci sono e non ci saranno i mezzi per acquisire o conservare nell’interesse pubblico il patrimonio vastissimo che ci circonda e se non si interviene presto vedremo “LITALIACOMERA” sui libri e sulle cartoline. Bene anzi benissimo fanno le Amministrazioni Regionali e Locali a individuare progetti e soluzioni e a sostenere, con la giusta attenzione ma con coraggiosa determinazione, ogni possibile occasione, perché i monumenti non si salvano guardandoli ma spendendo cifre altissime.
Senza investimenti significa anche senza idee e questo non va bene.
Ho visto l’anno passato una mostra su Pompei a Londra: Lei lo sa che in una settimana ha avuto visitatori (e incassato) più che Pompei (vera) in due anni? Il Turismo non si aspetta ma si porta e occorrono mezzi e idee e non si svende quando si attraggono gli uni e le altre. Mi viene in mente cosa rispose Servegnini a una lettrice del Corriere che lamentava l’acquisizione della Ginori da parte del Gruppo Francese. Se ha tempo cerchi l’articolo e lo legga.
Senza investimenti significa anche senza apertura al nuovo , inteso come progresso del rapporto con gli altri , anche i più lontani , con i loro pensieri , le loro potenzialità , i loro interessi.
Percepisco dal suo scritto un senso di localismo , secondo me la più infausta delle limitazioni mentali. Mi considero un europeo che ha avuto la fortuna di nascere e vivere in Toscana e amo follemente questa Regione. Ma quando viaggio e vedo come si muove il resto del mondo , proteggendo , e mettendo a reddito per poterlo fare , i loro monumenti e i loro paesaggi , sono costretto a pensare in maniera completamente opposta alla sua.
Sono a sua disposizione per Lei e per chi non condivide le mie argomentazioni per parlare e per discutere non per la difesa delle idee personali ma per far vivere la bellezza che ci è vicina ma che si allontana sempre più.
Fabio Soldatini
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, fascicolo 256 febbraio 2014
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