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Comune Mugello
Fondere i nostri comuni in uno solo? Apriamo il dibattito
Non è una proposta, ma solo un’ipotesi. Sulla quale aprire però un dibattito serio. E se fosse davvero venuto il momento del “Comune Mugello”?
Un comune unico per tutta la vallata –e magari un altro per i comuni della fascia montana-. D’acchito è comprensibile storcere la bocca: ogni paese ha identità definite, e rinunciare alla propria autonomia è sempre un problema, non privo di difficoltà.
Ma si analizzi la situazione.
Anzitutto le risorse finanziarie sono sempre minori, e le duplicazioni di organi e strutture burocratiche stanno diventando un peso sempre crescente (Figline e Incisa Valdarno, ad esempio, hanno avviato le procedure per la loro fusione, ottenendo anche rilevanti finanziamenti aggiuntivi).
La strada più ovvia sarebbe un’altra, rispetto a una mera unificazione, ovvero una gestione unitaria dei servizi: restano autonomi gli organi decisionali –che al nostro livello non hanno costi particolarmente alti, visto che il consigliere comunale prende una miseria di gettone di presenza, e le paghe di sindaci e assessori sono dignitose ma non certo d’oro-, si unificano invece i servizi. Facile a dirsi, ma i fatti dimostrano che al momento non si è stati capaci di muoversi in questa direzione. Dopo mesi di discussioni su quali servizi accorpare, i nostri sindaci hanno partorito il topolino di unificare funzioni secondarie e in gran parte già unitarie, come la Protezione Civile e il Catasto. Per i servizi “strategici” nulla da fare: niente gestione associata della Polizia Municipale, perché alcuni comuni sono contrari, le altre gestioni associate esistenti e avviate già da anni, come gli uffici per il personale o per le gare, vedono adesioni a macchia di leopardo –diversi comuni hanno preferito rimanerne fuori-, e vengono addirittura utilizzate in modo saltuario (il comune di Borgo ad esempio aderisce all’Ufficio Gare Associato dell’Unione Montana –e quindi paga una quota di partecipazione- e poi si fa da solo, quindi impiegando risorse proprie, alcune gare); per l’urbanistica ogni comune va per conto suo (e la mancanza di un disegno unitario la si nota, eccome). E presto anche l’unica struttura unitaria che c’era e gestiva i servizi sociali, la Società della Salute, salterà in aria per decisione della Regione che dopo averle proposte e promosse per anni ora sembra abbia cambiato idea e le voglia sopprimere. Insomma, una gran baraonda.
Sembra mancare una reale volontà e forza politica per innovare rendendo unitari certi processi amministrativi, che, non subito ma nel medio periodo, producano risparmi economici. Possibile che non si possano unificare i servizi finanziari? Possibile che ogni comune debba avere il proprio piccolo ufficio personale? Tra l’altro le forti restrizioni nelle assunzioni stanno mettendo in difficoltà i singoli comuni e certi loro servizi, e il rischio è quello di una sempre maggiore inefficienza e lentezza. Per questo occorre che i politici locali –poco inclini al coordinamento, al lavoro di squadra, a una logica zonale, come dimostra il passo stentato della “nuova” Unione Montana dei Comuni del Mugello- si interroghino. Al momento però non si avvertono indirizzi e scelte coraggiose e lungimiranti.
Vorremmo così proporre e avviare un dibattito serio e costruttivo. E nel prossimo numero ospiteremo interventi sull’ipotesi del comune unico Mugello, per approfondirne pro e contro. Un invito a intervenire rivolto ad amministratori e politici, ma anche ai cittadini. Una riflessione e un’analisi che spetterebbe in primo luogo alla politica locale. Ma che la politica locale, salvo eccezioni, purtroppo, sino ad adesso, non ha fatto.
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