Tigli abbattuti in viale Giovanni XXIII, un delitto su commissione…
BORGO SAN LORENZO – Circa due anni fa apparve sul web un articolo corredato di foto riguardante i tunnel dell’amore, una raccolta di foto di tunnel di alberi considerati i più belli del mondo (http://www.viagginews.com/2014/11/04/tunnel-belli-mondo-foto/).
Le foto furono riprese e pubblicate anche dall’edizione digitale del quotidiano “La Repubblica”. Guardandoli, pensai subito al tunnel di tigli dell’attuale via Giovanni XXIII, tigli quasi centenari, superbamente alti più di 15 metri, che offrivano una visione prospettica architettonica straordinariamente magnifica: un’entrata trionfale al centro di Borgo San Lorenzo.
La Traversa del Mugello che arrivava allora al Ponte Rosso di Borgo S.L. fu realizzata prima della seconda guerra mondiale e per l’epoca fu una “grande opera”. Infatti, prima vi erano strade di campagna strette, piene di curve, che calavano nei fossi e risalivano per i dossi. Con la Traversa, la sede stradale fu realizzata sufficientemente larga per la previsione dello sviluppo della motorizzazione e realizzata ad un unico livello con il riporto di terra sia per facilitare il transito e per non farla lambire dalle esondazioni della Sieve.
Ai lati della nuova strada furono piantati tigli e platani per stabilizzare il terrapieno, per ombreggiare la strada d’estate e conseguentemente per assorbire parte dei gas di scarico dei motori a scoppio.
L’altro giorno, trovo via Giovanni XXIII chiusa per lavori e una piccola folla di curiosi, intenti ad osservare l’abbattimento dei tigli. Preoccupato mi fermo e chiedo ai presenti il motivo di tali abbattimenti. Mi si risponde che questi erano malati e quindi pericolosi, inoltre che il piano del marciapiede era smosso dalle radici degli alberi e perciò pericoloso per i passanti e i disabili (articolo qui).
Tutti e tre le ragioni ascoltate mi sembrano risibili.
Prendendo in considerazione la prima: i tigli erano malati – strano che non se ne siano accorti quando pochissimi anni prima sono stati potati – ho osservato, dai ceppi rimasti dopo i tagli, che solo due alberi erano parzialmente affetti da marciume. Quindi, la grave malattia e la relativa pericolosità è da scartare come motivo dell’abbattimento.
Per quanto riguarda la seconda, ovvero, il piano del marciapiede era smosso dalle radici degli alberi e quindi diventava pericoloso per i passanti, concordo, ma aggiungo che per rifare il marciapiede non è necessario abbattere gli alberi (come ben dimostrato dal marciapiede del lato opposto, quello del cimitero della Misericordia, per intenderci).
A proposito della terza giustificazione: i tigli rappresentavano una barriera architettonica per i disabili, penso che il tratto di marciapiede in questione fosse sufficientemente largo rispetto ai tratti che lo precedono e che lo seguono, perché, a suo tempo, era stato ritombato il canale di scolo delle acque meteoriche. Inoltre, ho l’impressione che il marciapiede nuovo sia stato ricostruito più stretto del precedente di almeno 100 cm. Sigh!
Di conseguenza a mio avviso la ragione dell’operazione è stata proprio il taglio dei magnifici tigli.
Forse qualche residente, che vede solo il proprio ombelico, era stanco, non del rumore, delle vibrazioni e dei gas di scarico del continuo traffico di automezzi diurno e notturno, ma della vista dalle proprie finestre di quei verdi superbi monumenti viventi. Stanco a tal punto da indurlo ad un’ossessione?! Se fosse così, per non farsi irretire, bastava consigliargli un buon terapeuta, visto che il viale e i suoi tigli sono dei 18000 cittadini del comune e non a disposizione e a discrezione di alcune persone e nemmeno della giunta visto che nel programma elettorale non è riportato l’abbattimento dei tigli del viale Giovanni XXIII.
