Il verde di Borgo: doppia mozione per Marco Giovannini (M5S)
BORGO SAN LORENZO – Dal valorizzare i giardini di Piazza Dante tramite anche il suo monumento commemorativo fino all’abbandono della tecnica di “capitozzatura”: sono questi i temi presentati dal consigliere di minoranza pentastellato Giovannini tramite due mozioni.
OGGETTO: Mozione per intervento di valorizzazione del Monumento ai Caduti situato al centro dei giardini di Piazza Dante nel capoluogo
VISTO
- I recenti interventi di manutenzione straordinaria che hanno interessato il ripristino del fondo e della finitura superficiale dei vialetti dei giardini di Piazza Dante e della pulizia di caditoie e fognature;
- Che gli interventi di manutenzione straordinaria non hanno assolutamente preso in considerazione interventi sul Monumento ai Caduti, salvo una piccola ripassatura a ghiaia sugli scalini;
- Lo stato di assoluta incuria del Monumento ai Caduti sito al centro dei giardini in oggetto, che presenta almeno un faro di illuminazione danneggiato e riempito di terra, e che gli altri non valorizzano sufficientemente il monumento data la scarsa luce che emanano. Parte del recinto perimetrale inoltre risulta piegato, le superfici in marmo sono di colore scuro a causa dello smog e dal continuo uso improprio che molti bambini ne fanno arrampicandosi, specie durante i giorni del carnevale quando vengono spruzzati sulle figure in bronzo (o metallo
ricoperto di bronzo) materiali appiccicosi provenienti dalle bombolette ludiche; - Che il Monumento in ricordo dei Caduti di Borgo San Lorenzo rappresenta una memoria che deve essere valorizzata, in onore dei nostri concittadini che hanno dato la propria vita pur di garantire la nostra libertà dalle guerre, i regimi e l’oppressione;
- Che il Monumento viene ormai troppo spesso utilizzato come punto di bivacco serale, in totale mancanza di rispetto di ciò che esso rappresenta;
IMPEGNA LA GIUNTA ED IL SINDACO:
- Ad attivarsi al fine di redigere un progetto per la riqualificazione del Monumento ai Caduti situato al centro dei giardini di Piazza Dante. Tale riqualificazione dovrà almeno prevedere la pulizia di tutto il monumento per riportarlo all’aspetto originario, l’installazione di nuova illuminazione a led con luce bianca e di adeguata potenza e la sostituzione dell’attuale “recinto” (previo parere della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato) con uno idoneo a non
consentire l’accesso al monumento da persone non addette alla sua manutenzione; - A programmare interventi di manutenzione ordinaria al Monumento per garantirne l’aspetto e la conservazione negli anni a venire.
OGGETTO: Mozione per abbandono dalla tecnica di capitozzatura degli alberi
VISTO
- Gli interventi di potatura di piante ed alberi e della loro capitozzatura all’interno dei giardini di Piazza Dante, ultimati alcuni giorni fa e che hanno reso l’immagine dei giardini assai discutibile;
- Tali interventi alimentano costantemente il disappunto dei cittadini che, puntualmente dopo ogni capitozzatura effettuata sul territorio comunale, si scagliano sui social per protestare e manifestare la propria contrarietà;
- E’ ormai appurato che la tecnica della capitozzatura rappresenta un modo tecnicamente inadeguato di intervenire sulla crescita delle chiome degli alberi;
CONSIDERATO CHE
- Come riportato dalla nota Rivista di settore “Rivista Natura” che dedica sul proprio sito internet “rivistanatura.com” (https://rivistanatura.com/opporsi-alla-capitozzatura/), secondo la Società internazionale di arboricoltura, sono almeno sette le ragioni per dire no all’attuale modo di trattare gli alberi e in particolare alla barbara pratica della capitozzatura.
Queste sette ragioni sono:
- Sviluppo di malattie, funghi e parassiti. I monconi di un albero capitozzato formano ferite difficili da rimarginare (anche perché quasi mai sui tagli viene messo l’apposito mastice cicatrizzante). Al contrario questi tagli e cavità vengono rapidamente attaccati e colonizzati da funghi, spore, insetti e parassiti vari che intaccano ulteriormente la struttura del legno, rendendolo ancora più fragile (e quindi giustificando poi il successivo taglio dell’albero).
- Ricrescita accelerata dei rami deboli. La pianta reagisce alla capitozzatura gettando nuovi rami epicornici, ovvero che spuntano dalle gemme secondarie sparse nel tronco. Si tratta però di rami deboli, con attaccatura fragile, che la pianta produce in gran quantità per ricostruire al più presto la necessaria massa fogliare. Il risultato è che in poco tempo avremo una gran quantità di rami ma più fragili e pericolosi, una chioma squilibrata ed una forma dell’albero che comunque si presenterà poco armonica e meno bella. Tra l’altro per ogni ramo tagliato muore anche una o più radici, con un indebolimento strutturale della pianta che, ricordiamo, nei casi di alberi maturi è sottoposta alla base a forze di trazione pari anche a 200 t., per esempio nelle giornate di vento. Insomma una situazione complessiva che “chiamerà” la necessità di nuove potature.
- Aggravio dei costi. Per i motivi precedenti l’uso pesante della motosega, anche se dà la sensazione di poter risparmiare, in realtà crea situazioni che richiederanno presto nuovi interventi di manutenzione.
- Deficit nutritivo e indebolimento generale. Qualunque intervento che rimuova più di 1/3 della chioma modifica il metabolismo dell’albero causando un deficit di sostanze nutritizie ed abbassando le difese immunitarie dell’albero nei confronti di vari patogeni (soprattutto in un ambiente insalubre come quello urbano).
- Shock solare. Riducendo o eliminando la chioma si espone la corteccia del tronco e dei rami residui all’azione diretta dei raggi solari, che producono delle vere e proprie scottature.
- Brutture. Inutile dire che gli alberi capitozzati sono penosi, brutti a vedersi e fanno tanta tristezza. Sino a quando non ripristina la chioma, la pianta apparirà come mutilata e sfigurata, privata della sua importante funzione estetica.
- Morte dell’albero. Alcune specie, come ad esempio i faggi, mal sopportano le potature e la riduzione improvvisa del fogliame facilmente porta alla morte della pianta. Insomma le capitozzature sono inutili, brutte, costose e dannose, mentre le potature, fatte sempre da specialisti, andrebbero limitate solo alle situazioni di reale pericolo (es. rami secchi o pericolanti). La miglior potatura comunque rimane sempre quella che non si vede, che non stravolge la forma e la fisiologia della pianta.
TUTTO CIO’ PREMESSO IMPEGNA LA GIUNTA ED IL SINDACO:
- Ad abbandonare definitivamente su tutto il territorio comunale la tecnica della così detta “capitozzatura”;
- Ad affidarsi ad esperti del settore al fine di individuare le migliori tecniche di potatura delle piante e degli alberi, atte a salvaguardare il verde pubblico, il decoro urbano e soprattutto atte a mitigare gli impatti antropici.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 18 febbraio 2020