Chi-Ma, per il gas una spesa aumentata di undici volte. E c’è il rischio della cassa integrazione
SCARPERIA E SAN PIERO – Nei giorni scorsi la Chi-Ma Florence di Scarperia e San Piero, ha attivato il grande impianto fotovoltaico montato questa estate per diminuire il fabbisogno di energia elettrica.
Tutto fa, ma è un risparmio che non bilancia assolutamente il peso, sempre più grande, della bolletta del gas, che l’impianto mugellano utilizza sia nella catena di lavaggio, che per l’asciugatura e la stiratura.
Quello del costo esorbitante del gas è un peso che sta compromettendo i piani di sviluppo, anche di tipo occupazionale, che l’azienda mugellana solo pochi mesi fa, si era data.
Pietro Chirico, amministratore delegato della lavanderia fondata da Mario Chiari, mostra due bollette. Entrambe di agosto, una dell’anno scorso, e l’altra di adesso. Trentatremila euro era la cifra richiesta nell’agosto 2021, 368 mila euro quella arrivata di recente. “Undici volte in più di quello che si pagava un anno fa – nota Chirico -. Questi rincari così forti mettono a rischio tutti gli investimenti, anche consistenti, in nuovi macchinari e nuovi assunti, che avevamo programmato”.
Perché ultimamente, per la Chi-Ma il vento era tornato in poppa. Negli anni della pandemia, così legata al settore turistico, soprattutto di Firenze, la lavanderia aveva barcollato, con un crollo delle attività. Ma la ripresa era stata rapida. E già quest’anno si conta di superare il fatturato dell’era pre-Covid, con 10 milioni di euro. Quindici furgoni della Chi-Ma ogni giorno portano tovagliato e biancheria in tutta la Toscana e in Emilia Romagna, e nel capannone tra Borgo San Lorenzo e Scarperia e San Piero si lavano 450 quintali di biancheria al giorno.

La Chi-Ma, operaie al lavoro
I dipendenti a tempo indeterminato sono centodieci, e altri quaranta sono stati assunti questa estate, come stagionali. Ma c’era la prospettiva di dare anche a molti di loro il posto fisso, avendo acquisito nuova clientela. “Le richieste ci sono, ma come facciamo? – nota Chirico -. Adesso più si lavora e più ci si rimette”. L’amministratore delegato introduce un’altra preoccupazione: “Se tanti alberghi, come ora si ventila, decidessero di chiudere durante i mesi invernali per il peso delle bollette troppo gravoso, non è improbabile che noi si debba nuovamente ricorrere alla cassa integrazione”.
Il sollievo per l’avvio dell’impianto fotovoltaico, 600 pannelli fatti installare dalla Chi-Ma, per una produzione di 360 KW, è ormai insufficiente. A parte il fatto che le ditte Poli di Borgo San Lorenzo e Gesco di Siena avevano terminato l’installazione già a luglio, con l’Enel che ha però effettuato l’allacciamento soltanto in ottobre. “Mi è stato detto che ci è perfino andata bene – nota Chirico –. Certo, vista la situazione di emergenza, avrebbero dovuto essere attaccati dopo un giorno e non dopo due mesi e mezzo. E comunque contiamo di far installare un altro impianto, per essere completamente autonomi, almeno per l’energia elettrica”.
Il ritocco dei listini dei servizi è stato comunque obbligato: “Capisco le preoccupazioni degli albergatori e ristoratori – spiega l’imprenditore mugellano-, ma anche noi dobbiamo ricavare qualcosa altrimenti rischiamo di chiudere. Non possiamo fare una guerra tra poveri”.