RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – La Domenica delle Palme

PALAZZUOLO SUL SENIO – I sacerdoti del Vicariato del Mugello, a turno, propongono una riflessione tratta dalle letture della Messa domenicale. Oggi è la volta di don Pierre Mvubu, parroco di Palazzuolo sul Senio, che ci invita a superare sentimentalismi e passioni del momento e ad identificarci nei vari personaggi della Passione di Gesù, per trarne insegnamento.

Meditazione per domenica 24 marzo 2024. “Domenica delle Palme”

Ci sono stati proposti in questa domenica delle Palme, due brani del Vangelo: quello dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme, e quello della Passione.

Nel primo, notiamo il ruolo dell’Asino: mansioni e servizi utili all’uomo nella sua vita, capacità di portare i pesi, disponibile, umile, annunciatore della pace. Stessa immagine del Messia che prenderà su di sé il peso dell’umanità tutta intera.

Notiamo anche il luogo o villaggio di partenza e quello dell’accoglienza. Betania, nella sua naturalezza e la sua tradizionale apertura alla novità dell’ingresso del Messia.

Gesù poi entra in città di Gerusalemme non da prepotente, ma con umile mitezza, e viene lo stesso accolto festosamente dalla folla, che però nella sua ambivalenza cambierà qualche giorno dopo. Questo perché non era stato accolto e acclamato con il cuore, ma solo con passione e entusiasmo del momento. Anche in noi a volte prevalgono il sentimentalismo e la passione del momento. “Chi vuole essere dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua” dice il Signore, e la sequela è un camminare passo dopo passo senza mai voltarsi indietro.

Sì, vince chi dà la vita per gli altri non quello che la toglie agli altri. Vince con Cristo chi fa strada insieme a Lui, con  semplici opere di bontà, di pazienza, di preghiera assidua e di attenzioni verso gli altri, non chi stende i mantelli e tocca i rami senza amore, senza buone intenzioni. Vince con Gesù chi attende da Lui ogni cosa e in ogni istante della propria vita, non chi grida “Osana al Figlio di Davide” senza convinzione di fede e di dipendenza perché nulla possiamo senza di Lui (Gv 15,15). Non chi attende tutto dagli altri (da Dio compreso) e non riceve secondo le attese; non chi serve gli altri con l’intenzione di un tornaconto e chi grida “Osanna” ma deluso da Dio e dagli altri, si muta presto in traditore, in folla ingrata e inferocita che sceglie la morte di Dio nella propria vita, e quella del prossimo, soprattutto quando è d’intralcio ai propri piani e progetti.

Il Cristiano è chiamato ad essere servo del Signore, nella docilità, nell’ascolto della Parola e della Santa volontà di Dio che sa mettere il suo destino nelle mani del Padre, nonostante i flagelli, gli sputi, gli scherni, perché ha la certezza di compiere il disegno di Dio, per una missione di salvezza propria e di tutti. Il cristiano è chiamato a servire Dio e gli altri anche a prezzo della propria vita e non a essere servito, perché sa di non essere mai deluso (Is 50,7). Come Cristo Gesù, pure essendo di condizione divina assunse la nostra condiziona umana spogliandosi nell’umiltà, imparò ad ubbidire e abbassandosi fino alla morte e quale morte ignominiosa della croce (Fil 2,6.11).

Ecco la grande vicenda dell’amore e di dolore che ci ha redento, come a noi suggerito da S. Marco oggi; quella della Passione del Signore nostro Gesù Cristo, che incomincia da Betania col profumo di nardo, che si conclude sulla croce passando dal tradimento e abbandono di tutti. Ognuno di noi può identificarsi con qualsiasi protagonista della vicenda della passione. Chi sei tu? Chi sono io? Sei Maria, col profumo di grande valore? Usalo per spargere la bontà e la bellezza intorno a te; sei Giuda Iscariota? Ricordati che tutti sbagliamo, torna ad amare più il tuo Signore presente nei fratelli piuttosto che il gusto del guadagno facile; sei Pietro? Impegnati a non vergognarti della tua fede, lasciati giudicare e a volte condannare per essa; sei uno dei capi del popolo che giudichi e condanni ingiustamente? Sei la folla ingrata? Sei come gli altri discepoli insicuri e fuggitivi? Sei il cattivo di turno come il ladroni appesi insieme a Lui sulla croce? Non è mai troppo tardi. Guardi alla croce di Cristo. È Lui che ti attira a sé, ti ama e ti chiede anche di contemplare questo grande amore e a viverlo ogni istante della tua vita. Chi sei tu? Chi sono io?

Possa Dio aiutarci a portare bene la nostra croce, e ad aiutare gli altri a portare bene la loro propria croce, così tutto sarà compiuto per Cristo, con Cristo e in Cristo, per vivere la gioia della risurrezione. Amen!  

Don Pierre Mvubu
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 24 Marzo 2024