Pinqua, i progetti mugellani, le proteste di Firenzuola: parla il sindaco Ignesti
MUGELLO – Ora i tredici progetti dei comuni mugellani che hanno partecipato, attraverso la Città Metropolitana di Firenze al bando del Pinqua, il piano nazionale per l’innovazione e la qualità dell’abitare, sono sul tavolo del Ministero (articolo qui). E non resta che aspettare la valutazione e la risposta, attesa tra qualche mese, probabilmente giugno.
Se i progetti fossero finanziati, arriverebbero sul territorio 15 milioni di euro, che consentirebbero realizzazioni di rilievo, in campo sociale e culturale. “La logica che ci ha mosso per il finanziamento di questi progetti – spiega Federico Ignesti, sindaco di Scarperia e San Piero- è quella di cercare al massimo la valorizzazione delle riqualificazioni urbanistiche che possiamo mettere in campo nei nostri comuni, rimanendo anche all’interno di una logica di servizi necessari alla comunità. Quindi strutture di tipo sociale e culturale. Sono interventi funzionale a riconnettere il tessuto urbano, alzando la qualità dell’abitare, ovvero offrendo luoghi che abbiano vita, che siano usufruibili e che quindi aumentino il benessere della comunità”.
Ma ci sono reali possibilità di finanziamento, o è un libro dei sogni? “Certo, il bando è nazionale, ma noi abbiamo proposto interventi di rilievo in tutti i comuni e che quindi hanno dei punteggi molto importanti. Dunque ci crediamo e ci speriamo, ma è stato comunque significativo fare una progettazione unica del Mugello come Unioni dei Comunie, e devo dire che c’è stata una bella regia del consigliere metropolitano Triberti, che ha fatto in modo di tenere insieme tutto il sistema, ben rappresentando in città metropolitana il Mugello. Poi ne sappiamo consapevoli: i bandi hanno i loro percorsi, è una gara che puoi vincere o perdere, ma l’impegno è stato massimo e siamo tranquilli d’aver fatto tutto quello che si poteva fare”.
Però un problema è sorto, l’esclusione di Firenzuola, e il sindaco ha alzato la voce e protestato (articolo qui). “Quelle di Buti, sinceramente mi sembrano accuse ingenerose ed eccessive. La ricostruzione iniziale che fa è corretta: all’inizio avevamo pensato tutti a progetti di tipo culturale, anche se ci eravamo detti di pensare anche a strutture di tipo sociale. Dopo la riunione con Nardella a Borgo San Lorenzo, durante la quale il sindaco di Firenze ufficializzò le scelte del Pinqua, con le tre zonizzazioni a livello metropolitano, si ebbe un altro incontro tecnico nel quale la Metrocittà ci fece presente che i punteggi più alti previsti dal bando erano quelli per strutture sociosanitarie, e che comunque si doveva aver la disponibilità diretta del bene e la corretta destinazione d’uso. I progetti furono poi inviati in Città Metropolitana, e alla fine ci dissero che Firenzuola e Barberino erano stati esclusi perché non idonei. Ovviamente i due comuni non furono contenti della cosa, Barberino chiese qualche giorno per presentare un’altra idea, mentre Firenzuola disse che non aveva progetti con i requisiti richiesti. C’è stata trasparenza nell’iter, e coinvolgimento, Firenzuola ha fatto il percorso come tutti, forse ha avuto delle difficoltà, e del resto non sempre siamo in grado di arrivare preparati ai bandi e di avere la proposta giusta, può capitare a tutti”.
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 24 marzo 2021