INAUGURATA LA CASA “DON BOSCO” A CASTAGNO D’ANDREA
GLI “AMICI DEL CASTAGNO” CE L’HANNO FATTA
Nel
mese di giugno, alla presenza di un folto gruppo di persone fra bimbi,
ragazzi, genitori e nonni, si è inaugurata la nuova Casa “don Bosco” del
Castagno d’Andrea. Commossa e al contempo simpatica l’inaugurazione, col
taglio del nastro presenziato dal sindaco di San Godenzo, Alessandra
Pini, aiutata dai bimbi presenti. Agli interventi delle autorità hanno
fatto seguito il pranzo, i giochi per tutti ed una partecipata Messa,
con i ragazzi protagonisti della liturgia col celebrante, don Marcello
Morelli, memoria storica della Casa del Castagno dopo la gestione di don
Raddi. Assai gradita la presenza di un gruppo di ex allievi salesiani di
Borgo San Lorenzo.
Le
vicissitudini della Casa salesiana adesso risorta a nuova vita
cominciarono alla fine degli anni ‘80, quando la normativa vigente non
permetteva ulteriori deroghe per l’accoglienza dei ragazzi. Chiusa nel
1992 per l’apertura del cantiere, cominciò una profonda ristrutturazione
che in undici anni portò a scarsi risultati, a fronte di un impegno
economico spropositato, fino a far paventare la vendita. Nel giugno
2002, un gruppo di ex castagnini di Firenze e Scandicci si riunì quindi
in associazione, denominata “Amici del Castagno”, credendo ancora
nell’incommensurabile valore di una Casa al servizio dei giovani e
mettendo a disposizione le proprie capacità professionali e soprattutto
il proprio impegno, col fine di strappare un tale bene alla svendita.
Furono stilati un piano architetturale di recupero, un piano gestionale
di utilizzo e un piano finanziario. Presentati all’Ispettoria salesiana,
vennero riconosciuti il valore tecnico del progetto e la forte
convinzione dei volontari. Alla fiducia seguirono tre anni di duro
lavoro, di risorse e di impegno rubati al tempo libero e al riposo, di
pastoie burocratiche di ogni genere e grado, di ostacoli notarili,
bancari, finanziari, amministrativi, di difficoltà tecniche e
progettuali, ma anche di grandi soddisfazioni dopo aver raggiunto ogni
piccolo risultato.
La
fatica adesso è stata coronata dall’aver fatto risorgere, con l’aiuto
della Provvidenza (a cui hanno dato una mano generosi privati, l’Ente
Cassa di Risparmio di Firenze, la Fondazione Niccolò Galli, l’Università
Europea e l’iniziativa comunitaria Leader Plus), la più grande struttura
ricettiva di questo tipo in tutto l’Appennino fiorentino (73 comodi
posti, di cui 5 per il personale e 6 attrezzati per disabili), dotata di
una cucina di livello alberghiero, di un ampio refettorio, di un salone
per riunioni e giochi, di campi sportivi, di ettari di bosco, di una
cappellina che accoglie il misterioso “Cristo dell’alluvione”. Gruppi
giovanili, gruppi sportivi, famiglie, comunità in ritiro spirituale,
scuole e quant’altro potranno trovare nella Casa del Castagno un ottimo
strumento per raggiungere i propri scopi. Sarà presto chiesta
l’autorizzazione a funzionare come struttura ricettiva rispettosa della
legge regionale sul turismo. L’attività è già cominciata, sono stati
accolti gruppi da Scandicci, Firenze, Livorno, La Spezia, mentre
arrivano richieste di prenotazione fino al prossimo anno. Di per sé un
successo previsto, anche se adesso inizia la scommessa della gestione e,
non ultima, la sfida di onorare un mutuo di centinaia di migliaia di
euro.
Quanta
strada dai tempi della vecchia baracca che ha accolto tanti giovani
borghigiani! Ne rimane solo la piattaforma e pochi scalini… Eppure… Che
trasformazione dalla piscina in cemento costruita da don Raddi,
purtroppo oggi ridotta ad un cumulo di rovi, ma ancora testimone di
fiumi di esperienze forti, del ricordo di tanti mugellani che lì,
giocando, hanno ricevuto lezioni di vita, di solidarietà, di rispetto
reciproco, di amore per il prossimo, di venerazione per il Creato e il
suo Creatore! Eppure… Com’è cambiato il vecchio cascinale, di cui oggi
non rimangono che poche pietre! Eppure…
Eppure in questi anni si è avuta la netta sensazione, anzi la convinzione che questo tipo di strutture sia ancora oggi, nell’epoca di internet e dei videofonini, estremamente valide per i progetti educativi dei nostri ragazzi. Che i valori da proporre ai giovani e alle famiglie siano alla fine sempre quelli, eternamente validi. Che in questo tipo di strutture, patrimonio prezioso per le Chiese giovani, gli animatori e gli adulti abbiano modo di crescere con i ragazzi e grazie ai ragazzi, moltiplicando di riflesso la fertilità di una presenza di mesi accanto a loro, nei cortili, nelle sale di catechismo, nelle strade. Che anche grazie all’esperienza indimenticabile di momenti di crescita vissuti in comunità si può diventare “buoni cristiani e onesti cittadini”. Che grazie all’entusiasmo maturato durante questi momenti forti e riportato nell’impegno quotidiano accanto ai ragazzi, i centri giovanili potranno diventare case che accolgono, chiese in cui imparare a pregare, scuole dove imparare a vivere, cortili dove vivere il gioco in allegria. L’invito è quindi a tutti i mugellani a venire a visitare la Casa del Castagno. L’augurio è a tutte le strutture parrocchiali come Casa Don Bosco che attraversano un momento di difficoltà, affinché le competenze tecniche, la determinazione e la generosità dei volontari possano portare i loro fertili frutti. Con la complicità insostituibile della Divina Provvidenza!
John Hili
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, luglio 2005