Molti lettori già conoscono Albert Schweitzer (1875-1965), teologo protestante, organista e musicologo studioso di Bach. Docente di teologia all'università di Strasburgo, a 38 anni si laurea in medicina, abbandona tutto e si trasferisce in una missione africana (nell'attuale Gabon) dove fonda l'ospedale e lebbrosario di Lambaréné, divenuto presto famoso in tutto il mondo. Nel 1953 è insignito del premio Nobel per la pace.

Forse sono in minor numero quelli che conoscono sua moglie, Helene Bresslau (1879-1957), di famiglia ebrea, ma pure lei protestante, insegnante di lettere che preferisce dedicarsi all'infanzia abbandonata e antesignana realizzatrice di opere d'assistenza per donne in difficoltà e ragazze madri. Per partecipare alla realizzazione del progetto del futuro marito, a 30 anni anche lei lascia le opere intraprese e si rimette a studiare, diplomandosi infermiera a Francoforte.

Il libro che presentiamo questo mese, "Lettere 1901-1913" (ed. Città Nuova), riporta la ricchissima corrispondenza (più di 400 pagine) che i due fidanzati si sono scambiati, e che quasi miracolosamente la figlia Rhena ha ritrovato dopo tanti anni. La maggior parte delle lettere sono scritte in francese, come facevano tutti gli alsaziani colti al tempo (nonostante parlassero in tedesco si sentivano culturalmente francesi), e come era in grado di fare Helene nonostante fosse tedesca.

Si erano conosciuti nel 1898 ad una festa nuziale di conoscenti comuni, ed altre occasioni di incontro le ebbero frequentando ambedue un circolo di cicloturismo. Le lettere iniziali denotano semplice conoscenza che con il passare delle pagine si tramuta in amicizia e poi in affetto. Nel giugno del 1912 si sposano, e il libro riporta le ultime lettere che i due hanno occasione di scambiarsi prima di partire per Lambaréné, nel marzo del 1913. Al sermone tenuto per le nozze di un'amica Schweitzer dice: "La grandezza di questo momento non risiede nel fatto che due esseri umani si stiano scambiando dal profondo del cuore la promessa: vogliamo vivere l'uno per l'altra, ma che questo significhi: vogliamo vivere l'uno con l'altra per qualcosa". Albert e Helene vivevano per il lebbrosario.

© il filo, Idee e notizie dal Mugello, agosto-settembre 1999