C’era una volta la politica. O forse è stata sempre questa
MUGELLO – Scontri dialettici, veti incrociati, poi rimossi e diventati collante per improbabili alleanze, o convivenze contrattuali e programmatiche come adesso vengono definite. Cambi di maggioranze, fuoriuscite personali e scissioni di gruppo, distinguo e precisazioni, incoerenze e ribaltoni. Ecco lo spettacolo gratuito offerto dal teatrino della politica nazionale. E ora ci si domanda quali saranno le ricadute sul nostro territorio, se rimarranno le maggioranze determinate nelle elezioni amministrative e chi farà opposizione. Il tutto condito da un unico ingrediente: la mancanza di pudore (politico). Non ci resta che ridere, non vale la pena piangere.
Avanti, in ordine sparso. Un caos governativo senza precedenti. A memoria non si ricordano situazioni paragonabili a quanto sta accadendo. Certo, momenti critici se ne sono vissuti, poi passati, con i consequenziali cambi di maggioranza, ma nessuno è stato archiviato con i toni, le minacce, i veti e le dissimulazioni di comodo che contraddistinguono l’attuale scenario politico nazionale. Almeno per una bella fetta di protagonisti. Coerenza, serietà, altruismo, senso di responsabilità, pudore, spirito di servizio, tutti sentimenti e comportamenti derubricati ad appendici della propria mania di protagonismo. Prima se stessi, poi, ma parecchio dopo, gli altri.
Per ora la politica in Mugello sonnecchia, per niente turbata, almeno apparentemente, dalle manovre e dai rimescolamenti nei palazzi, e soprattutto nei ristoranti, romani. Già, vacanze romane, un refrain che bene si adatta a tante comparse, più che veri attori, che siedono sugli scranni istituzionali. Quasi tutti tengono famiglia, e la prospettiva di tornare a lavori convenzionali, per chi possa averli esercitati, non alletta. Resistere, resistere, resistere. Anche cambiando idea, rimuovendo preclusioni che sembravano dogmatiche, cioè rivedendo concetti e giudizi, in qualche caso, eclatanti e sempre da ricordare, smentendo parole date di imminenti e improcrastinabili ritiri dalla vita pubblica a seguito di cocenti sconfitte. Invece niente. Fiumi di parole, proferite con tanta dissimulazione e dall’alito viziato, fonte d’inquinamento, destinato solo ad allargare il buco dell’ozono.
Dopo questi stravolgimenti, con queste nuove maggioranze e divisioni, beninteso usando il condizionale, verrebbe appunto da pensare, per esempio, che a Scarperia e San Piero non ci sia più una opposizione. Un consiglio comunale ora destinato ad apparentarsi con la stessa giunta, in un contesto che, inevitabilmente, non può non tener conto di quanto accade a livello nazionale. Anche a Borgo San Lorenzo e a Vicchio le attuali maggioranze locali dovrebbero rafforzarsi con le minoranze ridotte all’osso. Oppure potrebbe innescarsi un effetto contrario, affatto imprevedibile, dettato dai risentimenti, dalle vendette fratricide all’interno delle stesse maggioranze, dalla ripicca di osteggiare chi ha lasciato, o voglia abbandonare a breve, la casa madre del PD per seguire la “masnada rignanese”, ovvio questa nell’accezione storica e scherzosa del sostantivo.
Dal Mugello, sornione, per ora nessuna nuova, ammorbato in una diffidenza tutta latina e tradizionale. Durante la scorsa campagna elettorale per le amministrative avevamo fatto il quadro dei diversi candidati che, nel corso della loro esperienza politica, avevano saltato il fosso, migrando da un partito, o movimento, all’altro. Funamboli, imitatori di Leopoldo Fregoli nell’arte del trasformismo. Oggi è giusto riconoscere loro di essere stati al passo con i tempi, per certi aspetti degli innovatori, anticipatori di un futuro che già conoscevano. Alla luce di tutto questo forse è da riconsiderare il concetto di antipolitica, per stabilire chi ne siano davvero i fomentatori. E, allora, sdrammatizziamo, non ci resta che ridere, non vale la pena piangere.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 18 settembre 2019
No Gianni, io non piango e non rido, ma fanno solo VOMITARE!!
Chi viene da lontano non può che essere coerente con i principi e la buona educazione politica.
Buongiorno e buon venerdì.