San Piero a Sieve. La “sacra conversazione” della pieve di San Pietro
SAN PIERO A SIEVE – Piccole meraviglie. Una nano particella d’arte nell’universo di una grande cultura millenaria, la nostra. Dopo un accurato restauro torna a nuova vita una tela che raffigura una “sacra conversazione”.
Forse non sarà un capolavoro. Almeno allo sguardo di un comune profano d’arte. Oppure lo è davvero, chissà. Certamente è un dipinto antico. Presumibilmente secentesco. Autore ignoto, così come sconosciute sono le ragioni che lo vedono ospitato, da secoli, appeso sopra un altare laterale della pieve di San Pietro a San Piero a Sieve. Già, perché non è stato ritrovato alcun documento che possa attestare alcunché. E’ comunque una peculiarità comune ad altri dipinti e oggetti d’arte, in genere, tramandati nel tempo e dei quali, appunto, l’iconografia non ha potuto ricostruirne l’anagrafica. Questo quadro versava in condizioni precarie, con un’estesa caduta dei colori, oscurati dalla sporcizia accumulata negli anni ed aggravate da alcune lacerazioni della tela. Poi, le mani abili di una competente restauratrice, quelle della dottoressa Elisa Marianini, sono riuscite nell’intento di rendere nuova vita al dipinto.
Una pittura (120 x 160 cm. – olio su tela) con la rappresentazione di un tema molto caro ai frati francescani. La scena di una “sacra conversazione” fra tre figure chiave del cattolicesimo, tutti Dottori della Chiesa. Quindi un’opera correlabile ad un convento, alla Regola dell’Osservanza, più che a quella dei conventuali e ancor meno ad una pieve. Al centro, con in braccio il bambino Gesù ed un giglio nella mano destra, è raffigurato Sant’Antonio di Padova (1195-1231, francescano, “Doctor Evangelicus”, Dottore della Chiesa dal 1946, nomina di papa Pio XII). Al suo fianco, alla sua sinistra, inginocchiato su dei libri, San Tommaso d’Aquino (1225-1274, domenicano, “Doctor Angelicus” o “Doctor Communis”, Dottore della Chiesa dal 1567, nomina di papa Pio V – [nonché Maestro della Fede per la Chiesa Anglicana]). Alla sua destra, anch’esso inginocchiato con accanto il cappello cardinalizio, San Bonaventura da Bagnoregio (1217 [o 1221]-1274, francescano, “Doctor Seraphicus”, Dottore della Chiesa dal 1588, nomina di papa Sisto V).
Il restauro è stato fortemente voluto dall’associazione “Mani di Donna“. Un sodalizio sanpierino dedito ad opere di solidarietà, che è riuscito, in questo caso, a raccogliere le offerte dell’intera popolazione proprio per questo intento. Un’iniziativa tinta di rosa, partita, dunque, dal cuore delle donne. Questo loro progetto ha trovato il sostegno anche del Comitato 2012, che ha curato fra l’altro la replica della “Madonnina” (1947) dello scultore sanpierino Antonio Berti.
Sicché oggi è stato il giorno del rientro, con il riposizionamento del dipinto nella sua dimora abituale. Emozione e soddisfazione fra i presenti. Una piccola e ordinaria storia d’amore per il proprio paese. Ecco, semplicemente l’orgoglio di essere quello che siamo.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 24 marzo 2016
La descrizione è a mio avviso inesatta. Ai piedi di Sant Antonio direi che a sinistra vi è San Francesco, a destra San Tommaso d’Aquino.
Confermo la descrizione. Il frate francescano non ha le stimmate (come di solito viene rappresentato San Francesco) e alla sua sinistra si vede il cappello rosso, da cardinale, tipico della raffigurazione di San Bonaventura. Poi, francamente, non convince “un San Francesco” inginocchiato davanti a Sant’Antonio (seppure con il bambino Gesù). Quindi, per quel che possa valere la mia interpretazione, è San Bonaventura (frate francescano, dottore della Chiesa).
G.F.