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Le ragioni del No alla fusione secondo “Vivi Dicomano”

Posted On 25 Ott 2018
By : Irene De Vito
Comment: 0
Tag: Comitato difendi San Godenzo, Dicomano, fusione, San Godenzo

DICOMANO – Il portavoce del Comitato per il “NO” alla fusione tra San Godenzo e Dicomano, Maurizio Gori, spiega in una nota quali sono le ragioni per cui al referendum i cittadini dovrebbero votare “No”.

“In qualità di portavoce di Dicomano del Comitato del no alla Fusione voglio precisare che all’evento organizzato dal “Comitato del Carnevale“ non ci sarà “nessun confronto tra il sì ed ed il no alla fusione” perché nessun rappresentante del no sarà presente al dibattito, come già da tempo comunicato agli organizzatori.
Senza esprimere alcun giudizio sulla strada intrapresa dal “Comitato del Carnevale” nonché sul titolo fuorviante dell’iniziativa, del quale senza riscontro ne abbiamo chiesto la rettifica, informiamo i cittadini che a tale iniziativa ascolteranno solo le ragioni del “sì” alla fusione senza contraddittorio.
Eventuali interventi per le ragioni del no non sono stati autorizzati dai Comitati e pertanto chi lo farà sarà a titolo personale e senza rappresentatività.
Chi invece vuole completare la propria informazione per avere un chiaro piano di raffronto sui pro e sui contro, i portavoce dei “Comitati del No” hanno organizzato incontri per i giorni sabato 3 novembre ore 10.00 Sala Consiliare Dicomano e venerdì 26 ottobre alle 21.00 circolo ACLI San Godenzo. Mentre il Movimento 5 Stelle farà una sua iniziativa venerdì 9 novembre alle 21.00 Sala Consiliare Dicomano.
Il processo di fusione tra Dicomano e San Godenzo è nato male è proseguito in maniera approssimativa e si è concluso in un modo che possiamo definire da “Prima Repubblica”.
Andare al referendum per la fusione è stata una decisione assolutamente improvvisa, frettolosa e anacronistica fatta a fine legislatura e da considerarsi innaturale e forzata per le profonde differenze storiche, demografiche, sociologiche, produttive e geografiche dei due Comuni. 
Le fusioni sono operazioni delicate che impattano sulla vita dei cittadini e necessitano di percorsi di reale partecipazione non di pacchetti preconfezionati calati dall’alto.
Un buon processo di Fusione nasce da lontano, coinvolge tutte le forze politiche con progetti strutturali seri per questo Siamo del Parere che questa operazione serva soltanto ad accaparrarsi consensi in vista delle prossime elezioni amministrative, fregandosene dei Veri Vantaggi per i cittadini perché non ce ne saranno.
Sarebbe stato più opportuno fermarsi e magari ripensare questo processo con metodi più democratici e a lungo respiro invece che cercare con tutti i mezzi di raggiungere un risultato deciso a tavolino dalle maggioranze che governano i due Comuni”.
Il percorso partecipativo, previsto anche dalla normativa regionale relativa alle fusioni, è stato disatteso.
E’ stata negata alla cittadinanza la possibilità di avere informazioni chiare e imparziali, sono state organizzate iniziative che non solo non hanno fornito ai cittadini gli strumenti per decidere liberamente e consapevolmente sul loro futuro, ma hanno cercato di condizionare il voto attraverso vere e proprie campagne di “marketing” finanziate con soldi pubblici attraverso un informazione fuorviante e palesemente sbilanciata nei confronti delle ragioni del sì. (se le stime si attestano come le altre fusioni stiamo parlando di 30.000 euro)
L’opuscolo distribuito alla popolazione ci auguriamo non sia stato finanziato anche quello con soldi pubblici.
Le proposte delle opposizioni non solo non sono state prese in considerazione ma non sono state neanche riportate nella relazione finale conclusiva del processo partecipativo facendo emergere che la decisione dello sviluppo del progetto era già stata pianificata.
Dopo aver esaminato in modo approfondito ogni singola tipologia di fusione fra comuni e aver considerato tutte le conseguenze positive e negative derivanti la nostra conclusione è stata un no!! Convinto .
Se è vero che le fusioni portano enormi benefici economici, perché in Italia sugli attuali quasi 8000 Comuni, ci sono state solamente 67 fusioni come da fonti ministeriali.
I Comuni a noi vicini come Londa e Palazzuolo sul Senio, pur essendo territorialmente e socialmente simili a noi, non hanno intrapreso questa strada, e sono ugualmente riusciti ad ottenere finanziamenti e a fare investimenti per le loro necessità.
Allora probabilmente esistono altre opportunità da cogliere, a partire da una valutazione un po’più oculata nella gestione dell’acqua e dei rifiuti.
Il vantaggio economico sbandierato dai sostenitori del si non è certo che sarà erogato nella sua totalità perché i contributi regionali e statali derivanti dalla fusione potrebbero essere diminuiti o addirittura azzerati anche prima che siano trascorsi dieci anni a causa del “Fiscal Compact” e del debito pubblico del bilancio statale.
La totale disomogeneità tra i due comuni in termini di grandezza, popolamento e realtà sociale ed economica porterebbe ad uno sbilanciamento fra le due realtà.
L’assenza di uno studio serio sulla fattibilità farà emergere dopo la fusione le problematiche che potevano essere affrontate in fase progettuale
Passeremo da un’estensione territoriale di 60 a 160 km2 facendoci carico di un territorio montano difficile da gestire e da mantenere e le proposte fatte non prevedono interventi strutturali ma progetti di secondaria importanza in questo momento storico.
Il passaggio da 5.600 a 6.700 abitanti non ci darà nessun vantaggio per quanto riguarda il peso politico e avremo limitati benefici a livello economico perché non raggiungiamo la quota dei 15.000 abitanti che ci permetterebbe di accedere a maggiori risorse. In ogni caso invitiamo tutti i cittadini ad andare a votare“

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 ottobre 2018

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