Scarperia e San Piero, l’immobiliare comunale
SCARPERIA E SAN PIERO – Sicuramente, dal punto di vista della contabilità, è un comune in salute. Ne sprizza sì tanta da permettersi l’acquisto di un immobile con destinazione “direzionale/uffici”, in un’area industriale. Lo ha messo in vendita la Pianvallico s.r.l., società di capitale pubblico, a socio unico: lo stesso comune. Un impegno di 1.122.400,00 euro. Evidentemente deve trattarsi di una priorità, che l’amministrazione comunale ha ritenuta imprescindibile, nei compiti del proprio ruolo istituzionale. Ecco l’immobiliare comunale. Una cosa loro.
Sicché la cronaca delle vicende legate alla società Pianvallico (a r.l.), interamente a capitale pubblico, si arricchisce di un nuovo capitolo. Una storia che non riesce a trovare l’epilogo, una questione immarcescibile, evidentemente vitale per una certa classe politica. Quindi, giusto snocciolare qualche dato, per meglio addentrarci nel labirinto degli atti di questa amministrazione pubblica, caratterizzata da una smisurata vocazione pseudo imprenditoriale. Con la recentissima determinazione n. 609 del 03/11/2023, il comune ha impegnata la somma complessiva di €. 1.122.400,00, formata da un importo netto di €. 920.000,00 a favore della Pianvallico S.r.l. e dall’I.V.A. di €. 202.400,00, per l’acquisto di una porzione d’immobile (primo piano) dell’edificio denominato K182, sito in viale Kennedy 182. Chiariamo: è una fetta di un capannone, in un’area industriale, con destinazione “direzionale/uffici”, che certo non spicca per l’armoniosità dell’architettura.
Il tutto ratificato con la delibera del Consiglio Comunale n. 60/2023 del 02/11/2023 e con quella della Giunta Comunale n. 87/2023 del 02/11/2023, sì questa “che approvava lo schema di contratto preliminare della compravendita dell’immobile in oggetto, a seguito della decisione assunta con atto consiliare in pari data”. Una faccenda sbrigata in tempi rapidissimi. Un raro caso di efficienza dell’apparato burocratico, con l’evidenza di quei termini temporali, strettissimi, inusuali per altre incombenze, fors’anche più meritorie.
Pianvallico s.r.l., di fatto, è la società immobiliare del comune e versa in una situazione debitoria critica, per quanto si apprende nella relazione dello stesso organo amministrativo che la controlla: “.…. per il susseguente esercizio 2024 ….. ad avviso dell’organo amministrativo non sussisteranno le condizioni della società per sostenere regolarmente i propri debiti, non riuscendo i flussi di entrata a coprire quelli in uscita …..” e concludeva con il timore che l’organo amministrativo “.…. difficilmente potrebbe esimersi stanti le condizioni di insolvibilità in cui verrebbe a trovarsi la società nel successivo esercizio 2024 dal ricorrere agli strumenti previsti dal Codice della Crisi di Impresa e della Insolvenza (D.lgs 12.01.2019 n. 14)”. Debiti che vanno ad aggiungersi a quelli contratti negli anni passati. Ecco un breve riepilogo di tale vicenda.
Era l’11 aprile 2001 quando l’allora comune di San Piero a Sieve deliberava di attuare un insediamento produttivo, poi anche commerciale, nella zona di Pianvallico. Le aree di quella zona vennero espropriate ai relativi proprietari, con un indennizzo ritenuto insoddisfacente, riduttivo rispetto le reali quotazioni commerciali. E, appunto, per opporsi a questo esproprio venne notificato un atto di citazione con cui i proprietari chiedevano la giusta determinazione del valore di mercato di quei terreni. La data quella del 7 maggio 2003. Inutile commentare i tempi, appunto la durata di questo procedimento civile. Poi, dopo 16 anni e 7 mesi è stata depositata la sentenza della Corte di Appello, nella sua seconda determinazione, per il pagamento dei terreni espropriati, dall’allora comune di San Piero a Sieve (oggi Scarperia e San Piero), oggetto dell’urbanizzazione nell’area di Pianvallico. Un progetto realizzato dalla società omonima, un tempo a prevalente capitale pubblico, poi totalmente pubblica. Un conto da 14 milioni di euro, interessi compresi, più o meno, per pagare il giusto valore di indennizzo ai proprietari originari. Un salasso che grava sulle casse del comune di Scarperia e San Piero.
Avevamo seguito la vicenda, anzi l’affare, fin dalle prime battute. La realizzazione di quell’area produttiva, poi anche commerciale (e non si capisce il senso di decretare un esproprio per costruire un centro commerciale, forse caso unico in Italia), era stata motivata come una “riqualificazione dei terreni”, che erano agricoli, per la quasi totalità, di certo con una vocazione specifica e non da riqualificare. La società Pianvallico, originariamente a prevalente (non esclusivo) capitale pubblico, fra un soggetto privato, alcuni comuni della zona e l’Unione Montana dei Comuni del Mugello, è passata da diverse traversie che hanno allontanato tutti i soci tranne il comune di riferimento, quello di Scarperia e San Piero. Metaforicamente, una fuga, intendiamoci non di capitali semmai proprio per risparmiarli.
Oltre al progetto primordiale, fra l’altro tutt’oggi incompleto con una vasta area ancora da edificare, contraddistinta da una recinzione in plastica arancione – e chissà se, a distanza d’anni, avrà mai un futuro – la Pianvallico ha ricevuti svariati finanziamenti pubblici e mutui bancari con cui ha gestito l’ex incubatore d’imprese (svanito) ed acquistati degli immobili contigui alla zona del progetto. Fra questi l’edificio K182, ora in vendita.
Ecco che, adesso, per far fronte ai debiti di questa compagine pubblica il socio unico, con il mandato conferito dal consiglio comunale al sindaco pro tempore, con la vigilanza del segretario comunale (e non è chiaro se possa riceverne i diritti di rogito), acquisterà questo immobile con destinazione “direzionale/uffici”. Una operazione grottesca, difficile da inquadrare nel ruolo istituzionale e nell’attività convenzionale e prioritaria di una amministrazione comunale. Una mera questione autoreferenziale della politica, sospesa fra protervia e scarso rispetto verso la quotidianità dei cittadini. Tutto legittimo, nell’alveo della normativa. Il potere di certi politici, una cosa loro.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 27 Novembre 2023
Gianni siamo alle solite , l’eredità del sindaco Dugheri è questa , quello che ci meraviglia è come anche il sindaco attuale di Scarperia possa acconsentire per salvare la pian Vallico a coinvolgere l’attuale amministrazione del Comune di Scarperia e san Piero in un operazione che è fallimentare , e che non riuscirà a sanare i debiti sopraggiunti con la gestione non legittima della Pian Vallico ( A.R.L.) I creditori , ( vedi i vecchi proprietari Marchesi Corsini )è un pezzo che aspettano di ricevere quanto stabilito dal tribunale oltre 2.000.000 Di € e se la cosa andrà avanti tutti gli acquirenti dei lotti assegnati a suo tempo potrebbero essere chiamati a pagare le notevoli differenze .
Grazie a Gianni Frilli per l’accurata inchiesta che in molti anni ha condotto su questa vicenda, forse una delle più importanti fatte dalla rivista.
Gli elementi per farsi un’idea ci sono tutti.