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Officina Vicchio 19 a favore dell’eolico a Villore. E spiega le proprie ragioni

Posted On 17 Ago 2020
By : Irene De Vito
Comments: 3
Tag: eolico, officina vicchio 19, vicchio

L’impianto eolico di Carpinaccio (Firenzuola)

VICCHIO – Il gruppo consiliare di sinistra Officina Vicchio 19 prende posizione sull’eolico. In modo, per certi versi, sorprendente. Perché dopo una lunga e approfondita analisi, si dichiara a favore della realizzazione dell’impianto che si vuol costruire sul crinale tra Vicchio e Dicomano.

Come stabilito nella nostra Carta dei Valori la Lista Civica Officina Vicchio 19 è a favore delle energie rinnovabili. Questa non è una nostra esclusiva, tale concetto è stato espresso da quasi tutti coloro, associazioni o cittadini, che hanno palesato una propria opinione sull’argomento o hanno presentato osservazioni sul progetto dell’impianto eolico “Monte di Giogo di Villore” (http://progettoeolico.montegiogodivillore.agsm.it).
Sembra quasi una cosa scontata dirlo poi però, quando ci si imbatte in questo progetto e bisogna prendere una decisione non è (e non deve assolutamente essere) facile prendere una posizione.
Per questo motivo non è stato semplice per noi trovarne per molto tempo una univoca. All’interno del nostro direttivo le posizioni per il no e per il sì, si equiparavano! Perciò abbiamo cercato di sentire le diverse campane, abbiamo partecipato al primo incontro in Teatro Giotto, abbiamo seguito in streaming il dibattito promosso dal gruppo politico “Dicomano che Verrà”. Alcuni di noi sono andati a vedere l’impianto di Rivoli (anche se paragonarlo al nostro impianto, soprattutto per il diverso posizionamento rispetto al nostro crinale, sarebbe sbagliato). Siamo andati a vedere l’impianto di Carpinaccio (anche questo difficilmente paragonabile al nostro, perché, anche se comprenda ben 17 pale eoliche, sono di dimensioni più piccole rispetto alle nostre).
Avremmo voluto anche noi creare occasioni di confronto superpartes tra le due diverse opinioni allo scopo di rendere il dibattito più interessante e partecipato. Il problema del Covid e il conseguente lockdown non ci hanno permesso di organizzare tutto questo. Allo stesso tempo però abbiamo studiato il progetto definitivo, abbiamo analizzato con cura le Osservazioni proposte e non siamo certo insensibili alle ultime vicende che vedono in atto un’inchiesta della procura su una possibile implicazione di AMIA (una partecipata della ditta AGSM la proponente del progetto) con la ‘Ndrangheta attraverso il riciclaggio di denaro sporco.
Come dicevamo non è stato facile prendere una decisione, ma la nostra è sicuramente una scelta ponderata, non di convenienza personale o tattica politica, né tantomeno aprioristica. Ci pare invece che altre forze politiche avessero già le idee chiare fin dall’inizio e per inizio intendiamo il momento in cui si cominciava a vociferare della vicenda. Questo non è il nostro atteggiamento e mai lo sarà.
Dunque, al contrario di altri gruppi che lo dicevano solo in premessa, ribadiamo che siamo a favore dell’energia eolica e per questo motivo abbiamo raggiunto una posizione univoca che è quella di essere a favore di questo impianto, qualora tutte le integrazioni richieste dalla Regione (a seguito anche delle Osservazioni e delle Inchieste Pubbliche) siano soddisfatte da AGSM, e che da queste non risultino criticità insanabili.
Considerata la peculiarità italiana e la sua storia, comprendiamo benissimo il timore che ci possano essere infiltrazioni di stampo mafioso. Il timore più grande però è rivolto all’ambiente il vero protagonista di tutta questa vicenda, il protagonista delle nostre iniziali indecisioni. L’Appennino è casa nostra: i suoi alberi, la sua terra, le sue acque fanno parte di noi.. della nostra vita, una vita che per fortuna, rispetto agli abitanti di città, avviene a contatto con questi elementi.
Per assurdo la motivazione che ci ha portato a questa decisione è proprio l’amore per l’ambiente, tutto l’ambiente, tutto il nostro pianeta. Non siamo certo negazionisti della crisi climatica!!! Vogliamo pensare in modo globale, in modo più ampio, non ristretto ad una parte del nostro territorio.
Siamo coscienti dell’impatto ambientale che avrà questo impianto, ma tutti gli interventi per produrre energia, anche se green (fotovoltaico, geotermico, idroelettrico) ne hanno uno. Le proposte che abbiamo sentito in alternativa a questo impianto per produrre la stessa quantità di energia non ci convincono.
Anche l’idea, che da solo, il risparmio energetico di ogni singola persona, possa nei tempi richiesti dall’Accordo di Parigi, portare ad una riduzione di CO2, non ci sembra sostenibile. A nostro avviso questa soluzione è troppo individualistica e incontrollabile per poter essere programmata.
Allo stesso tempo siamo estremamente convinti che contemporaneamente all’utilizzo dell’energia eolica e le altre forme di energie rinnovabili, occorra rivedere il consumismo a cui ci porta questa società. Un’educazione sulla riduzione dei consumi materiali ed energetici, un ripensamento dei nostri stili di vita, insieme a tutte le soluzioni di produzione energetica rinnovabile (sia attraverso microimpianti per le civili abitazioni, che attraverso impianti industriali) possano veramente raggiungere gli obiettivi richiesti.

