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Archeologia contemporanea…
MUGELLO – Da qualche giorno sulle cabine telefoniche superstiti, per la verità pochissime, disseminate nel nostro territorio è stato apposto un cartello che ne annuncia la rimozione. La data fatidica individuata per l’inizio dei lavori è fissata “a partire” dal prossimo 16 agosto. Segno dei tempi. Così anche per le cabine telefoniche, dopo l’oblio, arriverà l’estinzione.
Obsolescenza. Con questo termine, in generale, si rappresentano tutti quei beni, che, invecchiando, perdono la propria efficienza in correlazione all’innovazione tecnologica. Per qualcuno dei nostri lettori, quelli diversamente giovani, come il sottoscritto, la cabina telefonica ha costituito un punto di riferimento della propria vita. La si cercava spasmodicamente durante le vacanze per far sapere a casa che tutto andava bene. Alternando emozioni e vezzi frivoli a comunicazioni ordinarie e, purtroppo, anche per dettare notizie tristi. Allora, anni fa, era il telefono mobile, seppur fisso, di ognuno di noi, senza distinzione di sesso e di ceto sociale. A tariffa fissa, dittatoriale, senza convenienze e promozioni.
Un gestore unico di telefonia, con modelli standard, prima utilizzabili solo con i gettoni, poi, anche abilitati per le monete e le carte telefoniche, con l’importo a scalare. Successivamente, addirittura con un affidamento del credito da computare in fattura per gli abbonati commerciali. Anni ’80 del secolo scorso. Per la tecnologia del settore un lasso di tempo paragonabile ad una vera e propria era geologica.
Ecco che ai giorni d’oggi, invece, in diverse località del Mugello, come del resto altrove, ne è stata annunciata la morte. I necrologi anziché essere listati con un nero funereo hanno una colorazione accesa che evoca un impatto da saldo, da fuori tutto, e sono stati appesi direttamente sulle cabine, moribonde. Una eliminazione di massa. Anzi, una soppressione suggerita da una tecnologia genetica, prima di vederle relitti, ricettacoli d’immondizia e spettri di archeologia contemporanea.
Ora, fra superficialità e ironia, un ultimo commento. Ciò che ho definito necrologio, di fatto, è un avviso. Se ne coglie subito un aspetto di preveggenza. Se guardate l’immagine riprodotta come copertina dell’articolo noterete la scritta “Data di affissione” con l’indicazione “15/06/2016”. Sicché è un avviso anticipatorio, in linea con la morte annunciata. Appunto roba da chiaroveggenti, arti divinatorie.
Poi il testo che segue. Senz’altro dovuto. Dunque in adempimento alla normativa. Sembra che sia previsto, dietro la richiesta certificata da parte di un qualsiasi utente, l’invio di una istanza per il mantenimento di una o più cabine. E’ obbligatorio compilarla indicando nome e cognome, le generalità del richiedente, e “la motivazione della richiesta”. Francamente, appare impossibile il saper determinare quanti potranno essere gli utenti interessati a non farle rimuovere.
Magari dall’altra parte, quella ove arriveranno le richieste, chissà, qualcuno che non conosce il tema, di fronte alla domanda “Cortesemente, chiedo che venga mantenuta la cabina in via degli Allocchi per poterla usare nella prossima estate”, ebbene, potrebbe dare questa risposta “Con l’ombrellone o senza?”.
Scherzi a parte, oggettivamente credo che nessuno sentirà la mancanza delle cabine telefoniche. Resterà però la nostalgia nell’aver visti passare gli anni, con la cadenza di un gettone. Uno dopo l’altro. Sperando, in futuro, di non subire noi stessi lo stesso trattamento. Da cabine telefoniche rottamate, da oggetti obsoleti. Ci penso.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 8 giugno 2016
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