Un’idea bella per far rivivere il Monastero di Santa Caterina a Borgo San Lorenzo
BORGO SAN LORENZO – Non è ancora un progetto esecutivo, ed è ancora da definire la fondamentale questione del reperimento dei fondi. Ma intanto c’è un’idea forte per non lasciare vuoto e abbandonato al degrado il grande complesso del Monastero di Santa Caterina da Siena, nel cuore del centro storico di Borgo San Lorenzo.
E’ stata presentata sabato 23, nel grande cenacolo del convento. Tanta gente, tanti operatori economici, tanti borghigiani e autorità istituzionali. Sicuramente un evento, perché il Monastero era senza vita ormai da più di un lustro – l’ultima suora se ne è andata nel 2013 – e senza prospettive concrete di essere utilizzato. E per chi ha varcato la porta del complesso religioso ed ha visitato gli ambienti è stata sicuramente un’emozione e una sorpresa: un chiostro bellissimo, architetture antiche e ben preservate – salvo un cedimento preoccupante in una porzione di tetto -, opere d’arte, spazi vastissimi che si dipanano nei lunghi corridoi e in quelle che erano le celle delle claustrali.
In questo video il Co&So spiega la filosofia dell’intervento, che, come ha sottolineato Lorenzo Terzani, presidente del Co&So, vuole mantenere una centralità alla funzione sociale e culturale, dando spazio alla parte commerciale per quel tanto che serve a rendere il progetto economicamente sostenibile”.
Un dubbio rimane, ed è quello della fattibilità concreta: sia per la necessità di conciliare i vari aspetti presenti nel progetto, dal culturale, al commerciale, fino ai servizi socio-sanitari, ed anche i diversi soggetti che concorrono a formare la nuova Fondazione presieduta da Stefano Tagliaferri, un consorzio di cooperative quale il Co&So, le Suore Domenicane, e il Gal-Start, che rappresenta i soggetti pubblici e privati del territorio; sia perché trovare 6 milioni e mezzo non è uno scherzo, e neppure lo è mantenere in attivo la vita quotidiana della “cittadella” per rendere recuperabile l’investimento.
Tagliaferri non lo nasconde: “Da oggi il Monastero diventa un contenitore che può accedere a finanziamenti ad hoc, ma tutto questo è possibile se rimetti in moto la struttura. C’è dunque un primo step, rendere gli ambienti nuovamente fruibili. E a questo ci arriviamo, ed è la base nella quale poter inserire progetti che si candidano a ricevere finanziamenti. Il primo passo è a portata di mano”.
Anche il sindaco Paolo Omoboni è entusiasta dell’idea di far rivivere questi spazi di grande valore: “Questa grande partecipazione di stamani – dice – è un primo segnale di grande interesse per l’idea di valorizzare un luogo così significativo per i borghigiani: un progetto che come amministrazione abbiamo subito sposato, dando il via libera a una variante urbanistica, per un utilizzo anche commerciale, al fine di consentire a questo progetto di avere gambe, ovvero di ricevere i finanziamenti necessari. E’ un progetto non calato dall’alto, aperto, anche se ci sono idee progettuali già sviluppate per la parte socio-sanitaria”.
All’ultimo piano si prevede infatti di realizzare una struttura per cure intermedie, destinate a persone che hanno bisogno di riabilitazione dopo l’uscita dall’ospedale, dopo un intervento chirurgico o affetti da malattia cronica. Una struttura, dotata di 40 posti letto, che risponde alla prassi di rendere sempre più rapide le dimissioni dall’ospedale, per motivi di costi – un posto letto in ospedale ha un costo quasi quadrupolo rispetto a un posto in struttura intermedia -, ma che potrà essere utilizzata anche come hospice o rsa. Gli ambienti dell’ex-monastero risultano idonei rispetto alle vigenti norme regionali.
“E’ un progetto non calato dall’alto – insiste il sindaco – ma partecipato, e la risposta dell’associazionismo di categoria è stata grande. Il riutilizzo di questi spazi ha potenzialità incredibili per Borgo San Lorenzo e il Mugello”.
(Foto Marta Magherini)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 marzo 2019