Nel seguente link https://www.regione.toscana.it/-/procedimento-coordinato-e-provvedimento-unico troverete tutto il materiale che riguarda il progetto: le Osservazioni, la valutazione di impatto ambientale per AGSM (compreso integrazioni sulla valutazione ambientale 1-2-3), tutte le richieste di Integrazioni da parte della Regione, etc..

Un po’ di dati e riflessioni

Come sappiamo l’Europa ha posto l’obiettivo di ridurre del 50% le emissioni di produzione di Anidride Carbonica entro il 2030 e di AZZERARLE entro il 2050!.

Al 2015 la produzione totale di gas serra in Italia era di ben 440.623.287,85 tonnellate, in Toscana 22.903.542,84 tonnellate (dati ISTAT)

Con lo PNIEC (Piano Nazionale Italiano Energia e Clima https://www.mise.gov.it/images/stories/documenti/PNIEC_finale_17012020.pdf ) ripresentato a Gennaio 2020 dal Governo Conte, si evincono i seguenti dati:
La previsione attuale di riduzione dei gas serra per il 2030 è attestata intorno al 33%, un obiettivo al ribasso visto i propositi per il 2050.
Per quanto riguarda l’addio dell’Italia al carbone entro il 2025, si potrà realizzare solo se nel frattempo saranno “realizzati gli impianti sostitutivi e le necessarie infrastrutture, e una significativa accelerazione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica nei processi di lavorazione”. Attualmente in Italia, risultano in esercizio 8 centrali termoelettriche a carbone.

Con questo progetto AGSM prevede la produzione di 80.000 MWH annua di energia. Anche consultando i dati di GSE un impianto del genere con 8 aerogenatori di 28 MegaWatt di potenza ha una resa annua attesa di 64.000 MWH. Prendendo in considerazione, anche solo i dati di GSE risulterebbe che la produzione di energia coprirebbe il consumo annuo di circa 15.000 famiglie, praticamente tutte le famiglie del Mugello, abbattendo le emissioni di CO2 di 35.000 tonnellate l’anno. Per soddisfare gli stessi parametri, occorrerebbero all’incirca 12.000 mini impianti da 3/5KW di eolico o fotovoltaico, senza considerare l’efficienza molto bassa del minieolico e dell’inefficienza del fotovoltaico per tutto un condominio.

Cosa comporta la CO2 nell’atmosfera lo sappiamo tutti: l’effetto serra ed il conseguente riscaldamento globale. Infatti la riduzione di CO2 serve proprio per contenere l’innalzamento della temperatura media mondiale di 2 gradi Celsius.
Il riscaldamento globale comporta la desertificazione, migrazioni, scioglimento dei ghiacci e conseguente innalzamento dei mari, senza contare gli squilibri climatici: aumento della temperatura e delle ondate di calore; diminuzione delle precipitazioni, soprattutto nel periodo invernale; aumento dell’intensità delle precipitazioni; sfasamenti stagionali della vegetazione.

Per rendersi conto con mano, che questi effetti non riguardano solo alcune parti del mondo, ma avvengono anche da noi, abbiamo cercato i dati Istat ( https://www.istat.it/it/archivio/242010 cliccare poi in alto a destra su TAVOLE) delle precipitazioni e dell’aumento di temperature, di Firenze. I dati riguardano l’innalzamento di questi parametri del 2018 rispetto al periodo 2007/2016 e rispetto i valori del 1971/2000. Riporteremo solo i dati della temperatura (ma entrate nel link a verificare tutti i dati!)

Tavola 1 – nel 2018 c’è stato a Firenze un innalzamento di +0,4 gradi rispetto al 2007-2016 e di 1,3 rispetto al l valore climatico 1971-2000

Ci interessa soprattutto l’ambiente, ma pensiamo solo velocemente cosa comporterebbe l’indipendenza energetica per l’Italia in termini economici. Nel 2018 il 65% dell’energia consumata è stata importata da altri paesi spendendo circa 42,3 miliardi di euro. Questo costo deriva per la maggior parte dall’importazione di gas (40% del fabbisogno energetico) e dal petrolio, l’utilizzo ancora del carbone e l’acquisto di energia elettrica da Svizzera Francia e Slovenia. (dati GSE-TERNA).

