CHIUDE
Teen Club, 40 anni a ballare
“Ne ho fatti ballare tantissimi, di
giovani mugellani... E dire che io non so neppure ballare!”: ride Angiolino
Cocchi, proprietario del Teen Club, la discoteca storica del Mugello. Che
proprio nel
All’inizio non si parlava di discoteca.
“Nei locali andavano di moda le attrazioni”, dice Cocchi. E senti che
attrazioni...: al Teen Club è
passato il fior fiore della musica italiana moderna: “Tre volte i Pooh, Renato
Zero, i Camaleonti, i Nomadi, i Cugini di Campagna, Cocciante, i New Trolls,
Guccini, Vecchioni, i Ricchi e Poveri. Baglioni no, perché si ammalò: lo facemmo
cantare poi a Scarperia, alla Lucciola, che avevamo preso in gestione per tre
anni: ricordo che Baglioni, sul suo furgoncino, girò per tutto il Mugello per
pubblicizzare la serata”. Altri tempi. “Allora il ballo principale non era il
sabato o la domenica sera, bensì la domenica pomeriggio. La sala era sempre
piena, perché era un’occasione di ritrovo, e non c’erano altre occasioni, o le
attività sportive che ci sono oggi.
Era la principale occasione di incontro tra
ragazzi e ragazze, tanto che dicevamo che quando si fidanzavano era clienti
mezzi persi”. Poi l’austerity, con il divieto di circolazione per le auto la
domenica fece prender campo al sabato sera. “Una volta –ricorda Cocchi-, avevamo
l’esibizione dei Pooh, che vennero a Borgo con un camion di piante –perché
questo carico era autorizzato a viaggiare- con nascosti dentro tutti gli
strumenti”. E di auto ce n’erano assai meno: “I ragazzi venivano con i mezzi
pubblici, in particolare col treno. E la domenica pomeriggio, dalla stazione,
sembrava ci fosse una processione. Mentre con un pulimino gratuito andavamo a
prendere i ragazzi dove il treno non c’era, a San Piero, Scarperia, Le Salaiole”.
Quanta gente entrava? “Mille, a volte anche più. Ricordo che una sera, quando venne Renato Zero, c’erano il tenente e il maresciallo Quadalti. Fuori erano rimasti più di 200 giovani. Che facciamo, chiese un carabiniere, dentro sono già tanti. E il tenente mi chiese di mettere addetti ad ogni uscita di sicurezza e autorizzò a far entrare tutti. Chissà quanti eravamo, alla fine...”
Poi, dal 1980, Cocchi e Vigiani danno il
Teen Club in affitto: “Iniziammo un’attività di ferramenta, e tutte e due le
cose non potevamo continuarle”. Arrivò la concorrenza –il Mammuth tra Borgo e
San Piero, che poi il comune di Scarperia fece chiudere, poi dieci anni dopo
l’H2 di Scarperia-, ma l’attività della discoteca borghigiana è continuata, con
alti e bassi, feste e serate.
Adesso è arrivata la decisione di chiudere definitivamente: “Perché? Perché sono già vecchio, e ai figli questa attività non interessa. L’unica strada era trasformare gli ambienti. In verità tanti genitori mi invitano a non chiudere, perché temono che i loro ragazzi vadano a ballare lontano. Io credo comunque che qualcosa in zona nascerà, l’esigenza c’è. Qualcuno mi aveva perfino proposto di fare una società ed aprire un nuovo locale. Gli ho risposto che se mi tolgono 40 anni se ne può parlare...”
Il proprietario del Teen Club confrontando
il passato con il presente non ha dubbi: “Si è peggiorato molto. In sala
troviamo meno educazione, meno rispetto. E poi questa moda di bere, in
particolare i cocktails. Prima si bevevano raramente alcolici, e quando c’erano
i complessi i ragazzi bevevano negli intervalli. Ora è tutto un bere. Con
l’aggravante degli orari. Prima alle 21 si apriva, perché c’era la coda fuori, e
a mezzanotte e mezzo si chiudeva. Adesso a quell’ora invece si inizia. E i
ragazzi prima vanno in pizzeria, poi al pub e infine in discoteca. Così la
discoteca deve gestire le ore peggiori con la gente già alticcia. A mio
giudizio, porre limiti sugli orari funzionerebbe. Facciamo chiudere tutti alle
una, bar, discoteche, pub, pizzeria, e allora le abitudini cambierebbero”.
Le foto del servizio sono tratte dall'archivio storico del Teen Club.
La prima foto (Festa di Carnevale 2009) è "Foto Barletti"
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, marzo 2009