Il nostro prossimo
terremoto...
Non
vogliamo certo spaventare. Ma certo il documento riservato che “Il Filo” qui
pubblica –riservato perché fu consegnato ai sindaci dalla Prefettura con il
suggerimento a non renderlo pubblico- ci ricorda con nettezza di particolari un
rischio con il quale tutto il Mugello è costretto a convivere da sempre.
Ne parliamo perché è giusto essere
consapevoli dei rischi.Perché è giusto, per quanto possibile, prevenirli, ed
anche organizzare un sistema di pronto intervento che riduca gli effetti.
Parliamo del terremoto prossimo venturo,
di quello che ci prepara la nostra terra ballerina. Non sappiamo quando, non
sappiamo dove, ma, lo dicono gli esperti, non passa secolo che la lunga storia
dei terremoti mugellani –ne sono stati contati 46 dal 416 avanti Cristo ad oggi,
di entità compresa tra il quarto e il nono grado della scala Mercalli- non ci
regali un consistente evento sismico. L’ultimo in ordine di tempo, che fece
gravi danni in particolare a Vicchio, Borgo San Lorenzo, è datato 1919.
Giustamente dunque le
istituzioni si preparano a dover fronteggiare, prima o poi, qualcosa di analogo.
E
Questo studio, e questa simulazione, qui,
in esclusiva, sintetizziamo e rendiamo noti.
Le faglie del
Mugello
Gli studi geologici individuano in Mugello
una serie di strutture, di faglie, che mostrano indizi di un’attività recente,
ubicate soprattutto a nord della vallata, e in minor parte anche a sud. Lo
studio si sofferma in particolare sulle faglie di Ronta, sicuramente attive.
Prese in esame anche la zona di faglia a nord di Vicchio –Rupecanina e Rostolena.
e la faglia della Sieve, verso Sagginale. Tra gli elementi di pericolosità c’è
il fattore di amplificazione, che accresce la forza del terremoto in base alla
situazione geologica, e questo fattore risulta più elevata ai margini del
bacino, mentre si attenua nel centro della vallata.
Edifici a rischio
Gli
esperti classificano gli edifici in quattro classi di rischio, classi di
vulnerabilità, legate alle modalità costruttive e alla data di costruzione. I
più a rischio, naturalmente sono quelli costruiti in muratura prima del 1919. La
classe A è considerata di livello elevato,
Nella tabella
riportiamo il numero degli edifici più a rischio e di quelli più sicuri,
indicando anche la percentuale di popolazione comunale che vive nelle case a
vulnerabilità elevata. Si tenga conto che nelle fasce intermedie, edifici di
vulnerabilità media e bassa, possono essere calcolati un altro terzo del numero
totale degli edifici. A Borgo San Lorenzo ad esempio, se in classe A ci sono 878
edifici (con 5702 abitanti, 36%) e in classe C2 690
(4481 abitanti, 28,3%), gli edifici di vulnerabilità media sono 538 (3494
abitanti, 22,1%) e di vulnerabilità bassa sono 331 (2148 abitanti, 13,6%).
La simulazione di
un terremoto in Mugello
Lo studio
dell’Università simula un terremoto possibile, con magnitudo 6,4, e con
epicentro nel comune di Marradi. I calcoli, del tutto teorici e assai complessi,
che prendono in considerazione le probabilità di danno, in base a numerosi
parametri ed elementi. A livello provinciale si stimano 220 abitazioni crollate,
58854 inagibili, oltre 27 mila mediamente danneggiate e 80 mila abitazioni
intatte. I due comuni che presentano il maggior numero di edifici crollati sono
Firenze e Marradi, rispettivamente con 61 e 48 edifici. Si ipotizza infine anche
un numero di vittime, che cambia in base all’ora del terremoto, e all’efficienza
dei soccorsi (basti dire che la percentuale di persone rimaste intrappolate in
edifici crollati che si potrebbe salvare va dal 5% in assenza di attività di
recupero, fino al 55% se invece vi sono squadre di emergenza e di e. Il numero
totale medio stimato di decessi è di 200 persone, 160 se l’evento avvenisse di
giorno, 240 se accadesse di notte, In particolare a Barberino si ipotizzano 4
edifici crollati e 2 decessi, a Borgo 7 decessi, e 10 case crollate, a
Firenzuola 8 edifici crollati e 2 decessi, a Marradi 16 morti con 48 case
distrutte, a Palazzuolo 7 crolli e 2 decessi, a Scarperia , 4 edifici crollati e
2 morti, a San Piero uno e uno, come a Vaglia, e, infine, a Vicchio 17 edifici
crollati e 7 morti.
