LE PENITENZE DEL PIEVANO
Messer Damiano Manti, "uomo di
lettere" di vita esemplare, notaio, sacerdote del 1500, in seguito alle recenti
celebrazioni savonaroliane, è diventato il Pievano più famoso della Pieve di Borgo San
Lorenzo.
Invito a leggere il nuovo, recentissimo libro sul "Monastero di santa Caterina a
Borgo San Lorenzo" (edito da Polistampa a cura del Comune di Borgo e della Regione
Toscana) chi volesse saperne di più su questo singolare personaggio e sulla sua grande
impresa di rimettere a posto la Pieve mezza rovinata e di costruire il monastero
domenicano che è stato nel mese scorso al centro dell'interesse di studiosi e di amanti
dell'arte e della storia locale.
Io ho pensato di tradurvi con parole semplici alcuni episodi (citati anche nel libro)
tratti dalla Vita di Messer Damiano che si trova nel codice Strozziano e che fu a suo
tempo riportata nel Bollettino storico-letterario del Mugello del 1893.
Sono tre brevi aneddoti che ci dicono abbastanza sul suo carattere.
Era un uomo di grande esempio.
Ammaestrava il suo popolo con assidui sermoni che faceva nei giorni festivi, dicendo
messa.Era successo già diverse volte che i poveri diavoli, ricchi solo di figliuoli,
venissero da lui severamente rimproverati a causa della passione per il gioco.
"Non giocate a carte i denari che avete guadagnato nella settimana! Devono servire
per dar da mangiare alla vostra famiglia! Questo è un abuso che Dio non sopporta!"
Per un po' smettevano, ma poi ci ricascavano e c'era subito chi andava dal Piovano a fare
la spiata.."Giocano, giocano ancora, sor Piovano, non Le hanno dato retta!"
Allora messer Damiano cominciò a girare col suo chierico per le piazze di Borgo nelle ore
che sapeva lui nei giorni festivi e anche qualche volta tra settimana e quando trovava dei
giocatori gli toglieva le carte di mano . "Andate a lavorare!" gridava e
strappava le carte o le buttava via.Andò a finire che, quando le vedevano apparire, c'era
un fuggi fuggi generale: "leviamoci di qua, ecco il Piovano!"
Un anno successe che il giorno dopo
la festa di San Lorenzo, mentre messer Damiano diceva messa, si trovavano in Pieve due
cittadini fiorentini. Questi signori chiaccheravano fitto tra loro per tutto il tempo
della messa, noncuranti delle occhiatacce che il Pievano saettava loro ogni volta che si
voltava dall'altare. Messer Damiano resse la pazienza fino alla fine della Messa, poi,
lasciate le vesti sacerdotali in secrestia, si avvicinò piano piano a quelli che ancora
continuavano a parlare e dette un bel ceffone a uno di loro, dicendo: "Questo non è
un luogo di ragionamenti, mentre si sta alla messa!"
E a quei signori non restò che chiedere umilmente scusa.
In occasione di un Carnevale
capitò che sei uomini di Borgo avessero la brillante idea di mascherarsi da eremiti con
tanto di croci e strumenti di penitenza.
Pronto, messer Damiano, il primo giorno di Quaresima disse dall'altare:" Quei tali
che si sono mascherati da eremiti non si azzardino a confessarsi per Pasqua da altri
sacerdoti all'infuori di me perchè non do il permesso a nessuno."
Così, quando tutti e sei andarono da lui a confessarsi ( altri tempi...) dette loro la
penitenza di starsene la mattina di Pasqua fuori dalla porta di chiesa con una corda al
collo per tutto il tempo che durò la prima messa, proprio quando c'era più gente.
E bravo messer Damiano: quelle sì
che erano delle belle penitenze!
Altri tempi, altro timor di Dio...
Nicoletta Martiri Lapi