Borgo, forte contrasto tra giunta e dipendenti comunali, che proclamano lo stato di agitazione
BORGO SAN LORENZO – Stato di agitazione. Non era mai accaduto -se non forse in tempi remoti- che tutti i dipendenti comunali di Borgo San Lorenzo protestassero contro la giunta. Adesso invece, con una lettera, i rappresentanti dei dipendenti e i sindacati dalla Funzione Pubblica Cgil e Cisl, annunciano la proclamazione dello stato di agitazione, e rappresentano una situazione del personale tesa e conflittuale, per le scelte operate dall’amministrazione comunale.
C’è delusione, tra gli 84 dipendenti del Comune di Borgo San Lorenzo. “La campagna elettorale del Sindaco ci aveva confortati -scrivono RSU e sindacati-, visto che il primo punto del suo programma politico prevedeva il taglio dei dirigenti, ma i tagli realizzati altro non sono stati che quelli dovuti per legge”.
E aggiungono: “Il disagio manifestato dai dipendenti è conseguenza di una cattiva organizzazione e NON di una richiesta di maggior impegno lavorato da parte dell’Amministrazione, impegno che i dipendenti hanno sempre profuso, con senso di responsabilità, pur in un clima teso e difficile. In questi due anni solo il buonsenso del personale ha garantito comunque il corretto andamento dei servizi”.
Sotto accusa, in particolare, il sindaco Omoboni e l’assessore al personale Claudio Boni, descritti come poco sensibili alle proposte avanzate dai dipendenti: Boni non partecipa neppure alle trattative, dicendo di aver delegato “in toto” il segretario comunale, e quanto alle proposte, il sindaco ha dichiarato alla RSU “di non aver avuto il tempo di leggerla” e l’assessore “di ritenerla inaccettabile”. Non si cita direttamente il segretario comunale, ma si capisce che è parte fondamentale in questo peggioramento dei rapporti all’interno della macchina comunale, con atteggiamenti unilaterali e senza lasciar spazio al dialogo. Restringendo anche il confronto su argomenti che riguardavano comunque il personale, e che in passato le rappresentanze sindacali discutevano con l’amministrazione, mentre questo con la nuova giunta e il nuovo segretario non avviene più.
Ma quello che ha provocato la sollevazione di tutti i dipendenti è stata la cancellazione di 30 mila euro dal fondo della produttività, una decisione che sindacati e RSU definiscono “molto grave ed unica nella storia del nostro Comune: reputiamo inaccettabile, in considerazione anche del blocco degli stipendi fermi al 2009, che un’amministrazione di ‘sinistra’ metta le mani in tasca ai dipendenti, sottraendo circa 300 euro medie pro-capite lorde annue”. Per RSU e sindacati si tratta di un vero e proprio ricatto-ritorsione: la giunta pretendeva di nominare quattro “vice” dei dirigenti, le cosiddette Posizioni Organizzative, prelevando i soldi necessari dal fondo dei dipendenti, e, al loro rifiuto, hanno tolto i 30 mila euro.
Nella lettera si evidenzia che “il modello organizzativo della struttura gestionale comunale, messo in atto dai nuovi amministratori fin da novembre 2014, calato astrattamente su una realtà a loro ancora sconosciuta, non ha funzionato e tuttora non sta funzionando, non avendo tenuto in debito conto di elementi essenziali quali i carichi di lavoro, il personale assegnato ai vari servizi, le professionalità esistenti e le esperienza lavorative acquisite nel tempo. Con un vero e proprio colpo di spugna e senza alcun confronto con la parte sindacale, si è proceduto a un cambiamento radicale, con demansionamenti, disconoscimento delle professionalità e decurtazione di indennità, che potevano anche essere accettati in nome di un miglioramento in termini di efficienza e di organizzazione, ma che purtroppo non si è verificato”. E si nota come non ci sia più equilibrio organizzativo, “con unità “affogate” da miriadi di procedimenti e unità svuotate di mansioni”.
Così il clima è diventato sempre più pesante: i dipendenti raccontano di “incresciosi episodi vessatori operati da figure apicali a danno dei dipendenti”, di accentramento delle responsabilità su pochissime figure, di scelte contraddittorie nelle assunzioni: nonostante siano già tanti i dipendenti di categoria D -istruttori direttivi e funzionari- si sono assunte altre persone in quella categoria, piuttosto che nelle categorie più basse -come al cantiere comunale, sempre più sprovvisto di risorse umane-. E c’è di peggio: ci sono perfino un paio di dipendenti che, nonostante abbiano svolto in passato incarichi dirigenziali, e pur essendo di categoria D, sono stati messi da parte e sottoutilizzati, preferendo fare nuove assunzioni. Anche sugli straordinari le cose non funzionano: “Questa disorganizzazione -si legge nella lettera- costringe i dipendenti a lavorare troppo frettolosamente, senza ordine e criterio, ad effettuare e accumulare ore di straordinario non più controllate e accumulare giorni di ferie non usufruite”; ma “il lavoro straordinario deve essere tale quando diventa ordinario è solo segnale di carenza di personale o di incapacità nel gestire la carenza stessa”.
RSU e sindacati avevano dimostrato spirito costruttivo e formulato proposte, a cominciare dall’eliminazione dei dirigenti e suggerendo di istituire al loro posto un congruo numero di Posizioni Organizzative; chiedevano di utilizzare in modo consono le figure di alto vertice già esistenti, anziché continuare a fare assunzioni nelle categorie alte, privilegiando assunzioni di categorie più basse -ad oggi ci sono 30 tra funzionari e direttivi e 23 categorie C, più operative.
Ma la risposta è stata la cancellazione di 30 mila euro dal fondo dipendenti. Così, nel proclamare lo stato di agitazione, si chiede che la Giunta provveda all’immediato reintegro delle risorse, “base imprescindibile per riaprire il dialogo”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 novembre 2016