DIETRO LA LAVAGNA - 1
Perché mortificare
l'impegno dei giovani?
Il
"Progetto
Tutor" da qualche anno aveva mosso energie positive. Si trattava di
un'iniziativa originale -avviata in origine dal Comune di Barberino-, basata
sulla proposta rivolta ai giovani dalle amministrazioni comunali mugellane,
di svolgere un'azione di volontariato a vantaggio di bambini che avevano bisogno
di aiuto, a causa di problemi familiari e scolastici. Il Comune invitava i giovani
-anno scorso furono inviate più di 10 mila lettere- e se la risposta -com'era
prevedibile- non era massiccia, si trattava pur sempre di un centinaio di ragazzi
che si facevano avanti con la buona intenzione di fare qualcosa di utile per
il prossimo. Il Progetto poi prevedeva momenti di formazione, per "insegnare"
ai giovani in che modo operare con i bambini che sarebbero stati loro assegnati,
e infine l'abbinamento -con la collaborazione degli istituti scolastici, che
indicavano i ragazzini bisognosi del sostegno di questo "fratello maggiore".
Già nell'anno passato si erano manifestati dei problemi, e in particolare, in alcune zone si lamentava un sostanziale disinteresse del Comune, per una troppo scarsa cura dei casi da parte di qualche assistente sociale. Nel 2000 poi il patatrac: la Comunità Montana del Mugello, che da qualche tempo si occupa anche del settore sociale, si è "dimenticata" di sostituire l'unica assistente sociale che coordinava il progetto, cosicché tutto, per diversi mesi, è stato lasciato andare. E solo a fine anno, riassunta una persona, si è deciso di rilanciare il progetto, con qualche assemblea tardiva (visto che l'accompagnamento scolastico dei "tutor" ha ben poco senso se inizierà ad anno scolastico troppo avanzato).
Morale della favola: si è mortificato l'impegno dei giovani volontari -pare che meno di un terzo abbiano manifestato l'intenzione di continuare-, si è cessato di seguire in modo costante casi difficili. Forse dimenticando, in qualche Comune, che quando si ha a che fare con il "sociale" la burocrazia deve passare in second'ordine: si tratta infatti di persone, spesso di persone in difficoltà, alle quali è dovuta la massima attenzione e prontezza. E a questo spreco di risorse umane andrebbe aggiunto quello finanziario. In questi anni si sono investiti alcune decine di milioni, per la pubblicità e per la formazione dei volontari, attraverso i corsi, e l'immotivato stop ha disperso persone ed energie.
PAOLO GUIDOTTI
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, gennaio-febbraio 2001