Contributi antisismici. Pochissime le domande in Mugello
MUGELLO – Sono scaduti, in tutti i comuni del Mugello, i bandi che assegnavano contributi a fondo perduto per il miglioramento antisismico degli edifici privati (articolo qui). L’iniziativa non ha avuto granché successo. Poche decine infatti sono state le richieste. Vediamo i numeri nel dettaglio.
Comune di Scarperia e San Piero – 9 richieste
Comune di Firenzuola – 14 richieste
Comune di Vicchio – 12 richieste
Comune di Borgo San Lorenzo – 11 richieste, in particolare 9 privati, 1 condominio (10 unità immobiliari), 1 società agricola
Comune di Barberino di Mugello – 7 richieste
Comune di Vaglia scadenza – 4 richieste
Comune di Palazzuolo sul Senio – 5 richieste
Comune di Marradi – 2 richieste.
Abbiamo chiesto all’Ing. Fausto Giovannardi di Firenzuola un parere sugli esiti del bando.
64 richieste in tutto il Mugello, per i contributi antisismici. Poche, o c’era da aspettarselo? Cosa è che non ha funzionato? 64 richieste di contributo a fondo perduto su 60.000 cittadini di un territorio storicamente sismico (tra due anni ricorre il centenario del terremoto del ’19), dopo le catastrofi cicliche che ogni lustro ci ricordano il rischio… fanno riflettere.
Tanto più che il contributo andava ad aggiungersi al Sismabonus che garantiva uno sconto Irpef del 50-70%). Viene da pensare che il rischio sismico non è percepito dalla popolazione.
A questo deve sommarsi la crisi, tremenda nell’edilizia, di cui spesso si preferisce non parlare.
Forse la gente ha percepito che occorrono comunque ingenti investimenti propri. Nel senso che il contributo copre solo una parte limitata dell’intervento previsto. E si dice che c’erano “troppi fogli” da fare, richiesti dalla Regione. E anche la deducibilità fiscale è spalmata in tanti anni, mentre adesso il proprietario deve comunque frugarsi in tasca in toto. E’ così? Cosa ne pensi? Non c’è bisogno di dire che la cedibilità del credito alle imprese edili (le poche sopravvissute) non è una strada praticabile, perché le aziende sono in perdita e non vantano quindi crediti fiscali.
Per rendere appetibile l’agevolazione bisogna che il credito fiscale sia cedibile alle banche, che così finanzierebbero l’anticipo del cittadino e soprattutto risolverebbe l’ostacolo dato dal fatto che sono pochi coloro che hanno crediti fiscali in grado di compensare somme consistenti.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 luglio 2017