Link alla Homepage
Menu


La copertina del mese
GLI ARTICOLI
editoriale

Politica... in depressione

Il rinnovo dei consigli comunali, l’elezione dei sindaci, anche in Mugello, sono alle porte. Ma non si respira una bell’aria.  E se la lontananza tra la politica e la quotidianità della gente non è problema solo di oggi, non vi è dubbio che tale distanza oggi risulti particolarmente grande.

Le cause sono molte, ma l’effetto è uno. Che il livello dell’attività politico-amministrativa locale decade, diventa mediocre. Non ce ne vogliano gli attuali amministratori, e neppure quelli futuri: molti di loro, non vi è dubbio, fanno del loro meglio. Ma è il contesto che appare malato e asfittico. Non c’è vero ascolto dei bisogni della gente, le decisioni sono avulse dalle esigenze e dalle priorità, ma rispondono spesso ad altre logiche, manca un’adeguata elaborazione progettuale e culturale, spesso si tende a far sapere ai propri cittadini solo quel che fa comodo, sostituendo la propaganda all’informazione.

Un’amministrazione comunale avrebbe il compito di fare da coagulo, o almeno di favorire il coagulo degli interessi al servizio del bene comune, di tenere unita la comunità, di offrire servizi e occasioni di crescita.

Le cause, dicevamo, sono molte. C’è la progressiva, assoluta carenza di formazione politica delle nuove generazioni. Al massimo i ragazzi sono sollecitati da qualche slogan, due volte l’anno, ma nessuno offre più loro luoghi e occasioni per confrontarsi, discutere, scontrarsi e approfondire. C’è l’impoverimento ideale del mondo degli adulti. Si pensa a guadagnare e a divertirci, a progettar vacanze o a navigare su internet, ma a rimboccarci le maniche per costruire “pezzi di società nuova”, ovvero spazi di confronto, occasioni di gratuità, iniziative di servizio e di cultura, luoghi che favoriscano l’incontro e il rapporto positivo tra le persone, ci si pensa sempre meno. Ovvio poi che anche l’impegno politico divenga roba da museo archeologico, campo nel quale non vale più la pena operare.

Ma, nella nostra zona, c’è anche una terza ragione per spiegare questa politica così depressa. Non vi è dubbio che il Mugello sia noto in tutta Italia per il suo voto “sempre uguale”. Qui prima il PCI, poi i DS, ora il PD hanno sempre vinto e, c’è chi pensa, sempre vinceranno. E’ un blocco di potere forte. Forte e legittimo, perché sostenuto dal voto della maggioranza dei cittadini. Ciò provoca però anche degli effetti negativi. Si è invocato, e a ragione, a livello nazionale, un “paese normale”, ovvero un paese dove c’è alternanza politica, dove c’è un ricambio, dove può vincere l’uno, può vincere l’altro. Se governano sempre i soliti, il Paese si ammala, rallenta. La ragione è ovvia: se chi è nella stanza dei bottoni pensa di essere inamovibile, di vincere comunque, sarà meno stimolato a far bene; tenderà ad essere autoreferenziale, a darsi sempre ragione, a sentirsi “bravo solo lui”, a rifiutare con fastidio le critiche, a non confrontarsi con chi la pensa diversamente. Ma a forza di toglier stimoli e colori, alla fine il risultato è il grigio, l’acqua stagnante. Questo spiega il basso indice di gradimento che si rileva nei confronti delle giunte dei comuni del Mugello, dove spesso anche tanti cittadini che si riconoscono nel centrosinistra esprimono sempre più disagio e malcontento verso gli attuali amministratori.

Il rimedio non è facile, visti anche i numeri che vengono dalle urne. C’è chi ha proposto di abbattere steccati ideologici e vecchi schemi e di chiamare a lavorare insieme tutti coloro che ritengono un bene per il proprio paese quello di interrompere, almeno per un po’ il “dominio” del sempre solito gruppo-partito, per immettere idee, energie ed aria nuova nelle stanze comunali. Proposta ganza, ma che dovrà, per avere buon esito, riuscire a rompere mentalità legate ad ideologie ormai tramontante. E non sarà facile. I prossimi mesi ci diranno se questa voglia di cambiamento e di rinnovamento della politica locale troverà sbocchi concreti, o sarà uccisa dalle vecchie logiche. E sapremo se il Mugello non è ancora pronto al “change”, che altrove è riuscito, ed è stato salutato con entusiasmo.

il filo

COSA DISTRUGGE L’UOMO?

Con che cosa mai si può distruggere l’uomo?

Con la politica senza principi.

Con la ricchezza senza lavoro.

Con l’intelligenza senza sapienza.

Con gli affari senza morale.

Con la scienza senza umanità.

Con la religione senza fede.

Con l’amore senza il sacrificio di sé.

GANDHI

 

© il filo, Idee e notizie dal Mugello, novembre 2008

Cerca in questo sito gli argomenti sul Mugello che ti interessano powered by FreeFind
Copyright © 2006 - Best viewed with explorer - webmaster Stefano Saporiti contatti: info@ilfilo.net, Tel. 333 3703408