Faccio presente al lettore che trovo superfluo aver speso soldi per potare i tigli del pallaio in Sarceta visto che sotto di essi non vi transitano auto, né vi sostano. Quindi era sufficiente utilizzare il personale comunale per potare i pochi rami secchi e pericolanti.
Inoltre, trovo superfluo aver speso soldi per potare i pioppi a valle del ponte sulla Sieve, ormai maturi per il taglio e pericolosi a causa della mole e del loro sistema radicale superficiale, da dover essere, invece, abbattuti. Ricordo che il comune di Borgo aveva deciso di ripiantare i pioppi non solo per l’ombra d’estate, ma soprattutto per i ricavi ottenuti dalla vendita di questi alle industrie della cellulosa.
Adesso che non c’é mercato per il pioppo sarebbe stato meglio abbattere i pioppi e ripiantare un’altra essenza d’alberi più longeva con radici fittonanti a solo uso da parco.
Il sindaco Giuseppe Graziani si dette un gran daffare ad amministrare e dirigere i dipendenti comunali ottenendo degli ottimi successi per il cittadini, ma a distanza d’anni viene ricordato solo per aver fatto abbattere le Logge dei Marroni.
La stessa cosa sarà per Omoboni: verrà ricordato solo per aver distrutto quella eccezionale prospettiva di architettura verde, abbattendo i tigli del viale d’accesso a Borgo.
Che tristezza.
Dario Collini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 16 agosto 2016
Tutte osservazioni che dal punto di vista generale sono condivisibili, e lo sono a tal punto che e difficile pensare che non lo siano anche per coloro che hanno ordinato il taglio dei tigli. Evidenzierei pero almeno altri due temi da approfondire per un giudizio completo:
1. Siamo certi che non tagliando i tigli dopo 10 o 20 anni le radici non avrebbero danneggiato allo stesso modo il marciapiedi e la strada? O invece siamo certi del contrario?
2. Dal punto di vista della sicurezza stradale come dobbiamo considerare tutti i tigli della traversa del mugello? Se accettassimo un limite dei 20 km all’ora ok, in caso contrario …
A me piacerebbe sapere chi ha redatto, se esiste, l’eventuale relazione di un perito agronomo , esperto di piante d’alto fusto, tale da far ritenere le piante pericolose o come è stato raccontato, malate.
Per quanto mi è dato di vedere, i tronchi, a parte uno o due, mi sembrano totalmente sani.
E’ stata presa in considerazione l’ipotesi dello sporco che fanno i tigli nei giardini delle abitazioni? Tra i fiori che perdono quei piccoli petali, tra le foglioline ai lati del fiore, quelle che quando vengono giù, secche, sembrano le due pale di un elicottero, tra le foglie che quando tira vento vengono giù ben prima che comincino a seccare e poi, quando seccano, formano dei veri e propri strati (anche sul manto stradale) scivolosissimi, i fastidi per chi abita vicino, non sono niente affatto indifferenti.
E non si dica che la strada viene pulita dagli incaricati dal Comune; è più facile che il sudicio, dalla strada passi nei giardini, visto che la pulitura avviene “soffiando” e non “aspirando”.
Ed infine, perchè il Comune, che dimostra di avere soldi da buttare negli spettacoli pirotecnici, non prende accordi con le industrie della plastica e si fa realizzare una 50ina di tigli in materiale sintetico, sempreverdi e pulitissimi, con i quali sostituire gli attuali di tipo vegetale?
Ma sei serio?!?
I tigli hanno circa 90 anni, i tigli possono vivere fino a 250. L’accrescimento massimo é già avvenuto e comunque hanno rifatto il marciapiede più stretto del precedente e senza lasciare lo spazio non cementificato per ripiantare gli alberi. Quindi ne deduco che la ragione del taglio dei tigli:
– non era che erano malati, perché potevano essere sostituiti;
– non era che mancava spazio per i disabili – perché il nuovo marciapiede é più stretto di circa 100 cm.;
– non era che le radici intralciavano il passaggio – perché bastava rifare il marciapiede nuovo più alto come
quello di fronte ricostruito a tale scopo qualche anno fa;
– é che volevano togliere gli alberi e non ripiantarli più.