“Volontariato e marginalità, c’è bisogno di un Osservatorio”. Parlano tre associazioni di Borgo San Lorenzo
MUGELLO – C’è bisogno di una nuova attenzione verso i problemi sociali e le persone che rimangono ai margini. E abbiamo chiesto un contributo e un commento, sulla situazione attuale del volontariato di zona, nell’ambito di una rilevazione sul Terzo Settore (leggi articolo qui e qui) a tre rappresentanti di associazioni che parteciparono almeno alla fase di sondaggio promossa dal progetto ‘Alle Corde’:
–Umberto Banchi, intervistato quando era ancora Provveditore della Misericordia di Borgo San Lorenzo, carica che ha onorato per nove anni, fino all’ultima recente elezione del consiglio, per il quale non si è ricandidato. Banchi, a questo proposito, è stato fra l’altro intervistato dal giornale per un interessante bilancio del proprio mandato (leggi articolo qui)
-Maria Stagnitta, responsabile dell’area dipendenze di CAT Coop, nella quale è confluita la ex associazione ‘Insieme’. Maria ebbe il ruolo di coordinamento di zona del progetto ‘Alle Corde’ quale rappresentante del promotore, il CNCA (Comitato Nazionale Comunità di Accoglienza)
–Luigi Consonni, a suo tempo coordinatore ex associazione ‘Insieme’ e (sempre a suo tempo) Presidente coordinamento ‘Aldo Tanas’, il quale è stato – come raggruppamento dell’associazionismo mugellano – elemento fondamentale per le attività del progetto.
Pensate sia sempre attuale, anche in questo momento così difficile ed emergenziale, il progetto ‘Alle Corde’? Mi riferisco in particolare alle sue conclusioni, per le quali il volontariato locale individuò la necessità di un osservatorio territoriale dei processi di marginalizzazione.
-Banchi: Sicuramente un Osservatorio sarebbe un momento di incontro e di riflessione comune per l’associazionismo, per coordinarsi e fare meglio le cose ma, in questo momento, per noi come Misericordia c’è soprattutto bisogno di agire, di portare avanti i nostri progetti già avviati da tempo, e quelli più recenti, pensati anche con gli enti pubblici per fronteggiare le conseguenze della pandemia sulle fasce più deboli della popolazione. Voglio dire che, nella nostra organizzazione l’azione più necessaria è quella di coinvolgere volontari che, oltre ai rischi non indifferenti legati al momento contingente, devono affrontare una formazione molto articolata, che paradossalmente talvolta rischia di scoraggiare, in quanto abbastanza impegnativa. In questo modo diventa difficile anche alternare o sostituire le varie figure, perché le istanze sono tante; oggi le famiglie si rivolgono spesso direttamente alla Misericordia per l’accesso ai servizi, la vedono come un punto di riferimento, e non poter soddisfare le varie richieste dispiace veramente. Nonostante tutto abbiamo fatto e stiamo facendo il possibile per sostenere chi ha più bisogno, e di questo ringrazio ogni singolo operatore e l’intera nostra organizzazione, per l’impegno costante che diventa dono per la comunità.
-Stagnitta: Ricordo molto bene quel progetto, in quanto referente locale dell’ente titolare, il CNCA appunto. Ci fu una risposta corale da parte del volontariato del Mugello, e molte associazioni furono disponibili – oltre che a rispondere ad un questionario mirato – ad avviare un tavolo di confronto dal quale emerse un’analisi profonda della marginalità, intesa nei suoi multiformi aspetti. Si tratta di fenomeni in continuo cambiamento, per i quali un Osservatorio permanente pubblico-privato, con compiti di analisi e propositivi di politiche integrate, veniva ad essere uno strumento per contrastarne le conseguenze. Credo che l’idea sia quanto mai attuale, data la situazione che vede il proliferare di fenomeni di disagio acuiti dalla pandemia, e penso a tutte le fasce sociali. Per quanto riguarda poi i giovani, in particolare, ricordo anche che non molto tempo fa è stato somministrato un questionario molto approfondito sul loro sentire che molti di essi si sono impegnati a compilare, ed i cui risultati finali sono stati analizzati dagli enti pubblici proponenti. Ma poi, quali risposte sono state date? In ogni caso per il mio modo di vedere il territorio si è impoverito da allora; oggi non sarebbe più possibile incontrarsi senza la prospettiva di un ritorno immediato, così per incontrarsi e basta, per sentirsi più vicini nelle strade comuni che stiamo percorrendo. Anche le istituzioni pubbliche, vuoi per il succedersi delle ultime normative – e delle persone – sono andate un po’ perdendo il cuore della loro funzione sociale. Occorre connettere realtà formali e informali, coinvolgere e integrare il privato, del resto la costituzione di reti è quanto mai naturale in un territorio come il nostro, dove ci si conosce tutti, e dove i bisogni sono palpabili. Tante cose buone sono state fatte in questo senso, e penso alla costituzione di Tavoli multidisciplinari per i vari settori, sotto l’impulso della Società della Salute. Peccato non ci si incontri più a quel livello, e invece credo che proprio i Tavoli possano ancora rivestire significato, proprio come strumentali ad un Osservatorio. L’eccessivo tecnicismo, insomma, ci fa perdere di vista il territorio.
-Consonni: I risultati della ricerca promossa dal CNCA all’interno del progetto “Alle corde”, che ha coinvolto per la parte quantitativa organizzazioni che si occupano di gravi marginalità in 31 province italiane (15 regioni), mentre la ricerca qualitativa ha interessato i sevizi di Bologna, Roma, Milano, Foggia, Teramo e Mugello, ha confermato tendenze già note agli addetti ai lavori.
La situazione di esclusione e di grave marginalità progredisce senza che il sistema di intervento sia in grado di farvi fronte. Il progetto “Alle Corde” ha permesso di sperimentare il senso e le funzioni di un “Osservatorio dei processi di marginalizzazione e di interazione sociale”.
La ricerca risale agli anni 2006/07 ma conserva tuttora tutta la sua validità, che ritengo ancora più urgente per l’inasprirsi delle condizioni di disagio che in questi ultimi anni sono cresciute a dismisura. Alle situazioni registrate in quella indagine, che richiedevano già da allora un investimento ben più ampio e significativo di quello in atto nel nostro paese, si sono aggiunte le conseguenze sanitarie, sociali ed economiche causate dalla pandemia. Lo testimoniano l’aumento dei poveri in fila agli sportelli dei centro di ascolto, dei tentativi di suicidio dei minorenni, segnalati dai servizi di neuropsichiatria infantile, la crisi perdurante da anni dei servizi sanitari e sociali.
Riproporre oggi un nuovo Osservatorio può essere un elemento chiave del sistema per fornire un quadro delle caratteristiche e dei mutamenti dei fenomeni socio-economici, un’analisi dei processi di impoverimento e di esclusione, ed essere trait d’union tra tutti i servizi attivi nel contrastare le varie forme di disagio, promuovendo politiche integrate.
Suggerirei alla Consulta del Terzo Settore e al Comitato di Partecipazione della Società della Salute di farsi promotori per la costituzione nel Mugello di un simile Osservatorio.
Elisabetta Boni
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 marzo 2021