Fallimento Chini. Omoboni: “Soluzione rapida a tutela dei dipendenti e di un marchio storico”
“Auspichiamo una soluzione più rapida possibile per un progetto di rilancio che tuteli contemporaneamente sia l’occupazione che la grande tradizione della Manifattura Chini”. Così stamani il sindaco di Borgo San Lorenzo, Paolo Omoboni, intervenendo nel corso della conferenza stampa indetta dalla CGIL Mugello – presenti il segretario della Camera del Lavoro Paolo Aglietti e il rappresentante della della FILCTEM CGIL Alessandro Picchioni (nellafoto) per fare il punto sulla situazione relativa al fallimento della Ceramiche Pecchioli-Chini di Borgo San Lorenzo.
“Stiamo seguendo da mesi ormai in maniera discreta ma attiva, attraverso incontri e colloqui avuti con i vari soggetti che sono interessati dalla procedura, la vicenda delle ceramiche Pecchioli, ha spiegato il sindaco. Rimarremo in prima linea per fare la nostra parte per tutelare un patrimonio storico, artistico ed occupazionale del nostro territorio. Quello che possiamo fare come amministrazione, continua Omoboni, è premere perché le procedure fallimentari siano svolte nel minor tempo possibile ed interessarsi perché gli acquirenti non mirino ad un’operazione prettamente di carattere commerciale, ma che questa sia legata al territorio ed alle sue risorse”.
Dopo il fallimento delle Ceramiche Pecchioli – Chini (la Manifattura Chini fu assorbita da Pecchioli, che a Borgo San Lorenzo ha lasciato la produzione) sono tre le manifestazioni d’interesse. Una di un’azienda di Sassuolo, interessata però soltanto al marchio, una che viene dal Mugello e precisamente da Scarperia, dalla ditta Corti, che commercia materiali ceramici e di edilizia, e la terza che arriva dal Belgio, dalla KORAMIC INVESTMENT GROUP, o meglio dalla Petracer’s, un’azienda di ceramiche, di Sassuolo, controllata da Koramic, che è una multinazionale con sede in Belgio.
In attesa quindi che venga predisposto un bando d’acquisto da parte del curatore fallimentare l’obiettivo dell’Amministrazione Comunale è quello, “insieme alle forze sindacali, di salvaguardare il futuro dell’azienda ma, aggiunge il sindaco Omoboni, anche quello di prefigurare un rilancio complessivo dello sviluppo nel nostro comparto produttivo e manifatturiero”.
Alessandro Picchioni, della FILCTEM CGIL è fiducioso. “Prima abbiamo parlato con la curatela, che ci ha confermato come siano pervenute tre manifestazioni d’interesse. Poi, insieme al sindaco, abbiamo incontrato i rappresentanti di Koramic e Petracer’s. C’è molto interesse, le loro intenzioni sono interessanti. Sanno che le ceramiche Pecchioli sono un prodotto di nicchia, si va dai 200 euro al mq in su, un artigianato ormai raro da trovare. E ci hanno fatto capire di comprendere bene che il valore del marchio è tutto nella storia artistica della manifattura Chini. Tanto che hanno detto chiaramente il loro interesse a mantenere lo stabilimento di Borgo San Lorenzo, anche se non è in buone condizioni anche perché da tempo non sono stati fatti investimenti sugli impianti, ma vorrebbero far ripartire quanto prima la produzione, con la prospettiva poi di trasferirsi in uno stabilimento più moderno. Il progetto sarebbe di fare della Ceramiche Pecchioli una ‘piccola Ginori’, cioè un’azienda artigianale che andrebbe a far parte di un gruppo multinazionale con potenzialità di sviluppo”.
Ora però non si deve perdere altro tempo: “Vogliamo -dice il sindacato- che la curatela proceda velocemente a fare le perizie per poi poter fare il bando. Ci dicono che le perizie saranno pronte per fine marzo. Non dimentichiamo che ci sono 16 persone che sono state licenziate.
A proposito della situazione dei lavoratori Picchioni racconta un particolare interessante: “Abbiamo cercato finora di tenere i lavoratori in una condizione di stand by. E in questo anche la Ginori, che con Pecchioli aveva rapporti di collaborazione ha evitato, anche se ce ne sarebbe stato l’interesse, di assorbire una parte dei lavoratori, di svuotare l’azienda. Perché il marchio Chini-Pecchioli ha un valore, e senza i lavoratori l’azienda non potrebbe ripartire”.
E intanto vi sono contatti anche con i Chini, per coinvolgerli direttamente nella nuova attività.
© Il filo, Idee e notizie dal Mugello, 19 marzo 2015