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STORIA E DINTORNI

DALL'ARCHIVIO PARROCCHIALE - UNA VICENDA DEL 1820

Quando il “Peloso”

buttò nel fossetto il Reverendo

Lorenzo Gordini, detto “il Peloso” era famoso per essere un tipo irascibile che aveva una speciale antipatia verso chi portava l’abito clericale.

Infatti aveva addirittura “cappottato” il proprio fratello sacerdote, incorrendo così nella conseguente scomunica e per questo era stato necessario ribenedirlo pubblicamente.

C’era soprattutto un sacerdote che gli dava sui nervi, un certo Domenico Paoli che lui regolarmente trattava “di male parole” ogni volta che si trovavano, tanto che era stato necessario che i presenti si intromettessero perché l’incontro non andasse a finir male.

Una bella sera del Novembre milleottocentoventi al reverendo Paoli venne la poco felice idea di andarsene a spasso lungo la strada che da Borgo porta a San Piero in compagnia del chierico Luigi Gherardi. Avrebbe fatto meglio a restarsene accanto al focolare, ma del senno di poi… Comunque il tempo non era particolarmente freddo e i due chiaccheravano amichevolmente quando, davanti alla casa dei signori Baldini, si imbatterono in un terzetto che era di ritorno da una analoga passeggiata: il signor Jacopo Lapi, il dottor Campolmi e – per l’appunto-  il temibile “Peloso”.

Ci fu un cortese scambio di saluti e riverenze tra codesti signori, senonché il “Peloso” invece di salutare garbatamente cominciò a gridare al Paoli:” Vai a farti buggerare, non ho bisogno del  tuo saluto un c….”

I signori presenti rimasero di sasso e capirono che la cosa migliore da fare era separarsi subito e proseguire ognuno la propria passeggiata: in particolare il reverendo Paoli cercò di ingoiare il rospo e far finta di nulla, incoraggiato a ciò dal chierico che seguitava a dire: “per l’amor di nostro Signore, venga via, non gli dia soddisfazione…”

Ma i due erano appena giunti a quel tratto di strada che c’è tra due ponticini prima di arrivare a Ripa che ecco arrivare di gran carriera il “Peloso” che aveva lasciato in asso i suoi compagni ed aveva un viso abbuiato che non prometteva nulla di buono.

Difatti, senza dire una parola, si accostò al reverendo e, dopo avergli assestato un bel pugno sul viso, lo gettò nel fossetto lungo la strada che disgraziatamente era pieno d’acqua.

Poi, mentre il malcapitato era ancora a mollo nel fosso gli rifilò altri due cazzotti nelle spalle e se ne andò di corsa come era venuto.

Il chierico Gherardi e Francesco Ceserini contadino al podere del Colle lì vicino corsero a ripescare il reverendo che grondava acqua dalle vesti tutte infangate.

Un altro sacerdote di Borgo (allora ce n’erano in abbondanza), Luigi Bartolini ed il chierico Francesco Semiani raccontarono poi di aver incontrato il “Peloso” tutto ansante che correva verso il paese e, furbescamente, aveva detto loro : “quel prete birbante è cascato in una fossa e grida aiuto “.

Si erano precipitati per dare una mano e, vedendo il Paoli così conciato, avevano sentito da lui come in realtà erano andate le cose.

Il Reverendo Paoli, tornato a casa, non perse tempo: prese carta e penna e scrisse un bell’esposto all’Illustrissimo Signor Vicario Regio di Scarperia, narrando con molta precisione i fatti, citando i testimoni, chiedendo danni e giudizio contro questo energumeno ed allegando al suo scritto il referto del dottor Campolmi che certificava “ una  contusione nella regione zigomatica sinistra” ma “di nessun pericolo e di facilissima guarigione”.

 

Ma questo esposto non arrivò mai davanti al Vicario perché il Pievano Catani, insieme al maestro di scuola don Francesco Betti, si adoprò perché la questione fosse risolta pacificamente.

Il “Peloso” chiese scusa e promise solennemente di non “inquietare”più in nessun modo il reverendo e di portargli il dovuto rispetto; da parte sua il Paoli rinunziò a qualunque querela contro di lui.

Il tutto fu scritto in un foglio, firmato dai due contendenti e da tre testimoni (tra cui il Pievano) e venne a mescolarsi a cento fogli diversi che ingiallirono negli armadi dell’Archivio della Pieve.

Nicoletta Martiri Lapi

© il filo, Idee e notizie dal Mugello, febbraio 2008

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