Cresce il progetto del Giotto Ulivi per promuovere la donazione di sangue e staminali
BORGO SAN LORENZO – Unire conoscenze scientifiche e crescita umana e personale, per promuovere la donazione di sangue, e magari anche di staminali, tra i giovani mugellani. E’ la finalità di un progetto che, fin dall’anno scolastico 2016-2017, portano avanti alcuni professori dell’istituto Giotto Ulivi di Borgo San Lorenzo, grazie al quale quest’anno 18 ragazzi hanno chiesto di essere avviati alla donazione (su una platea di 200 ragazzi delle classi quinte di tutto l’Istituto, visto che da quest’anno è coinvolto anche l’indirizzo tecnico grazie alla collaborazione di due docenti: Laura Turco e Antonella Chiari).
L’idea è nata molti anni fa con la Fondazione Sofia Luce Rebuffat che promuove la donazione e diffonde il messaggio di solidarietà sociali e donazione delle cellule staminali, di cui è presidente la professoressa Sabina Mazzoldi. Negli anni il progetto, intitolato ‘Un po’ di te. Un futuro per tanti’, si è trasformato e, grazie all’incontro con la professoressa Maria Cristina Carlà Campa, dall’anno 2016-17 coniuga in ambito scolastico le conoscenze scientifiche e l’impegno alla donazione: dal 2021 si chiama ‘Vivere la vita consapevolmente: dalle conoscenze scientifiche alle responsabilità individuali e sociali’.
Nel percorso queste due professoresse hanno poi coinvolto vari esperti del settore, come il professor Bani, ordinario di Embriologia e Istologia all’Università di Firenze; che ogni anno viene in Mugello a parlare ai ragazzi di staminali. Naturalmente è stato richiesto il contributo fondamentale al dottor Vocioni, del Centro trasfusionale dell’ospedale del Mugello, e alla dottoressa Elena Bartalucci, che è stata a lungo oncologa presso l’ospedale del Mugello. E proprio in questi giorni è intervenuto – con una lezione sulla donazione di midollo osseo – il dottor Guidi, già direttore del Centro Trapianti di midollo di Careggi (è stato anche coordinatore nazionale della commissione per i trapianti di midollo osseo da donatori non familiari e attualmente è vice presidente dell’associazione italiana contro le leucemie). Insieme a lui è intervenuta anche la dottoressa Mirjam E. K. Mie, dell’ospedale di Borgo San Lorenzo, che è la referente per la donazione del sangue cordonale (è specialista in ostetricia e ginecologia e anche lei collabora da anni al progetto per illustrare alle giovani donne la possibilità della donazione di cellule staminali da cordone). E nel corso dell’incontro c’è stato anche spazio per le forti ed emozionanti testimonianze di Guido Nidiaci (marito della professoressa Laura Turco), che qualche anno fa ha ricevuto il trapianto di midollo osseo e seguito proprio dal dottor Stefano Guidi, e di Don Antonio Lari (già cappellano della parrocchia borghigiana), donatore di midollo osseo.
Il progetto nel suo insieme si pone l’obiettivo di sollecitare i giovani e interessarli al tema; e magari portarli a diventare donatori. “Ci piacerebbe – affermano le due professoresse – che alcuni dei ragazzi arrivassero anche alla donazione di staminali, come già è successo proprio con un nostro ex studente”. Naturalmente in tutto questo è importante anche la collaborazione di altri soggetti della scuola, come i professori di educazione fisica che curano gli approfondimenti per i ragazzi dell’indirizzo tecnico.
“E’ molto importante – spiega la professoressa Sabina Mazzoldi – la parte di riflessione e crescita, ad esempio sul fatto che quando doni non sai mai chi riceverà la tua donazione”. E proprio questo aspetto ha aiutato i ragazzi ad esprimere nei loro lavori, che siano temi o brevi video, concetti molto belli “Vediamo crescere questi ragazzi – affermano – umanamente e dal punto di vista delle conoscenze”. E’ bello, in questo contesto, leggere un estratto di un tema di uno dei loro studenti, scelto come presentazione del progetto:
“Il concetto di donazione si fonda sulla logica della solidarietà, dell’aiuto fine a se stesso, contrapponendosi alla logica del profitto, in cui l’azione è finalizzata ad ottenere un vantaggio personale. Il dono è un’azione circolare, poiché attraverso questo atto una persona può aiutare e, in un altro momento, essere aiutata. La donazione si basa sul concetto di comunità, seguendo la logica della collettività e di conseguenza prendendo le distanze da una mentalità individualistica incentrata su se stessi (…). La donazione acquista un valore inestimabile quando si tratta di ‘regalare’ una parte di se stessi a persone che vedono questo gesto come l’unica possibilità per sopravvivere (…). Dunque, la donazione delle cellule staminali è fondamentale non solo per aumentare la probabilità di curare alcune malattie largamente diffuse, ma anche per permettere il progredire della ricerca scientifica”.
Dal saggio breve di Leonardo Becchi della 5^A, a.s. 2016-17
Da quest’anno l’esperienza del Giotto Ulivi viene raccontata anche da una sezione del sito internet dell’istituto Giotto Ulivi, che raccoglie video e contributi scritti dai ragazzi. Da leggere e da guardare assolutamente.