Pillola abortiva negli ambulatori, non è questa la soluzione
MUGELLO – “Borgo in Comune”, il gruppo consiliare di sinistra a Borgo San Lorenzo, formato da Leonardo Romagnoli e Lorenzo Verdi ha chiesto con una mozione che ha presentato nei giorni scorsi per essere discussa in Consiglio comunale, di consentire la somministrazione della pillola abortiva RU486 presso il consultorio di Borgo San Lorenzo.
Un grande zelo e una grande rapidità, visto che la Regione Toscana ha approvato la delibera regionale che prevede la possibilità di aborto farmacologico in ambulatorio solo lo scorso 29 giugno. Due giorni dopo “Borgo in Comune” invoca che tutto ciò sia realizzato anche in Mugello. In particolare si chiede a sindaco e giunta di farsi promotori nei confronti della Regione Toscana, della direzione della Usl Toscana centro, della SdS Mugello e dell’ospedale del Mugello “affinché: il consultorio di Borgo san Lorenzo sia dotato di adeguate risorse strumentali e personale, per poter permettere la somministrazione della RU486 a livello territoriale; l’ospedale di Borgo sia dotato di sufficiente personale non obbiettore al fine di poter ricominciare l’esecuzione delle IVG anche in elezione e non solo in urgenza”.
C’è qualcosa che stride in questo zelo, e ancor più nell’entusiasmo trionfalistico con il quale il provvedimento è stato presentato dal presidente della Regione Toscana Rossi.
Non è tanto e non è solo il fatto che si tratta comunque di modalità abortive non senza problemi, che in una certa percentuale di casi presentano complicanze e necessità di successivo intervento, che fanno gravare sulla donna ulteriore dolore, e che quindi andrebbero comunque considerate con cautela evitando ogni rischio di “banalizzazione” – “basta una pillola…”.
Nella mozione di “Borgo in Comune” e nelle parole del presidente della Regione Toscana -“siamo la prima Regione italiana a far questo…” manca totalmente la questione di fondo, ovvero la consapevolezza che ogni aborto volontario è comunque una sofferenza grande e una sconfitta per tutti. Sarebbe stato preferibile che in Consiglio comunale s Borgo San Lorenzo fosse arrivata una mozione, e soprattutto una riflessione e una volontà comune, di ridurre il numero degli aborti, domandandosi cosa fare concretamente per star vicini alle donne indotte ad abortire da difficoltà, problemi, paure e solitudini. Quali strumenti attivare per garantire una scelta davvero consapevole e non costretta. Perché, chirurgico o chimico che sia, un aborto è sempre un terribile dramma. Doppio. Per la donna, che porta nel suo cuore questa ferita, e per il bambino che viene eliminato.
Qui non è in ballo una questione di tipo religioso -e del resto non mancano i laici non credenti che si sono dichiarati contrari all’aborto con motivazioni forti-, ma di umanità e di scienza. Peraltro le tecnologie prenatali mostrano a tutti, senza ombra di dubbio, che la creatura nel grembo di ogni madre è “uno o una di noi”, fin dal concepimento, un essere umano nel suo primo stadio, che ha bisogno solo di tempo, nove mesi, per venire alla luce, ma è già persona umana, con i suoi diritti inalienabili.
Qui, adesso, non si tratta di cancellare leggi, di stabilire divieti. Ma almeno si cominci tutti, quando si parla di aborto, a farlo con tremore, pudore e dolore. E ci ritrovi uniti almeno in una cosa: in un impegno forte, costante e comune a ridurre il numero di aborti. Attraverso la prevenzione, l’educazione sessuale, attraverso una cultura che riconosca l’identità del nascituro, attraverso servizi puntuali ed efficaci che rimuovano al massimo, concretamente quelle cause che spingono ad interrompere una gravidanza. Ci sono servizi pubblici sufficienti che agiscono con forza ed efficacia in questa direzione? Purtroppo, riconosciamolo, la risposta è del tutto negativa. Questo invece può e deve essere un obiettivo, condivisibile da tutti. Concentriamoci su quello, impegniamoci. Distribuire pillole abortive non può certo essere la soluzione. E pensare che con questa distribuzione la sanità toscana sia all’avanguardia, fa davvero tanta tristezza.
Paolo Guidotti
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 Luglio 2020
Salve, vorrei rispondere all’ennesima sortita sull’aborto, su quanto fa male alle donne (e agli uomini che vi partecipano a creare la causa?), su come sono contrari anche i non cattolici, ecc. vede sig. Guidotti, del problema dell’efficacia della pillola abortiva e dei suoi effetti collaterali lasci che se ne occupino i medici, e se lei è contrario all’aborto è sufficiente che lei e tutti coloro che lo sono non lo facciano. Ma in uno stato laico e ripeto laico la Sua morale si ferma sulla porta di casa sua: lei è sua moglie siete contrari e non lo fate, la sua vicina di casa decide di farlo e lo fa. Punto. Si tratta di coscienza e quella è personale non sociale. Solo stati totalitari o simili, contrari ai diritti delle donne, impongono una morale maschilista e patriarcale oramai sul viale del tramonto. Sig Guidotti lasci stare il dolore delle donne perché quello solo le donne lo possono condividere oppure anche lei come tanti Uomini vuole essere interprete delle emozioni maschili ma anche di quelle femminili mentre le donne possono farsi interpreti solo di quelle femminili. Perché la politica non si attiva affinché le pillole contraccettive di ultima generazione, la spirale (iud) e la spiraletta, i preservativi siano completamente gratuiti? L’educazione sessuale è stata superata dall’educazione emozionale, insegnare ai figli maschi il rispetto e l’ascolto produrrà ottimi risultati. Lotti per questo e ci troveremo sullo stesso carro.