Politica... in
depressione
Il rinnovo dei consigli
comunali, l’elezione dei sindaci, anche in Mugello, sono alle porte. Ma non si
respira una bell’aria. E se la
lontananza tra la politica e la quotidianità della gente non è problema solo di
oggi, non vi è dubbio che tale distanza oggi risulti particolarmente grande.
Le cause sono molte, ma
l’effetto è uno. Che il livello dell’attività politico-amministrativa locale
decade, diventa mediocre. Non ce ne vogliano gli attuali amministratori, e
neppure quelli futuri: molti di loro, non vi è dubbio, fanno del loro meglio. Ma
è il contesto che appare malato e asfittico. Non c’è vero ascolto dei bisogni
della gente, le decisioni sono avulse dalle esigenze e dalle priorità, ma
rispondono spesso ad altre logiche, manca un’adeguata elaborazione progettuale e
culturale, spesso si tende a far sapere ai propri cittadini solo quel che fa
comodo, sostituendo la propaganda all’informazione.
Un’amministrazione
comunale avrebbe il compito di fare da coagulo, o almeno di favorire il coagulo
degli interessi al servizio del bene comune, di tenere unita la comunità, di
offrire servizi e occasioni di crescita.
Le cause, dicevamo, sono
molte. C’è la progressiva, assoluta carenza di formazione politica delle nuove
generazioni. Al massimo i ragazzi sono sollecitati da qualche slogan, due volte
l’anno, ma nessuno offre più loro luoghi e occasioni per confrontarsi,
discutere, scontrarsi e approfondire. C’è l’impoverimento ideale del mondo degli
adulti. Si pensa a guadagnare e a divertirci, a progettar vacanze o a navigare
su internet, ma a rimboccarci le maniche per costruire “pezzi di società nuova”,
ovvero spazi di confronto, occasioni di gratuità, iniziative di servizio e di
cultura, luoghi che favoriscano l’incontro e il rapporto positivo tra le
persone, ci si pensa sempre meno. Ovvio poi che anche l’impegno politico divenga
roba da museo archeologico, campo nel quale non vale più la pena operare.
Ma, nella nostra zona, c’è
anche una terza ragione per spiegare questa politica così depressa. Non vi è
dubbio che
Il rimedio non è facile,
visti anche i numeri che vengono dalle urne. C’è chi ha proposto di abbattere
steccati ideologici e vecchi schemi e di chiamare a lavorare insieme tutti
coloro che ritengono un bene per il proprio paese quello di interrompere, almeno
per un po’ il “dominio” del sempre solito gruppo-partito, per immettere idee,
energie ed aria nuova nelle stanze comunali. Proposta ganza, ma che dovrà, per
avere buon esito, riuscire a rompere mentalità legate ad ideologie ormai
tramontante. E non sarà facile. I prossimi mesi ci diranno se questa voglia di
cambiamento e di rinnovamento della politica locale troverà sbocchi concreti, o
sarà uccisa dalle vecchie logiche. E sapremo se
il filo
COSA DISTRUGGE L’UOMO?
Con che cosa
mai si può distruggere l’uomo?
Con la
politica senza principi.
Con la
ricchezza senza lavoro.
Con
l’intelligenza senza sapienza.
Con gli
affari senza morale.
Con la
scienza senza umanità.
Con la
religione senza fede.
Con l’amore
senza il sacrificio di sé.
GANDHI
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, novembre 2008