Con l’augurio che questo tragico
bollettino possa restare a lungo, o per sempre, uno studio teorico
dell’Università.
Provincia, Comuni, associazioni all’opera
Ai terremoti dunque in Mugello occorre esser preparati. Come si è attrezzata la
zona? Lo abbiamo chiesto
“La prima risorsa al servizio del Mugello
-spiegano- per far fronte alle emergenze di Protezione Civile è costituita dalle
Associazioni di Volontariato - Misericordie, Anpas, Vigili del Fuoco, Soccorso
Alpino e Gruppi Cinofili – organizzate sul territorio. Per coordinare e
sostenere le loro attività, presso l’Ufficio Associato di Protezione Civile
della
Va detto, comunque, che la risposta locale, sufficiente per la maggior parte delle calamità, in caso di emergenza sismica diviene probabilmente insufficiente per una efficace attività di contrasto agli effetti di un sisma. In caso di evento sismico di rilevante magnitudo ed in considerazione del fatto che anche le risorse locali sarebbero in parte colpite dall’evento entrano necessariamente in gioco, aggiuntivamente, le risorse che la Provincia di Firenze è in grado di mettere in campo.
Intanto, per affrontare per tempo i
problemi del coordinamento degli interventi – le cui carenze tante polemiche
hanno causato in tutte le emergenze nazionali del passato – nel novembre scorso
abbiamo insediato con la Provincia di
Tutto questo è necessario, ma funzionerà nel momento dell'emergenza? Quando si
muoveranno mura e soffitti, quando tutti urleranno e fuggiranno, i bambini delle
scuole usciranno come previsto dalle scale di emergenza, i cittadini seguiranno
quei comportamenti consigliati, si riuniranno nelle aree di soccorso? Ovvero, c'
è una cultura della protezione civile? E se non c'è, non si rischia di rendere
tutto vano? “E’
difficile dire –riconoscono Brandi e Cavina Pratesi- se la popolazione sarà in
grado di reagire in modo ordinato e razionale. Certo è che un sisma ha effetti
maggiormente devastanti, per quanto riguarda anche gli aspetti psicologici, di
altri eventi calamitosi. Si tratta di un evento che richiama paure ancestrali
difficili da vincere anche per gli operatori. Abbiamo posto molta attenzione
alla formazione ed alla informazione con seminari tecnici, iniziative di
formazione, esercitazioni nei comuni, di interventi promozionali nelle scuole
per illuminare di più il tema della protezione civile e la sua centralità in un
territorio ad alto rischio sismico. In particolare molta cura è stata posta
nella diffusione delle norme comportamentali. Il territorio provinciale (Mugello
incluso), già 20 anni orsono fu oggetto, a cura della Provincia di Firenze,
forse della prima campagna di massa in Toscana grazie alla diffusione di un
opuscolo che fu distribuito in 50.000 copie a tutti gli studenti delle scuole
medie superiori.
Questo non significa che il lavoro fin qui svolto sia sufficiente ed esaustivo.
Siamo infatti ancora molto lontani da un effettivo radicamento della cultura
della autoprotezione così evidente in altre realtà del mondo, esempio il
Giappone. Compito della protezione civile, ma anche delle istituzioni
scolastiche e culturali, a tutti i livelli, sarà quello di investire ancora di
più sulle tematiche della formazione e della informazione al fine di radicare la
cultura della autoprotezione e di non limitarla a periodici spot informativi.
Nell’ambito della pianificazione di emergenza intercomunale indicazioni sulle aree di emergenza e su come raggiungerle sono state date. Anche in questo caso, probabilmente, occorrerà insistere anche con apposite esercitazioni rivolte anche alla popolazione.
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, febbraio 2008