Ronta e Luco, scuole a rischio chiusura? Il Comune cerca soluzioni per tenerle aperte
BORGO SAN LORENZO – Torna la preoccupazione per la sorte delle scuole di Luco e di Ronta. Il numero degli iscritti è basso, sempre vicino alla soglia fissata dalla legge -dieci iscritti-, sotto la quale non viene autorizzata la classe prima.
A Ronta la situazione è migliore, visto che si contano 14 iscritti, a Luco invece ci si ferma al limite.
L’amministrazione comunale di Borgo San Lorenzo sulle scuole di frazione ancora ci punta, e lo ribadiscono il sindaco e la vicesindaco. “Non possiamo permetterci -dice il sindaco di Borgo San Lorenzo Paolo Omoboni- di perdere plessi che sono per le frazioni una fondamentale presenza sia per l’educazione dei ragazzi, ma anche per la vitalità e la socialità di questi centri. Scuole nelle quale abbiamo continuato a investire.
Il problema comunque esiste, riconosce l’assessore all’istruzione e vicesindaco Cristina Becchi: “Il fenomeno del calo delle nascite – nota- in questo momento c’è e non lo si può negare. Per scongiurare la chiusura delle scuole dobbiamo allora fare una battaglia in positivo, ovvero progettare interventi che portino a rafforzare queste scuole. In che modo? Da una parte come Comune, e lo facciamo, vogliamo e dobbiamo continuare a investire sulle strutture, affinché siano moderne ed efficienti. Dall’altra, occorre valorizzare i plessi di frazione con progetti educativi di qualità, e questo spetta alla scuola. Penso ad esempio ad insegnamenti particolari, come le lingue straniere. Se le scuole di frazione offrono progetti educativi interessanti e specifici, possono attrarre iscrizioni anche dal capoluogo.”
Così il Comune si è mosso da tempo con l’Ufficio Regionale Scolastico, per non trovarsi a brutte sorprese: “Ci siamo sentiti più volte con l’Ufficio Scolastico regionale -dice Becchi-, ci hanno richiamato anche loro, e ho trovato sensibilità e attenzione, con la volontà di trovare una soluzione positiva. Del resto, con questa situazione di pandemia, sarebbe incomprensibile accentrare, affollando ancor più il capoluogo. Perché non attivare una sezione nelle scuole di frazione graverebbe prima di tutto sui servizi, trasporti, mensa. Non solo: non attivare una sezione non significa chiudere un plesso, che resterebbe comunque aperto, e quindi non vi sarebbe neppure alcun risparmio economico significativo, di nessun genere”.
Il sindaco Omoboni pone la questione anche a livello politico più generale: “Questa situazione -dice-, provocata dal calo delle nascite, si sta verificando in molti comuni, soprattutto nelle scuole di frazione dei comuni montani. Per questo occorre lavorare con la Regione affinché a livello nazionale sia consentito derogare dai parametri numerici previsti”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 16 Marzo 2021