DAI LETTORI – Confronto tra candidati-sindaci a Barberino. Le critiche di Paolo Menchetti
BARBERINO DI MUGELLO – Ho assistito ieri sera all’incontro, presso il teatro di Barberino, dei tre candidati a Sindaco. Non voglio entrare nel merito di chi abbia vinto o perso, di chi dei tre sia stato più efficace e credibile, o il contrario. Ho la mia opinione, ma non credo interessi. Voglio invece sottolineare la conduzione dell’incontro, la scelta della sua struttura stessa, le tempistiche concesse ai candidati, il modo scelto di far partecipare il pubblico esclusivamente tramite domande scritte. Trovo che tutto questo sia stato assolutamente deleterio, scriteriato, assurdo e offensivo, sia verso i candidati stessi che verso i cittadini. Trattandosi di un incontro che si poneva l’obiettivo di informare, di chiarire meglio posizioni, idee, progetti e personalità dei candidati, mi domando come i cittadini stessi siano riusciti a farlo in appena un’ora e venti, dalle 21,15 alle 22,35, di uno slalom sincopato tra domande poste in stile Sergente maggiore Hartman in Full Metal Jacket e tempi di risposta ridicolmente e assurdamente corti, scanditi da campanelle scolatiche ossessive. Un “dibattito” irreggimentato, in puro stile televisivo nel quale i candidati sono stati vittime di tempistiche assurde, come fossero dipendenti di Amazon costretti a correre, invece che tra pacchi da chiudere e spedire, tra frasi, avverbi e congiuntivi da far uscire a forza dai denti per trovare un senso compiuto, sottoposti com’erano alla dittatura dell’orologio e dei continui richiami del conduttore. Mi chiedo il perché si debba orchestrare a Barberino di Mugello un incontro che pare mutuato dall’America di Trump e Hillary Clinton! Quando invece sarebbe bastato dare uno spazio giusto e responsabilmente diviso tra i candidati, moderati con il giusto grado di giudizio. La scelta di far spegnere le luci nella sala, lasciando i tre candidati soli sul palco, isolati visivamente e psicologicamente dal pubblico, è stata un’altra scelta deleteria: mai si era visto un tale esplicito messaggio di esclusione dello stesso pubblico dalla discussione! Una teatralità assurda, che magari aveva la buona intenzione di sottolineare i candidati, ma che ha invece finito per scavare un ulteriore fossato comunicativo tra di essi ed il pubblico. Per giungere poi all’assurdo finale: il pubblico costretto a porre domande scritte ai candidati, che poi sono state scelte, non si sa da chi e con quali criteri di esclusione e accettazione, e lette dal conduttore. Qualunque intervento diretto da parte dei cittadini escluso alla radice. Ma quante sono, nel corso di una legislatura, le possibilità da parte dei cittadini di avere un dialogo collettivo con i propri rappresentanti? Perché si è negato un dialogo costruttivo? Il teatro era pieno, c’era tanta gente che evidentemente era presente perché voleva capire e discutere, e quand’anche si fossero fatte le 23,30 che problema vi sarebbe stato? Un’ora in più avrebbe permesso di approfondire i temi ed i progetti. Ripeto: ho trovato l’organizzazione dell’incontro puerile, disinformativa, controproducente e offensiva nei confronti dei cittadini. E alla fine anche degli stessi candidati, e a questo proposito mi piacerebbe sapere come sia stato possibile, da parte loro, accettare questa metodologia e farne parte. Una brutta pagina informativa, una pessima conduzione, che spero vivamente non si ripeta mai più. Questa è la mia opinione.
Paolo Menchetti
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 maggio 2019
Un viso pallido si era innamorato di una giovane indiana e la frequentava di nascosto, suscitando la rabbia dello stregone della tribù che, alla fine riuscì a farlo catturare dai guerrieri. Per intercessione della giovane indiana, il Gran Sakem concesse al viso pallido una possibilità di scampo: avrebbe dovuto scegliere uno tra due bigliettini, sui quali ci sarebbe stato scritto “vita”, in uno, “morte” nell’altro.
Avvertito dalla giovane indiana che lo stregone avrebbe manipolato i bigliettini per farlo uccidere, il viso pallido passò tutta la notte a pensare come sfuggire alla trappola dello stregone.
La mattina dopo, quando fu messo alla scelta del biglietto, appena letto lo gettò sul fuoco, rendendone impossibile la lettura agli altri. Il Sakem, per determinare quale fosse stato il contenuto del biglietto scelto dal viso pallido, andò a vedere cosa c’era scritto sul biglietto rimasto.
E il viso pallido si salvò.
CAPITA L’ANTIFONA?
Anch’io ero presente all’incontro di ieri, rimanendone profondamente delusa. Non avendo Facebook, per me era una delle poche occasioni di interagire “faccia a faccia” con i tre candidati. Sono purtroppo rimasta a bocca asciutta…nel vero senso della parola, perché non era permesso interloquire con loro. Nonostante la giovane età, ho nostalgia dei vecchi tempi, quando i dibattiti erano, appunto, dei dibattiti, anche aspri a volte, ma si discuteva, si facevano proposte, domande, controproposte, osservazioni. Oggi invece la politica si fa sui “social”, tutti scrivono e giudicano al riparo dei propri schermi ma nessuno parla..anche nelle rare occasioni di confronto, come quella di ieri sera, le domande erano ammesse solo in forma scritta…un segnale anche questo dei tempi che corrono. Però a tutto c’è un limite, ed io credo che il nostro lo abbiamo trovato ieri sera. Non dobbiamo più permettere un incontro politico organizzato in questi termini, perché in democrazia tutti devono poter partecipare e ricevere risposta alle proprie domande, cosa che ieri non è avvenuta.