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Copertina gennaio 2008
La copertina del mese
GLI ARTICOLI
il filo di perle

LUCI FALSE, LUCI VERE

Letterina di Natale

Caro piccolo Raf che mi chiami nonna anche se la mia pelle è bianca e la tua è nera, quando ti ho conosciuto, ancora non camminavi ma cantavi allegramente nel tuo passeggino sulla strada verso il Nido.

Non hai ancora spento tre candeline sulla torta del tuo compleanno eppure ogni tanto si affaccia nei tuoi occhi un rabbioso lampo oscuro quando vuoi qualcosa e dei “no” implacabili ti arrivano addosso: no, perché non si può; no, perché non ci sono soldi.

E tu non riesci a capire perché siano così irraggiungibili tutte quelle belle cose che brillano nelle vetrine o negli scaffali ricolmi del supermercato, proprio quelle stesse cose che già ti hanno incantato affacciandosi a ripetizione nel tuo televisore sempre acceso.

I tuoi genitori sono arrivati qui dall’Africa (quel mondo lontano dove vivono i veri nonni che ancora non conosci) attirati da un miraggio: la vita facile del ricco Occidente. Una crudele illusione.

I soldi svaniscono come neve al sole e si rimane invischiati in trappole mortali: compra oggi e paga domani; prendi un prestito e ci penserai dopo a restituirlo senza fretta; il superfluo che attira in maniera subdola e diventa indispensabile: perché tutti sì e io no?

E poi sullo sfondo, la diffidenza negli sguardi, il muto rimprovero: perché non torni nel tuo paese?

 

L’altro giorno eravamo insieme per strada e, aspettando la tua mamma, correvi qua e là come una farfallina nera da una vetrina all’altra. Quando vedevi passare dei bambini ti precipitavi a salutarli a modo tuo e si vedeva che eri contento. Poi è arrivata una nonna col suo nipotino nel passeggino e  le sei corso incontro ma lei ha dato una brusca sterzata al passeggino perché tu non ti avvicinassi e ti ha lanciato uno sguardo duro come una sassata.

Ho paura che, crescendo, tu possa incontrare altri sguardi come quello e parole di odio e di disprezzo che ti facciano soffrire, ma ho paura soprattutto che cresca anche in te una marea violenta che ti inciti ad offendere e colpire a tua volta, per non essere da meno.

Presto sarà Natale e, poiché a Natale siamo buoni, anche per te, come per molti bambini della tua età che vivono in questo paese, questa festa vorrà dire dolci e giocattoli.

In altri luoghi, vicini e lontani, altri bambini soffrono per ragioni molto più gravi rispetto alle piccole contrarietà che oggi ti fanno piangere e non c’è nessuno ad asciugare le loro lacrime con un sorriso. Si affacciano anche loro dal tuo televisore, ma tu, sei piccolo e giustamente guardi soltanto il Babbo Natale che porta il panettone.

 

Allora ti prendo in braccio e ti porto davanti al presepio che aspetta in chiesa, in silenzio.

Lì c’è un bambino come te, bianco, giallo, nero, non importa: è un bambino che ha fame e freddo, ride e piange facilmente, ha paura del buio ed è contento quando la mamma lo abbraccia.

E’ un bambino che va accettato, capito, difeso, amato.

Accanto al presepio ci sono tante piccole luci, non sfacciate come quelle che danzano sui fili lungo le strade e risplendono nelle vetrine, ma timide, leggere, un po’ tremanti.

Tu le guardi e, come tutti i bambini, ti diverti a soffiarci sopra.

Ma io chiedo a quelle fiammelle di continuare ad illuminare la tua vita con la luce del Cristo che nasce e di mettere in fuga il buio che minaccia te e tutti i bambini del mondo.

Nicoletta Martiri Lapi

© il filo, Idee e notizie dal Mugello, gennaio 2008

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