UN RICORDO DI
PATRIZIA GHERARDI
Patrizia
amava il bello
Rincasando,
la sera tardi, molte volte la trovavo al portone a parlare con quella che
sarebbe diventata mia moglie, ma né io né lei a quel tempo lo sospettavamo. E’
una delle tante immagini importanti che porto nel cuore. Avendo abitato
nell’appartamento sopra il suo, ho avuto con lei una lunga consuetudine.
Consuetudine che ha assunto negli ultimi tempi un’impronta del tutto
particolare. Insieme a qualche amico comune, ogni tanto veniva a cena da noi,
mangiava con gusto e con fatica qualche boccone, ma soprattutto si capiva che
aveva bisogno di condividere in amicizia il suo stato d’animo e i suoi pensieri.
Con grande delicatezza ci trasmetteva il suo gusto di vivere e la consapevolezza
che presto ci avrebbe lasciato.
Patrizia aveva un
temperamento d’artista! Il suo colpo d’occhio scorgeva con immediatezza il bello
ovunque fosse: anche in un capo d’abbigliamento confuso insieme ad altri su un
banco del mercato del martedì. Amava il canto - da giovane la sentivo
gorgheggiare parecchio al piano di sotto -, così come amava il teatro che da
giovane ha praticato parecchio. Anche nella quotidianità talvolta non disdegnava
d’interpretare, con deliziosa autoironia, fatti e situazioni. Insegnante, mi
sono sempre chiesto come abbia potuto resistere, con il suo temperamento, alla
crescente concezione burocratica della scuola.
Una volta mi telefonò
per chiedermi cosa pensassi di un suo impegno come assessore. La sconsigliai.
Fortunatamente non mi dette retta. Infatti, il suo impegno di assessore alla
cultura ha rappresentato una delle cose più belle e innovative che la politica
borghigiana ci abbia regalato. Tante e intelligenti sono state le iniziative che
ha intrapreso. Inoltre, la sua attività amministrativa ha rappresentato un vero
punto d’incontro per tutti. Si spendeva in prima persona: formidabili i suoi
travestimenti da Befana e da Malefica. Un pomeriggio, mentre interpretava
l’antagonista della Bella addormenta sotto la torre dell’orologio, cercai in
ogni modo di farla ridere, ma non si scompose nemmeno un po’.
Eppure, la politica
borghigiana ha ritenuto di fare a meno di lei.
Probabilmente l’ultimo aggiornamento del Cencelli non prevede incarichi
per persone davvero indipendenti. Si usano per un certo periodo, ma non possono
intralciare i piani. So per certo che di questo ha sofferto, e non poco. E’
passato addirittura un periodo – ci raccontava – che qualcuno per strada faceva
finta di non vederla.
Patrizia nel
frattempo aveva imparato a contare i giorni e – come indica il salmo –
progrediva nella sapienza del cuore. Infondo, tutto ciò che di buono e di vero
riusciamo a compiere parte dal cuore ed è destinato al cuore. Le nostre opere,
tutto ciò che c’interessa davvero può davvero essere rappresentato efficacemente
come un messaggio d’amore inserito nella bottiglia e gettato nel mare aperto.
Quando qualcuno lo raccoglie e lo comprende è festa grande.
Tutti noi abbiamo
forte la speranza che per Patrizia sia festa grande, in modo particolare
Giampiero
Giampieri
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, marzo 2008