LO SFOGO
DEL PRESIDE DEL LICEO BORGHIGIANO
"Occupazione,
perché così inutile?"
L'occupazione
è finita, sia al Liceo Giotto Ulivi che al professionale Chino Chini. Ma
non è finito il tempo della riflessione su questi episodi. Da una parte,
specie i ragazzi del Chini, si dichiarano soddisfatti per essere stati
ascoltati, dall'altra vi sono dubbi e preoccupazioni per questo
"rito", che ormai ogni anno blocca per alcuni giorni le lezioni.
A queste preoccupazioni dà voce il preside del Liceo, prof. Calogero
Bellavia, in una chiacchierata-sfogo, all'indomani del ritorno in classe
dei ragazzi. "Non riesco più a capire –confessa- il segno di
queste iniziative: in questi trenta anni sono cambiate tante cose, in
profondità, ma certe forme di protesta sono rimaste uguali. Per me, su
tutte, vi è un fatto che mi deprime profondamente: constatare che non
c'era vero motivo per occupare. Se fossero in pericolo grandi valori, se
vi fossero grandi eventi, se è in pericolo la democrazia, allora si può
spiegare una scelta del genere. Ma così non era, e nei due istituti si è
discettato di cose molto minori, perfino la fruibilità dei bagni e la
carta igienica. Qui davvero noi adulti –preside, genitori, insegnanti-
pecchiamo d'indulgenza, consentendo di occupare senza motivo una cosa che
ha un grande valore, com'è la scuola. Dovremmo dir loro di smettere.
Perché lasciarli fare non è segno di rispetto".
Bellavia
non nasconde gli aspetti positivi: "Si è ragionato anche di cose
importanti. La questione del recupero scolastico, che non significa
soltanto i corsi, e il tema del bilancio, di come spendere i soldi, tema
questo che ha visto come vittima sacrificale il sito web della scuola. Per
i corsi da parte nostra ci siamo accorti che di fronte a spese piuttosto
sostenute –oltre 80 milioni l'anno scorso- gli indici di selezione
rimanevano uguali, ovvero non si notava un miglioramento decisivo. E ciò,
oltre al fatto che quest'anno avevamo minori fondi a disposizione",
doveva farci interrogare sulle modalità. E abbiamo detto che non è
possibile vi sia un corso in parallelo alle normali lezioni sempre e
comunque, perché in tal modo si scaricherebbe tutto sui corsi. E poi si
pone la questione della scelta dei docenti per il recupero. Sono gli
studenti attraverso appositi sportelli a scegliere i docenti per i corsi,
e anche questo porta dei problemi: di tipo organizzativo, ma anche di
rapporti tra gli insegnanti, sia sul fronte dell'amor proprio che sul
fronte economico."
"Ma
–insiste il preside-, per affrontare questi temi non vi era certo
necessità di occupare. Tanto più che dopo i primi due giorni, di impegno
e tensione positiva, volta a dimostrare che faceva sul serio,
l'occupazione si è sfrangiata nella routine: sono stati lì a non far
nulla, e ha prevalso il bivacco, una sorta di campo scout senza scout,
senza cioè contenuti e capacità organizzative. Forse anche questo ha una
spiegazione: i ragazzi hanno bisogno di spazi di autonomia, di
autogestione, di dormir fuori la notte. Ma queste occasioni è la famiglia
che deve dargliele, perché noi come scuola non siamo attrezzati per
questo. E così sono stati qui notte e giorno, dimenticandosi qual era
l'obiettivo: già martedì avevamo dato risposte alle loro richieste e la
protesta si poteva chiudere lì. Un'altra cosa a poi notata: neanche gli
stessi studenti sono riusciti a controllare la situazione: i più grandi,
quelli del Comitato Studentesco, sono stati sopraffatti dalla marea
dell'occupazione: è la massa che ha deciso, al di là di motivazioni
razionali, con una crisi di rappresentanza forte; e i più accesi erano
gli studenti più piccoli, quasi che contasse soltanto la voglia
dell'evento. Un'occupazione, insomma, fine a se stessa".
Ora il preside Bellavia ha
intenzione di recuperare qualche giorno, riducendoli alle visite di
istruzione: "Sono quasi certo –nota però- che questa mia proposta
non sarà accettata dal Collego dei Docenti. Può essere una cosa
simbolica, ma credo anche sostanziale per dare un segno chiaro, che non è
lecito bloccare per una settimana tutta la scuola".
Ragazzi,
cosa ne pensate?
Il
preside ha detto la sua. Qual è il giudizio degli studenti? E' stato
giusto occupare? Che scuola volete? Quali problemi sentite più
impellenti?
Proponiamo a tutti
–studenti del Chini e del Liceo- di partecipare al dibattito. Non per
entrare nel merito dei singoli dettagli, ma per discutere insieme sulla
scuola e sul suo futuro. Per capire meglio, per prendere maggiore
coscienza, per avanzare proposte, per rimuovere errori e difficoltà.
E se qualche insegnante
volesse dare il proprio contributo di riflessione, anche per lui le pagine
del "Filo" sono a completa disposizione.
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