DAI LETTORI – La Sieve e quei detriti non dragati che aumentano il rischio esondazione
MUGELLO – Graziano Giambastiani, Presidente del Fly Fishing Mugello, evidenzia come il continuo deposito di detriti e sedimenti lungo il fiume Sieve, senza mai dragare il corso d’acqua, crei delle condizioni favorevoli alle esondazioni del fiume. E spiega: “Ogni anno cresce il livello dell’alveo del fiume, ma gli argini sono sempre gli stessi”:
Incuria e degrado quale la conseguenza peggiore? In questi giorni molte zone della Toscana sono ancora gravemente compromesse dall’azione distruttiva dell’acqua e si contano i danni, case allagate, aziende distrutte e morti. Chi invece ha in mano la gestione del territorio non sembra sentirsi troppo responsabile di quanto continua ad accadere da anni, a cicli più o meno regolari. Si continua a sentire parlare di prevenzione, di sicurezza, di cambiamento climatico di allerte più o meno colorate, evitando di ricordare però come da anni moltissimi corsi d’acqua sono abbandonati all’incuria più totale. Un fenomeno questo che riguarda gran parte delle regioni Italiane e non solo la Toscana; e a parte il Trentino e il Veneto, che sicuramente sono tra le regioni più virtuose quando si parla di ambiante e di ecosistemi fluviali, il resto del territorio si può dire che faccia acqua da tutte le parti. Credo di non sbagliarmi se dico che noi in Toscana da questo punto di vista siamo messi davvero male, e nonostante che molti siano consapevoli di questa situazione, si contano i danni e si continua a fare poco o quasi niente.
Io non sono un tecnico e non sono neanche un ingegnere, quindi è difficile capire per me i meccanismi che regolano la gestione e il controllo dei nostri territori, io non sono niente di tutto ciò, ma sono uno che vive il fiume da una vita, io sono uno dei tanti che ha visto aumentare il degrado anno dopo anno nei nostri corsi d’acqua, abbandonati al tempo e alle stagioni. La mia esperienza è elementare rispetto a quella di un tecnico, ci mancherebbe altro, ma credo che continuare ad ammucchiare detriti su detriti, spalmare sabbia e fango senza mai “dragare” non sia una cosa fatta bene. Nella mia poca esperienza continuo a non capire perché esiste una legge che impedisce lo smaltimento in discarica dei detriti tolti dai fiumi, vorrei che qualcuno mi spiegasse perché vengono dati gli appalti per il taglio delle piante lungo i corsi d’acqua e poi nessuno porta via la legna tagliata, vorrei capire perché si lascia che gli alberi cadano in acqua giustificando che in caso di piena fungono da freno.
Vorrei che qualcuno mi dicesse perché le abitazioni, le cantine i garage continuano ad allagarsi a causa dell’acqua che esce dai tombini e poi tutti fanno finta di non vedere che il tubo di scolo è intasato dalla terra e dalla vegetazione. Sicuramente il cambiamento climatico e i lunghi periodi di siccità rendono tutto molto più complicato e forse si tende a non pensare che in un giorno qualsiasi di novembre all’ora x, fiduciosi che in caso di emergenza riceveremo in tempo utile un messaggio di “allerta” sul cellulare, quando in televisione ti dicono che sarà semplicemente un’allerta gialla e non c’è da preoccuparsi, e tu sei lì col cellulare in mano dietro la finestra di casa e vedi le macchine trascinate via dalla corrente, le strade che si allagano, la gente che urla e si dispera perché la propria azienda, la casa, la stalla, gli animali stanno per essere sommersi da acqua e fango, allora quella disperazione diventa rabbia. Sono passati alcuni giorni e ancora si contano i danni mentre la rabbia e la delusione, verso la politica e la gestione del territorio, sono gli unici due sentimenti che ci rendono comuni. Ma di fronte a questa drammatica, terribile tragedia una certezza l’abbiamo avuta, e si chiama “solidarietà”, quella cosa che vale più di un miliardo di parole inutili dette da un politico seduto dietro una scrivania, perché la solidarietà viene dal cuore e non chiede niente in cambio. La speranza è che questa ennesima tragedia possa servire a capire quanto sia importante la prevenzione, il controllo e il monitoraggio del territorio, ma come dice il famoso proverbio chi visse sperando morì…
Graziano Giambastiani, Presidente del Fly Fishing Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 9 Novembre 2023
Ormai la privatizzazione esasperata del territorio ha ridotto i fiumi a fogne, al servizio di una urbanizzazione selvaggia. I vantaggi agli speculatori le spese alla società. Che i fiumi portino i detriti è un fatto fisico, basterebbe aver dato loro più spazio. Fino ad oggi conveniva di più un’alluvione ogni tanto che regimare bene i corsi d’acqua ma questo equilibrio si è rotto con i recenti cambiamenti climatici. Meditiamo gente!Forse bisognerebbe avere un occhio alla programmazione e non piangere sempre a disastro avvenuto.
Ho ormai 60 anni e quando ero piccolo ricordo che nel Carlone un’impresa sotto richiesta di un permesso dragava il fiume a proprie spese. Il guadagno veniva dalla ghiaia raccolta. Anche in cima Campolungo sulla statale tra Vaglia e Fontebuona poco a valle del torrente Risercioni, dopo un esondazione che portò alla morte di un medico molti anni fa, il fiume Carza veniva drsgato regolarmente. Adesso sono anni che non viene abbassato il letto, però quest’estate c’erano tre operai del consorzio a tagliare l’erba con il decespugliatore. È risaputo che l’erba è la responsabile degli straripamenti!
Più occhio alla programmazione si, ma dato che ci sono i consorzi di bonifica da noi pagati, mi chiedo cosa fanno e cosa programmano…. Dragare i fiumi è una necessità e pulirli dal legname che si accumula.. Troppa programmazione??? Aspettiamo la prossima alluvione!!! 20 anni fa circa ogni squadra della provincia aveva il proprio territorio e strade da mantenere con relativa pulizia dei fossetti e delle fogne… Ora tutto in appalto complimenti per la programmazione!!!! È evidente che funziona alla grande!!!
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