80 ANNI FA MORI' EMILIO MATERASSI
Ricordo di un grande pilota
mugellano

In questi “revival” di anniversari che ci ha consegnato il terzo millennio, non
possiamo non menzionare anche se brevemente, l’80° anniversario della morte di
Emilio Materassi (1928-2008), uno dei più noti sportivi mugellani nel primo
‘900, un grande pilota, un invitto campione dell’automobilismo italiano. Da una
vecchia e stimata famiglia borghigiana, Emilio Materassi nacque il 1 novembre
1894 da Francesco e Annunziata Poli, quarto figlio dopo Teresa, Fernanda e
Agnese. Dopo aver trascorso la sua infanzia come tutti i suoi coetanei nella
conoscenza della storia e della tradizione del paese natio (un suo pro-zio che
si chiamava anch’esso Emilio fu Pievano di Santa Maria a Fagna), si appassionò
allo sport attivo divenendo giovane ciclista nel Club Ciclo Appenninico 1907 (ne
fu addirittura presidente nel 1923), quindi generoso podista dell’A. S. Fortis
Juventus 1909, per poi inserendo il suo nome in alcune associazioni religiose,
sociali e civili borghigiane come
la Misericordia
e la Società Operaja
di Mutuo Soccorso. Assunto autista alla SITA, il nostro Emilio era conosciuto
come uno dei più bravi e spericolati autisti; simpatico ed esuberante la sua
bravura veniva misurata quando era al volante delle pesanti corriere sulle
malagevoli strade dei Passi della Colla, del Giogo e della Futa. Poi la passione
per le vetture da corsa, i primo approcci, le prime gare, i primi allori. Era
nato un grande campione e il Mugello in quei tempi di fame e di miseria era
orgoglioso di questo suo figlio che si imponeva all’attenzione mondiale nel
campo dell’automobilismo. Gli anni che lo videro
quasi come primo attore iniziarono praticamente nel 1924 e 1925 e leggendo il
suo intenso curriculum, sia nelle gare disputate in tutta Europa e in Africa e
parallelamente le sue vittorie, ci vorrebbe ben altro spazio per una più ampia e
copiosa descrizione. Dalla Spagna alla Francia, dall’Italia alla Germania, dal
Marocco alla Libia e all’allora Tripolitana, è stato tutto un susseguirsi di
allori e di vittorie. E poi come non ricordare che il nostro Emilio amava
costruirsi da se le sue vetture; la mitica “ Itala
2500”,
la poderosa e leggendaria “Talbot
2000”,
la sgusciante “Isotta
2000”,
la leggendaria “Bugatti”, ecco alcune fra le più rinomate case automobilistiche
che si affidavano al pilota mugellano; ed Emilio ripagava questa fiducia con
eguale moneta: le vittorie. I suoi colleghi; in quei tempi, come non ricordare i
vari Masetti, Brilli Peri (Montevarchi dedicò a questo grande pilota lo stadio
di calcio), Nuvolari, Borzacchini, Williams, Maserati, Spinozzi, Chiron, Varzi e
tanti altri che hanno fatto la storia prima e le leggenda poi, segnatamente
negli anni ’20 e ’30 dell’automobilismo inteso come competizione agonistica. Gli
anni ‘30 purtroppo non videro mai le gesta di Emilio Materassi poiché morì
durante il Gran Premio d’Italia a Monza nel 1928, mentre era in terza posizione
perse il controllo della sua “Talbot” e piombò in mezzo alla folla; fu una
strage con 22 morti e 43 feriti. A distanza di tanti anni, 80 per la precisione,
il suo nome, le sue gesta, le sue vittorie, non sono state dimenticate da
tantissimi sportivi di buona volontà. Tutt’altro; una grande statua in bronzo
dello scultore Mario Ferretti è collocata al Bivio delle Mozzette dove prendeva
il via il Circuito del Mugello e cosa ancor più bella e nobile, il suo nome
campeggia nel Club Ferrari di Barberino di Mugello. Il suo paese natio invece
l’ha completamente dimenticato, come se non fosse mai esistito, una vergogna
infinita. Ma la storia non va mai nascosta, ritorna sempre a galla a ricordarci
ed a raccontarci (non le solite menzogne e le tante frottole che ci hanno
rifilato negli ultimi 50 anni), le gesta di un grande Uomo, di un Campione, di
un vero mugellano. Gli abbiamo portato un fiore sulla sua tomba nel cimitero
della Misericordia, ringraziandolo anche a nome di coloro che non lo hanno mai
fatto, di aver portato in alto il nome di Borgo San Lorenzo e del Mugello nel
mondo.
Aldo Giovannini
sullo stesso argomento vedi anche
questo articolo
© il filo, Idee e notizie dal Mugello,
novembre 2008