L’Unione dei Comuni del Mugello chiude il rifugio I Diacci. E qualcosa non torna
MUGELLO – Così, dopo tanti anni, il rifugio I Diacci chiude i battenti. E già per Pasqua e Pasquetta resterà chiuso.
In una nota l’Unione montana dei Comuni del Mugello dice di voler fare chiarezza, e sottolinea che “la rete di rifugi, bivacchi e sentieri esistente nel complesso Giogo Casaglia è oggetto di interventi di miglioramento e rafforzamento che andranno ad interessare i fabbricati dei Diacci, Casa al Giogo, Capanna Marcone e i sentieri tematici. I rifugi de I Diacci e Casa al Giogo, dopo alcuni decenni dalla loro ristrutturazione, necessitano infatti di interventi di adeguamento degli impianti (circa € 400.000,00 per I Diacci e € 150.000,00 per Casa al Giogo); il bivacco di Capanna Marcone necessita di un intervento di miglioramento sismico (circa € 80.000,00); i sentieri tematici necessitano di manutenzione straordinaria sul percorso e di un aggiornamento delle modalità di fruizione oltre alla realizzazione di un nuovo percorso dedicato ai bambini (circa 60.000,00). Tutto questo a dimostrazione della volontà da parte dell’Unione dei Comuni di migliorare la fruizione dei boschi pubblici che amministra, come dimostra la realizzazione di un nuovo bivacco in località Ca’ del Topo nel comune di Palazzuolo (circa 127.000,00 € di investimento), di recente realizzazione che sarà presto inaugurato”.
Ci sono però cose non dette nella nota dell’Unione. Anzitutto che chi ha gestito la struttura fino ad oggi, per un decennio, la cooperativa Ischetus, già dallo scorso giugno aveva richiesto il rinnovo della concessione. E non vi era stata nessuna risposta da parte dell’ente, nonostante che la concessione scadesse il 31 dicembre 2023.
Poi nel febbraio 2024 si tiene un incontro tra i responsabili dell’Unione, era presente l’assessore Ignesti, e quelli della cooperativa. Si consegna informalmente una copia di una nuova concessione di rinnovo a Ischetus. Che evidenzia, a stretto giro una serie di osservazioni circa gli obblighi previsti nella concessione stessa, obblighi che si traducono in notevoli aggravi in più per i gestori, dalla manutenzione delle strade all’acqua potabile, dalla manutenzione dei sentieri, al taglio dell’erba a nuovi obblighi sulle giornate di apertura.
In tutta risposta arriva una pec dove il dirigente dell’ente ing. Massaro, a distanza di nove mesi “prende atto della richiesta di rinnovo della concessione avanzata da Codesta cooperativa” e risponde che non vi è compatibilità tra le aspettative dell’ente e quelle della cooperativa Ischetus, ventila una proroga solo fino al 31 agosto ed evidenzia che l’ente vuol mettere a gara la gestione della struttura, con un Avviso pubblico, “per valutare meglio la tendenza del mercato e tutelare la concorrenza e trasparenza nel conferimento di diritti su beni pubblici”, cosa che finora, evidentemente, non avevano ritenuto opportuno fare.
Il primo risultato è che con ogni probabilità questa estate i Diacci e le altre strutture, sulle quali in passato la Regione e l’Unione hanno investito molti soldi, rimarranno chiuse e inutilizzate. Un buon modo per incentivare il turismo verde nella nostra zona (articolo qui).
Si sta parlando di strutture di non facile gestione, e occorre riconoscere che gli attuali gestori, in condizioni sicuramente molto difficili, avevano fatto del loro meglio per promuovere e tenere aperti questi servizi turistici e ambientali. Non va sottaciuto peraltro che ormai da anni i Diacci proponevano una serie incredibile di eventi culturali e ricreativi durante il periodo estivo. E mantenevano aperti, nei fine settimana, queste strutture, con un’attività di pernottamento e ristorazione.
Sarà così solerte l’Unione montana a trovare dei gestori migliori, in grado di mandare avanti un polo turistico così particolare? Dove non ci si accede con le auto, dove i telefoni non funzionano, dove non c’è acqua potabile sufficiente, dove i sentieri sono in stato di abbandono da anni? C’è un ambiente meraviglioso, un bosco straordinario, ma i Diacci e gli altri rifugi non sono certamente un lucroso affare. E se qualcuno, a cominciare dalla Regione Toscana, pensa di far cassa con queste strutture montane, si illude di grosso.
Del resto, lo ha documentato di recente anche il Filo (articolo qui), negli ultimi anni la cura, la promozione e la manutenzione di questi spazi, e delle viabilità di accesso, dall’Unione sono state parecchio trascurate. E molti degli interventi che si elencano nella nota dell’ente, andavano fatti da tempo, e potevano esser fatti senza far chiudere i Diacci.
Vedremo come andrà a finire. Per ora prevale la preoccupazione, vista la poca attenzione fin qui dimostrata dai nostri amministratori locali.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 28 marzo 2024
Complimenti! Solerti amministratori dell’Unione del Mugello, con la vostra lungimiranza non vedete al di fuori della punta dei vostri piedi.