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La copertina di questo mese
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IL RACCONTO DI NATALE 1999

Le campane di Natale

I racconti e le pagine di Nicoletta Lapi

Disegno di Andrea LapiIl signor Giuseppe Depressi, detto Giù dagli amici, apparteneva a quella categoria di persone che, quando vedevano avvicinarsi il Natale, si innervosivano e cominciavano a lamentarsi: "Bella cosa se si potesse saltare il Natale a piè pari! Non sopporto tutta quella agitazione, le luci, le palline colorate, la corsa ai regali ma soprattutto quella bontà sfoderata per un giorno, i bei sentimenti conditi dalle musichine natalizie e dal suono delle campane... Si deve proprio essere contenti per forza? Ma non si pensa invece a quanti soffrono perché sono poveri, malati, soli? Non si pensa che il Natale per tanti è una pugnalata perché quando si va a tavola ci sono dei posti vuoti?"

E questo, il signor Giù, lo diceva con particolare amarezza perché suo figlio era morto da un paio d'anni e da allora lui era diventato ancora più brontolone ed insofferente del solito.

Insieme alle lamentele di tutto il mondo, anche quelle del signor Giù salirono ai Piani Alti e l'angiolino Presto-e-Bene fu convocato dal Signore.

"Che si può fare, secondo te, per questo pover'uomo?" chiese Dio che, da buon democratico, chiedeva sempre il parere degli altri e poi decideva per conto suo.

"Accontentiamolo. Cancelliamogli il Natale, non lo vuole forse saltare a piè pari? Poi si vedrà."

"Proprio quello che avevo pensato anch'io" disse, soddisfatto, il Signore, con un sorriso di approvazione.

La vigilia di Natale il signor Giù era teso e nervoso come un topo quando si ritrova preso in trappola.

"Potessi dormire un giorno intero, anzi due perché è festa anche domani, e ritrovarmi in un bel giorno feriale in cui c'è tanto da fare e poco tempo per pensare..."

Naturalmente questo non accadde ed il signor Giù si ritrovò sveglio la mattina di Natale, una mattina stranamente silenziosa e buia che lo lasciò sconcertato perché aveva giurato che già a mezzanotte sarebbe stato svegliato dalle campane scatenate.

Il paese sembrava fasciato dall'ovatta e, affacciandosi alla finestra, non vide acceso neppure un lumicino dei soliti festoni natalizi. Le persone si affrettavano al lavoro, i negozi tiravano su le saracinesche, ma tutti si muovevano controvoglia, stanchi, senza allegria. E su tutto pesava il silenzio.

"Possibile che abbia dormito davvero per due giorni?" si disse il signor Giù. Ma il suo orologio gli confermò che era il 25 Dicembre.

"Qui qualcosa non funziona " cominciò a preoccuparsi. "Da che mondo è mondo a Natale ci sono luci e campane a festa."

Cercò di fare la parte del "chisenefrega". "Meglio così, si sta più tranquilli." Ma dentro era confuso.

Alla fine non ce la fece più: uscì di casa e andò a suonare il campanello del prete.

"Come mai non ha suonato le campane? Si è dimenticato che è Natale?" lo aggredì, burbero.

"E tu non lo sai che il Natale quest'anno è stato abolito? Ordini superiori. Niente regali, niente auguri, niente festoni e soprattutto niente campane che disturbano il sonno dei poveri dormiglioni. Contento?"

E così dicendo, gli chiuse la porta in faccia.

Il signor Giù ci restò piuttosto male.

"Abolito..." borbottò. "Bene, non è forse quello che speravo? E allora che me ne importa?"

Improvvisamente si sentì stanco e avvilito, se ne tornò a casa, chiuse ben bene le finestre , s'infilò a letto e si addormentò.

Sognò un bel prato illuminato da una luce che non era come quella del sole , ma infinitamente più calda e viva e da questa luce gli venne incontro la voce del suo ragazzo.

"Babbo!" chiamava e quella parola arrivava insieme ad una musica bellissima.

"Babbo, perché te ne stai lì solo, al buio? Non voglio che tu stia al buio mentre io sono pieno di luce. Tu devi essere contento, felice come me. Perché hai fatto abolire il Natale?"

"Io? " cercò di protestare il signor Giù. "Io non c'entro."

"Sì, babbo, perché hai detto che volevi saltare il Natale e sei stato accontentato. Ma io, stando accanto a te, volevo risentire il suono delle campane. Io, che sono accanto a te, ti voglio vedere sorridere e fare Natale tutti i giorni. Perché qui mi hanno insegnato che il Natale non è fuori, ma dentro, e non si è contenti quando è Natale, ma è Natale - sempre - quando siamo contenti. Mi hai capito, babbo?"

"Sì, ma aspetta ancora un momento, dimmi qualche altra cosa.."

E nello sforzo di allungare la mano per fermare quella voce, il signor Giù si svegliò.

Ma non era più nervoso e nemmeno triste perché nel cuore continuava a sentire il calore di quella voce e di quella musica.

L'angiolino Presto-e-Bene strizzò l'occhio al suo Capo.

"Penso di poter andare ad accendere le luci e a sciogliere le campane" -disse." O c'è qualche contrordine?"

"Fa' quello che vuoi, come sempre "sospirò rassegnato il Signore. "Tanto lui ormai ce l'ha dentro la sua campana che gli canta la gioia del Natale."

Nicoletta Martiri Lapi

il filo, Idee e notizie dal Mugello, dicembre 1999
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