“Cinque famiglie isolate volontariamente dal comune di Vaglia”. L’appello di una residente
VAGLIA – Una lettrice ci ha inviato una lettera grazie alla quale spera di poter attirare l’attenzione su un grave problema che sta affliggendo gli abitanti della frazione di Morlione.
Buongiorno,
siamo un piccolo gruppo di persone che abita a Morlione, un borghetto storico del comune di Vaglia. Da lunedì 20 giugno 2016, a causa di un’ordinanza del comune, le nostre abitazioni non sono più raggiungibili con le automobili.
Nel nostro piccolo nucleo vivono: lavoratori che ogni giorno devono raggiungere Firenze, pensionati, bambini, di cui uno in cura al Meyer per terapie oncologiche, un chirurgo cardiovascolare con reperibilità diurne e notturne. Io stessa sono diabetica di tipo 1, quindi insulino-dipendente. Ci sono inoltre una quindicina di gatti e tre cani.
Le nostre case sono collegate alle strade comunali grazie ad un ponticello che attraversa il Borro dei granchi. Questo ponte sta su dagli anni ’80. Tre anni fa qualcuno si è accorto che è abusivo. E’ partito un iter burocratico che ha portato il responsabile del settore IV di Vaglia, Stefano Olmi, ad emettere un’ordinanza di demolizione, che coinvolge anche noi abitanti di Morlione. Il ponte non è stato costruito da nessuno di noi e sorge su terreni che non sono di nostra proprietà, ciò nonostante le istituzioni ci ritengono responsabili dell’abuso. Anche se sono state fatte più volte richieste d’aiuto al comune, formali ed informali, nonostante le spese legali sostenute, alla fine per non incorrere in sanzioni e denunce, visto che il sindaco Leonardo Borchi ci ha negato una proroga alla demolizione, siamo stati costretti a ripristinare il guado come era in origine negli anni ’80 che, per la conformità del terreno, soprattutto in caso di pioggia, risulta essere pericolosissimo e di cui la legge stessa non permette più l’uso. Dal guado per arrivare alle case c’è da percorrere ancora un chilometro di strada sterrata in salita.
Di fatto il comune di Vaglia, nel voler ottemperare all’eliminazione dell’abuso, mette in pericolo la sicurezza di noi abitanti di Morlione. Oltre ai normali disagi quotidiani in cui ci fa incorrere, rende impossibile l’arrivo tempestivo di una guardia medica, di autoambulanza, di un carro dei pompieri. La zona è già stata vessata dalla costruzione della TAV e di recente dalla scoperta della discarica a cielo aperto nella ex-cava di Paterno, vicenda finita su tutti i giornali (articolo qui).
Il ponticello abusivo, cinque tubi di calcestruzzo asfaltati, sorgeva a circa 300 metri dall’eco mostro di Paterno, permessa dalle istituzioni e sotto gli occhi di tutti. Lo stesso Stefano Olmi, che ci ha obbligati alla demolizione, è indagato per la vicenda della ex-cava. Ciò che ora noi chiediamo al comune è l’aiuto, dovuto direi, per poter tornare ad accedere in sicurezza e con qualunque mezzo alle nostre abitazioni.
Visto che la ricostruzione di un ponte, seguendo le nuove norme del genio civile, è un’impresa economica enorme, ci sono stati fatti preventivi per 70.000 euro e che, probabilmente, il progetto verrebbe bocciato dalla sovrintendenza per l’impatto ambientale, -noi stessi data la mole lo abbiamo ironicamente chiamato “il ponte di Brooklyn”-, chiediamo al comune aiuto per ripristinare un vecchio tracciato alternativo, al momento impraticabile con le automobili, che sorge su terreni che non sono di nostra proprietà.
Vorrà il comune adoperarsi per ripristinare tale strada? E soprattutto: per quanto tempo lascerà gli abitanti di Morlione, che avrebbe dovuto tutelare, in questa situazione incresciosa e pericolosa?
(Rubrica Dai Lettori Lettere e Raccontalo con una foto – Debora Vannini)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 21 giugno 2016
Incredibile! Meno male che siamo nel 2016 e viviamo in una Repubblica e pure democratica! La civiltà di un popolo si riconosce dal modo in cui tutela i più deboli…