Viola Toccafondi, nel parco delle Foreste Casentinesi sulle tracce dei lupi
BARBERINO DI MUGELLO – C’era una volta…No, quella che vi stiamo per raccontare non è una favola. Anche se per Viola Toccafondi, neolaureata di Barberino, un po’ è come se lo fosse. Perché quello che ha sempre amato si è trasformato in un tirocinio, che l’ha portata prima alla laurea triennale e poi alla magistrale.
Ma partiamo dall’inizio? Certo. Per cominciare è bene dire che io sono sempre stata appassionata di boschi, trekking e montagna. Fino da piccola i miei genitori mi ci portavano in vacanza e, per me, è una cosa naturale stare immersa nella natura. Anche per questo mi sono iscritta alla facoltà di Scienze Faunistiche all’università di Agraria a Firenze dove ho fatto la mia prima esperienza nel parco delle foreste Casentinesi.
Ovvero? A cavallo tra il 2017 ed il 2018 ho svolto un anno di tirocinio nel parco dove lavoravo per l’Ente Parco e, nel corso di un anno, ho organizzato il censimento del cervo. È stata un’esperienza unica.
Raccontacela! Quest’esperienza è durata un anno nel quale mi sono trovata a vivere in una Foresteria, in mezzo al bosco, dove parli solamente con persone che hanno i tuoi stessi interessi e la tua stessa passione. È difficile da descrivere perché mi rendo conto che, per una ragazza della mia età, i sogni sono altri ma per me è stata un’esperienza davvero incredibile.
Una volta laureata alla triennale, ti sei iscritta a Parma alla facoltà di “Comportamento animale per la conservazione della natura” e, di nuovo, ti sei ritrovata a svolgere il tirocinio e poi la tesi nel parco delle Foreste Casentinesi….Esatto. Questa volta però sono stata contattata da un volontario che avevo conosciuto nel 2018 e che lavorava per quello che sarebbe diventato il mio relatore. Sono partita a gennaio 2020 ed ho vissuto ancora una volta un anno nei boschi.
Di cosa ti sei occupata? Ho svolto uno studio sulla dieta dei lupi. Sono partita dalla raccolta degli escrementi, macinando chilometri su chilometri, percorrendo i sentieri già prestabiliti da un precedente studio del 1995. Quello che dovevamo capire è se la dieta fosse cambiata, considerando anche la variazione della popolazione animale. Una volta raccolte le feci le ho analizzate e, alla luce del fatto che il numero di cervi è cresciuto del 300%, abbiamo scoperto che, al contrario di ciò che ci aspettavamo, il lupo continua a nutrirsi di cinghiale. Probabilmente perché è più facile da catturare e da localizzare. Bisogna capire che questo animale prima di attaccare una preda fa una specie di calcolo “costo/beneficio” e pensa: “Mi conviene prendere un cinghiale che mi sfama di più ed è anche più facile da catturare rispetto ad un cervo”. Così è spiegata in maniera molto semplicistica ma è per far capire che si tratta di un animale che non lascia niente al caso.
Hai mai incontrato lupi sul tuo percorso? [Ride] Ci credi se ti dico che è più facile imbattersi nei lupi mentre ti attraversano una strada che vivendo giorno e notte nel loro territorio? No, non ho mai incontrato lupi ma sicuramente non avrei avuto paura se fosse successo. Su questo animale c’è un forte pregiudizio che ci è stato inculcato fin da bambini con storie come “Cappuccetto Rosso”. A me dispiace molto che sia “dipinto” così quando invece si tratta di un animale che funge da “regolatore” della fauna. Finché avrà una preda selvatica prediligerà sempre quella. Ovviamente parlo della mia esperienza dove, nel corso di un anno ci sono stati due soli attacchi ad animali domestici: due pecore che molto probabilmente erano fuggite e si erano perse. Certo, se sei in un bosco con un cane sciolto c’è la possibilità che venga attaccato perché si tratta di un animale della stessa specie che invade il territorio, quello è istinto. Però dimentichiamoci del lupo cattivo….
Insomma, un’esperienza incredibile. Decisamente. Non saprei neanche scegliere tra un momento od un altro. È stato un periodo particolare ed intenso. Vivere in quella foresteria, così grande, ed in mezzo ad un bosco, ti mette alla prova psicologicamente e fisicamente. Se però hai la passione e la volontà di starci non è un peso, anzi. Per me, in questo anno difficile è stata una salvezza, una valvola di sfogo dove, in mezzo al caos della pandemia, io stavo sola in un bosco a fare quello che amavo. Un sogno, no?!
Ed ora, che succede? Intanto il 18 febbraio 2021 mi sono laureata, e non è poco! [N.D.R. con il massimo dei voti e la lode, e non è poco!]. Adesso il mio obiettivo è lavorare. Certo, mi piacerebbe farlo nel mio settore ma mi rendo conto della situazione generale e sono aperta a tutto. E dire che il ruolo che andrei a ricoprire io, nel parco delle Foreste Casentinesi, manca. Ma in questo periodo non c’è richiesta. Anche il mio relatore mi ha chiesto di lavorare per lui in altre ricerche ma il covid ha fermato tutti i progetti. Spero però di tornare velocemente tra i miei boschi.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 21 Marzo 2021