Il nostro ruolo, le nostre prospettive.

Noi non siamo in grado (come non lo è nessuno tranne gli addetti ai lavori) di quantificare con dati certi l’impatto ambientale che il Parco Eolico produrrà. Sarà la Regione Toscana che alla fine deciderà se fare il progetto o rigettarlo, sarà la Regione Toscana a valutare se il nostro territorio sarà gravato da un impatto sostenibile oppure no. Noi crediamo e ci rimettiamo alle istituzioni e agli enti preposti che sono i veri garanti che tutto il progetto venga svolto a regola d’arte. Anche la Fidejussione della Regione per noi è una garanzia importantissima a sostegno del progetto: qualora la ditta fallisca o dopo 25 anni (durata della concessione) AGSM non voglia continuare a gestire il Parco eolico, qualora non vi siano altre società che vogliano continuare ad investire sul progetto, la Regione avrà già stanziato i soldi necessari per smantellare e smaltire le torri, rotori e pale. Per quanto riguarda invece i plinti, le colate di cemento delle fondamenta delle torri, resteranno interrate.
Il nostro ruolo può essere solo a livello politico (non tecnico-scientifico), possiamo vigilare che l’iter burocratico venga svolto nei termini di legge e in trasparenza. Possiamo stare addosso alla nostra amministrazione per la presentazioni di progetti compensativi al danno che comunque il nostro territorio subirà. Infatti ad oggi le società investitrici non possono più dare direttamente un esborso economico ai comuni, proprio per evitare pressioni troppo grandi soprattutto verso quelli più piccoli e bisognosi di entrate (come il nostro). Allo stesso tempo però i comuni possono presentare progetti di tema energetico, che se ben formulati, saranno finanziati dalla ditta che costruirà il Parco Eolico.
Sembra incredibile che questa amministrazione ad oggi non abbia ancora espresso palesemente la propria posizione. Dalla riunione in teatro Giotto, traspariva una certa predisposizione del Sindaco verso il Parco Eolico, visto il modo con cui si rivolgeva alle persone che facevano valere le proprie obiezioni. Se così fosse, possibile che ad oggi l’amministrazione non abbia sostenuto le proprie ragioni, possibile che non abbia pensato ad un piano compensativo e presentato alla popolazione un progetto o anche una sola idea su come creare un ritorno economico e cercare di controbilanciare il sacrificio inflitto a quella parte del nostro territorio!!
A tal proposito noi pensiamo che in questo senso abbiamo delle opportunità da sfruttare. Qualora il Parco Eolico venga fatto, queste sono le nostre idee:

1) Scuola antisismica e green. 
Sappiamo bene in quali condizioni versi la nostra scuola media. L’inadeguatezza della struttura è insita sia per quanto riguarda la logistica e gli spazi dedicati alla didattica (ancor più evidente in questo periodo di emergenza Covid) sia per quanto riguarda la sicurezza. Il nostro Comune avrebbe già un progetto per una nuova scuola media, ma a nostro avviso molto oneroso e in attesa di finanziamenti che chissà se arriveranno mai, considerata la posizione non felice della graduatoria rispetto ad altri progetti di altri paesi.
Secondo noi in Italia, escluso il nord (Trentino Alto Adige in testa), siamo ancora troppo legati al mattone e al cemento armato.
Con una scuola in legno, attraverso la bioedilizia (che utilizza il taglio sostenibile delle foreste) e l’istallazioni di sistemi di energia alternativa, avremmo a costi molto inferiori, una scuola media completamente antisismica e autosufficiente dal punto di vista energetico.
Un edificio con struttura lignea infatti permette alle onde sismiche derivanti da una scossa di terremoto di essere dissipate dallo stesso materiale da costruzione visto le sue proprietà di elasticità e resistenza permettendo all’edificio di non crollare! Inoltre le strutture in legno, visto le sue proprietà isolanti permettono già di per sé un efficientamento energetico. L’installazione di impianti di energia rinnovabile, potrebbero rendere indipendenti e completamente GREEN il progetto, che per tale motivo non potrà non essere finanziato da AGSM.

2) Gli edifici pubblici. 
Un progetto dove tutti gli edifici pubblici raggiungano l’indipendenza energetica da forme di energia a combustione o a gas che producono CO2 attraverso Pannelli fotovoltaici o impianti geotermici.

3) Le frazioni
Tra le compensazioni che AGSM propone vi sono gli incentivi fino a 1.000,00 € per ogni impianto fotovoltaico e 2.000,00 € per la coibentazione degli edifici dei privati cittadini. La nostra idea è che il Comune presenti un progetto univoco e coordinato (non demandato alle domande dei singoli privati) dove vengano prese in considerazione tutte le ipotesi di FER (Fonti Energia Rinnovabile) per rendere indipendenti energicamente le abitazioni delle frazioni, partendo da quelle dove non arriva nemmeno il metano e che sono costrette ad utilizzare bomboloni di GPL, Pellet o caldaie a legna.

