Il presidente di Auxilium Chivetti replica alle critiche di un’utente
BORGO SAN LORENZO – Il presidente di Auxilium Stefano Chivetti replica con amarezza alla lettera di una donna (qui) che raccontava il trattamento ricevuto durante un prelievo del sangue.
Gentile signora, la lettera che lei ha inviato al Filo, mi rattrista molto.
Mi rattrista perché nella sua narrazione ricca di imprecisioni ed allusioni fuorvianti leggo solo il desiderio di creare un inutile polverone.
Dare giudizi sulla professionalità di infermieri solo perché le appaiono giovani (addirittura studenti) denota che il suo vero problema non è stato il disagio da lei subito bensì la voglia di vendetta e di alimentare inutili polemiche.
Questo e’ doloroso per noi infermieri e per qualunque professionista che si occupa della cura delle persone con passione e amore.
Lei non è neanche informata sul perché un professionista può non usare i guanti: nello specifico e’ giusto che lei sappia che l’utilizzo del guanto non viene effettuato per proteggere lei dall’operatore bensì per proteggere l’operatore da lei.
Il Suo racconto e’ pericoloso perché crea nelle persone pregiudizio ed il pregiudizio e’ un brutto sentimento.
Per fortuna tante persone ogni giorno si complimentano con noi, per l’efficienza del servizio e per l’accoglienza che ogni nostro operatore sanitario e non, offre ad ogni persona che si rivolge a noi.
Se lei avesse davvero il bisogno di chiarire con il professionista ciò che le è successo questo le farebbe onore. Invece sceglie lo schermo della lettera al giornale che evidenzia probabilmente ciò che lei ha veramente nel cuore. Un cordiale saluto.
Il presidente Dott. Stefano Chivetti
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 9 ottobre 2021
Non conosco nessuno dei protagonisti della vicenda e non ho esperienza in merito ma penso che la risposta sia puntigliosa e per niente umile. Le critiche vanno accolte e se ritenute ingiuste occorre spiegare bene il perché.
Giusto, anche secondo me
Che brutta risposta, non credo che il presidente di Auxilium possa accusare di pregiudizio o “voglia di vendetta” senza alcun riscontro qualunque utente muova delle critiche alla struttura. Un po’ più di rispetto e di umiltà ( viste anche precedenti risposte del presidente ad altre osservazioni dei mesi precedenti)non guasterebbe.
Gent.mo Dr. Chivetti, da semplice lettrice, anch’io mi sento molto rattristata dal tono della Sua
risposta, che reputo offensivo nei confronti dell’utente, la cui narrazione non denota imprecisioni, né desiderio di creare polveroni. L’utente non ha giudicato in base all’età dell’infermiere, ma in base a quello che ha subìto. Lei ne ha, addirittura, dedotta una voglia di vendetta, ma che vendetta può covare una persona che deve semplicemente farsi delle analisi? Se una mera esposizione dei fatti viene definita “pericolosa”, che altra possibilità abbiamo noi semplici cittadini e fruitori del servizio sanitario di far sentire la nostra voce? Mi fa piacere che tante persone si complimentino per l’efficienza dei vostri servizi, ma se accadono fatti come quelli lamentati, parole eccessive come quelle da Lei usate farebbero pensare alla classica “coda di paglia”.
E perdoni la nostra disinformazione, ma i guanti, a prescindere da chi debba essere protetto, sono sempre stati usati per i prelievi ematici, per cui la loro assenza, così come la mancanza di un cartellino identificativo da parte dell’infermiere, possono generare interrogativi e dubbi che ritengo del tutto leciti.
Mi consenta, infine, di esprimere la mia solidarietà all’utente che ha scritto, perché ha voluto rendere nota la sua esperienza, credo, affinché un servizio importante come il vostro possa migliorare, e non perché, come Lei asserisce, abbia nel cuore chissà quale rancore o brutto sentimento. E da parte Sua, almeno un “mi dispiace” sarebbe stato auspicabile.
Cordialmente Gianna