Il potabilizzatore di Publiacqua. Non ce la daranno a bere facilmente
MUGELLO – Cronista per un giorno. Del resto l’attuale società multimediale offre questa possibilità, quella di sostituirsi nel ruolo ai giornalisti di nome per esercitare di fatto il diritto di cronaca. Ma prima ancora, la consapevolezza di essere cittadini che non rinunciano ad informarsi sulle problematiche della salute pubblica. Così una nostra lettrice ha voluto assistere alla recente inaugurazione della centrale di potabilizzazione realizzata da Publiacqua. Ha poste domande legittime, tecniche, dimostrando un minimo di conoscenza della materia. Ma a non tutte è stata data risposta. Insomma un siparietto. Eccone la cronaca, con le sue parole.
Sono stata all’inaugurazione. Sono presenti diversi sindaci e assessori, oltre ai rappresentanti di Publiacqua. Dopo il taglio del nastro parla il sindaco di Scarperia e San Piero. Celebra l’opera e sottolinea che è stata pagata col risarcimento della Tav. Poi guardando spesso verso di noi, ricorda per sei o sette volte (senza scherzi) che i danni ambientali per i lavori sono stati gravissimi, specie per la Carza (il torrente che attraversa San Piero a Sieve, n.d.r.), ma che dal comune stanno in tutti i modi lavorando per riuscire a garantire un flusso minimo. Comunque finiti i discorsi di presentazione hanno aperto per la visita.
Ho placcato subito il Presidente (di Publiacqua, n.d.r.) che girellava.
“Scusi posso chiedere un paio di cose tecniche?”.
“Certo mi dica”, risponde il Presidente.
Gliela faccio facile e parto dai filtri. “Come viene filtrata l’acqua …?”.
Mi interrompe, tutto contento: “Venga venga, le faccio vedere”. E mi mostra filtri a carbone e sabbia. “Quest’acqua è proprio buona!”, sottolinea.
“Ah bene”, commento, e subito: “Che categoria sarà A2, A3 …?”.
“Mah! Ora non lo so. Poi chiediamo. Comunque è molto buona.”, di nuovo, pur nell’incertezza.
Poi mi accompagna nella “stanza del chimico”, così la chiama, dove viene aggiunto l’ipoclorito, per la disinfezione. “Ma poco.”, mi dice. Tanto che mi immagino un tecnico col contagocce!!. Comunque indago: “Non viene messo altro?”.
Replica: “No. No.”. E comincia a cambiare espressione.
La domanda successiva è: “Ma vengono filtrati anche pesticidi e metalli pesanti?”.
“Mah, non lo so. Poi chiediamo al tecnico.”, ancora incerto.
E ci porta (nel frattempo si era formato un bel codazzo) nella sala dove ci sono le pompe. Spiega due o tre cose, la replica come nel video della presentazione, in biblioteca e riparte.
Vado con l’ultima domanda: “Ma le acque di ripulitura del potabilizzatore finiscono al depuratore?”.
“Non so. Ma non credo.”.
Prima che lo dica lui intervengo e lo anticipo: “Lo chiedo al tecnico.”.
“Si. Ora glielo cerco.”, e si smarca.
Dopo un po’ ripassa e reclamo il mio tecnico. Lui si scusa ma purtroppo “il tipo” si è fermato a parlare con qualcuno. Allora aggancio Paolo Guidotti (il direttore del “ilfilo.net”, n.d.r.) e mi faccio presentare il vicepresidente. Ricomincio con la tiritera.
Più o meno ricevo le stesse risposte ma lui, però, il tecnico me lo trova davvero.
Ripropongo il medesimo copione e a mia insistenza su: “Non usate proprio altro oltre all’ipoclorito?”, ribatte: “Se c’è bisogno qualcosa per la flocculazione”.
“Con l’alluminio?!”, voglio sapere.
“Si.”, mi risponde un po’ sorpreso. E davanti alla espressione che devo aver fatto, si affretta: “Ma non succede quasi mai!”.
Sul reflusso anche lui non parla di depuratore: “Le acque vengono lasciate un po’ a decantare e reimmesse.”.
Sulla qualità dell’acqua pure lui dice che è molto buona.
“A2?”, domando.
“No.”.
“A3?”.
“No.”.
“Sub A3?”.
“Si.”.
Menomale perché avevamo finito le opzioni!.
“Va beh. Buona per modo di dire!”, mi faccio scappare.
Lui fa una faccia strana sempre tra l’imbarazzato e il sorpreso e quando nomino pesticidi, chiama la “tecnica” dell’acqua che fa le analisi.
Anche per lei l’acqua è buonissima e ci racconta che la classificazione A2, A3 etc.. non varrebbe per le acque sotterranee. Rincara che questa è filtrata dalle rocce e che tutto sommato anche il lavoro che fanno loro con sabbia e carbone non importerebbe. Pensa che zelo!!
Faccio notare che questa acqua pulitissima tocca la galleria della Tav. La sua gentile disposizione muta e commenta freddino qualcosa tipo che “l’acqua è vicina alla galleria ma non troppo.”.
Per la decima volta provo la domanda su pesticidi e metalli pesanti.
Per i primi ribatte che non fanno le analisi. Mi pare abbia detto che le hanno fatte all’inizio ma poi non hanno considerato la zona a rischio. Certo! Tra campi e ferrovia vogliamo mica in modo “terroristico” ipotizzare la presenza di glifosato?! Sono riuscita a mordermi la lingua perché aspettavo la seconda risposta.
“Quella per i metalli la facciamo sempre. Rientra in quelle di rito.”. E mi dice anche la sigla delle analisi che ora non ricordo.
“Le fate voi e Arpat?”.
“No. Arpat non credo. Semmai la Asl. Si le fa la Asl.”.
“Ogni 6 mesi?”.
“Mah. Non so ogni quanto.”.
“E voi con che frequenza controllate?”.
“Ogni 2 settimane.”. Poi si riprende: “In molti posti ogni 2 settimane. Qui credo 1 volta al mese.”.
Mi viene il leggerissimo dubbio che ci prenda per i fondelli. Se è lei che fa le analisi come può non sapere quando le fa?!
Anche secondo lei gli scarichi dei lavaggi non vanno al depuratore. Si mantiene sulla via di mezzo e mi dice: “Metà nelle fogne, metà viene reimmessa.”.
Comunque, come sempre, queste domande sulla salute pubblica ci aspetteremmo le ponessero sindaco e assessori.
Insomma, non ce la daranno a bere così facilmente!
Una lettrice, cronista per un giorno
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 19 novembre 2017
Ho visto il servizio al TG regionale. Troppe volte hanno ripetuto che è un acqua buona …troppe!
Ho visto il servizio al TG regionale. Troppe volte hanno ripetuto che è un acqua buona …troppe!
brava e preparata la “cronista per un giorno!. Comlimenti!
Per quanto riguarda il Presidente e Vice Presidente di Publiacqua c’è da rimanere sbigottiti da tutti quei “non so” come risposta… Gente che guadagna 5/10 mila euro al mese mi sembrerebbe il minimo sapere du’cose!