Conclusioni finali

La società civile ormai sembra vada sempre più verso una presa di coscienza e consapevolezza: A settembre 2019, 1 milione di giovani è sceso in piazza contro i cambiamenti climatici. Anche da una recente indagine del Laboratorio Ref Ricerche
(https://www.refricerche.it/fileadmin/Materiale_sito/contenuti/Contributo_130.pdf ) emerge che la tutela ambientale è identificata come responsabilità collettiva che coinvolge istituzioni, operatori e i cittadini stessi. «Un impegno comune da perseguire, e dove allo Stato compete il ruolo di indirizzo».
Noi speriamo che questo sentimento arrivi anche al cuore dei vicchiesi. Tutti noi rivedendo il nostro modo di vivere, riducendo i nostri consumi, adottando soluzioni sempre più green, insieme alle Istituzioni dobbiamo lavorare per un pianeta sempre più libero dall’inquinamento. Siamo molto rispettosi della posizione del NO, perché la comprendiamo, ma vogliamo avere una visione più ampia per il bene del nostro pianeta. Non crediamo che il nostro territorio sia esente da dare il suo contributo. Voler spostare l’impianto in altre parti ci sembra la posizione “non nel mio giardini”. L’impatto ambientale vi sarebbe ovunque, in mare come in altre parti del territorio. Crediamo che a tutti converrebbe fare impianti in aree che sono già industriali, soprattutto alle aziende proponenti, che avrebbero costi decisamente inferiori. Il problema è che gli impianti eolici debbono esser fatti dove c’è il vento necessario per fare energia.
Allo stesso tempo precisiamo che qualora venga deciso di fare questo Parco Eolico, riteniamo saldato definitivamente il tributo per la causa dell’ambiente da parte del nostro Appennino.

Fonte: Officina Vicchio 19
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 Agosto 2020

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3 Comments

  1. andrea 17 Agosto 2020 at 18:39 Reply

    Perdonate, ma…
    Non è la Regione che “stanzia” i soldi della fidejussione.
    La produzione di energia elettrica non è in regime di “concessione”.
    Non può essere un’amministrazione comunale a decidere quali abitazioni private (e quali no) possano beneficiare di un contributo. E per un progetto del genere, che costerebbe moltissimo solo da redigere, un Comune dovrebbe partire conoscendo le caratteristiche energetiche di dettaglio di ogni singolo immobile.
    Mancano le basi generali, del tutto e su tutto.
    D’altronde, se è stato qualcuno di fuori Regione a dovervi spiegare dov’è il podere di Pian degli Arali, il cui edificio abitabile è il più impattato dal progetto, significa che mancano anche le basi specifiche.

  2. Paolo Chiappe 17 Agosto 2020 at 19:13 Reply

    La presa di posizione di Officina 19 è scritta in modo serio e quasi accorato. Ma salta le difficoltà essenziali del progetto cioè faunistica, geologica, urbanistica ecc. affidandosi per tutto ciò agli “addetti ai lavori”. Non è mostrare una grande fiducia nella partecipazione dei cittadini. Comunque d’accordo, leggiamo bene quello che hanno scritto gli addetti ai lavori, cioè la Soprintendenza, la Direzione Urbanistica della Regione, la Direzione Sismica, l’Autorità di bacino, l’Unione dei Comuni ecc. Il risultato è chiaro: progetto con criticità gigantesche e che al momento non si riesce a vedere come potrebbero essere superate.

  3. rob70 19 Agosto 2020 at 11:29 Reply

    Acciderba…menomale che e stata una decisione ponderata!Da quando in qua si prende buona solo la valutazione di chi”compra”…da quello affermato sembra proprio che non sappiate dell’esistenza di ricerche e studi fatti da vari enti e professionisti,che vanno in direzione contraria.Non contro l’eolico ma contro la rovina e la messa a rischio del territorio,Non si contribuisce all’ambiente,distruggendo l’ambiente…Già il preservare un aria importante dal punto di vista naturalistico,antico e a due passi da un parco protetto dall’unesco,,mi sembra un bel contributo all’umanita,e alle future generazioni.Inoltre se si parla di “dare”per il bene di tutta la popolazione,il Mugello e i veri comuni mi sembra abbiano dato già abbastanza,in termini di ambiente;Bilancino,Alta velocità,Metanodotto;opere di utilità ecologica,oltre che infrastrutturale,che hanno lasciato cicatrici non da poco.Io,come”Animale”dell’Appennino,sento non solo di aver “saldato” il debito ma di essere quasi in credito.

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