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MUGELLO, UN’INVASIONE DI ELICHE PER PRODURRE ENERGIA?

Si sfrutteranno i venti del Mugello?

Quali sono i siti mugellani previsti dalla Regione

Tra breve il paesaggio dell’Alto Mugello, sui crinali tra Toscana ed Emilia Romagna, potrebbe “arricchirsi” di un nuovo elemento. Arricchirsi si fa per dire, anche se in verità l’operazione avrebbe risvolti economici non indifferenti.

Il progetto è quello di installare un centinaio di mulini a vento, per sfruttare le forti correnti che in quella zona spirano spesso e volentieri. La zona, che è quella del crinale della Raticosa, a Piancaldoli, fino a Sasso Leone in provincia di Bologna, tra le valli dell’Idice e del Sillaro, è tra l’altro molto vicina alle linee elettriche dell’alta tensione –con un notevole abbattimento quindi dei costi di allacciamento, linee elettriche che si vorrebbero rifornire con il contributo dell’energia eolica. Ufficialmente l’idea di sfruttare i venti sul crinale appenninico non è stata annunciata, anche se contatti informali vi sono stati, sia con l’amministrazione comunale di Firenzuola che con i proprietari del terreno, già nell’autunno scorso.

Le chiamano “fattorie del vento”, e la Regione Toscana di recente ha individuato  oltre 100 siti ritenuti idonei all’installazione delle centrali eoliche, quasi tutti luoghi simbolo della Toscana dal punto di vista paesaggistico, dal Pratomagno, alla Garfagnana, dal Chianti al Mugello, dall’isola di Montecristo all’isola d’Elba. Non si pensi però agli antichi mulini a vento e neppure ai tipici mulini olandesi. Quelli che si vorrebbero installare a Piancaldoli sono pesanti torri d’acciaio, alte dai 60 ai 100 metri, con lunghe pale girevoli –due o tre eliche per torre-, poste a 150 metri l’una dall’altra. Dietro all’operazione firenzuolina vi sarebbe una società spagnola, la Gameza (che ha filiali a Roma e nel Ravennate), e che conta in una resa, per ciascun “mulino”, di almeno 300 milioni di lire l’anno. L’azienda che intende installare questi “mostri” affamati di vento verserebbe una sorta di affitto ai proprietari dei terreni –si è parlato di un canone annuo di 3 milioni, per una licenza almeno trentennale- oltre a una quota a vantaggio del Comune, intorno ai 300 milioni l’anno, in pratica la resa di uno degli impianti installati, che costano, cadauno, intorno ai 2 miliardi e mezzo.

Non vi è dubbio che l’energia eolica sia una delle più tipiche energie pulite. Ma deve fare anche i conti con un impatto ambientale non indifferente. Alzare queste torri d’acciaio –si chiamano aereogeneratori-, visibili anche a grande distanza su intatti crinali coltivati a pascolo o seminativi non sarebbe certo un bel vedere. E si parla anche di inquinamento acustico (le pale nel loro girare sono rumorose), di nuove strade, elettrodotti, erosione del suolo.

“Di principio –dice il sindaco di Firenzuola Renzo Mascherini- io sono favorevole, altrimenti è inutile andare a Kyoto a parlare di problemi di clima e di effetto serra. Per bruciare meno petrolio occorrono energie alternative. Certo che sul piano paesaggistico è un sacrificio, ma occorre fare una valutazione costi/benefici, e io credo che quest’ultimi siano superiori. Nel nostro caso comunque siamo a livello di ricerca, per verificare quanta energia sarebbe possibile ricavare dal vento”.

“Spesso in questi campi –ammonisce Piera Ballabio, presidente di Legambiente Mugello- anche le cose utili vengono viste con sospetto perché le si gestiscono nella logica del massimo profitto e della scarsa attenzione all’ambiente. Prima di stabilire dunque se gli impianti per l’energia eolica in Mugello siano fattibili o meno occorre verificare il piano di approvigionamento energetico, capire cosa si vuol fare, capire come fare investimenti utili e coerenti, e poi si può discutere di aree. Ma la scelta deve essere fatta in modo corretto, con una seria valutazione di impatto ambientale”.


26 SITI MUGELLANI RITENUTI IDONEI

Tutti i luoghi delle grandi eliche

Non ci sarà la bora, in Mugello, ma i suoi venti piacciono a chi vuol sfruttare l’energia eolica. In tutto il territorio regionale il Mugello e l’Alto Mugello sono le zone, secondo un’individuazione fatta dalla Regione Toscana, con il più alto numero di siti eolici: ben ventisei, quattro nel “Distretto del Passo della Raticosa” (Monte Carpinaccio, Sasso San Zanobi, Monte Canda, Passo Raticosa), sei nel “distretto eolico Tosco Romagnolo” (due sul Monte Carzolano, due sul Passo del Muraglione e due sul Monte Faggiola) e sedici nel “Distretto eolico del Mugello” (otto a Vaglia, Ca’ del Vento –Paterno, Ferraglia, Viliani, Capanne, Piantamalanni, Il Palagio, La ginestra, Montorsi-, tre nella zona della Calvana a Barberino, una a Rifredo e quattro, più piccole, sul Giogo).

Le aree inserite in questi cosiddetti distretti eolici sono in gran parte ampie: si va dagli oltre 5 milioni e mezzo di mq. al Sasso San Zanobi, agli oltre 3 milioni della Calvana, ai circa 3 milioni di mq. di Rifredo, al milione e oltre del Giogo. © il filo, Idee e notizie dal Mugello, luglio-agosto 2002

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