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I LUOGHI DI VICCHIO |
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Chiesa di Santa Maria a Vezzano Sempre sullo stesso versante, un paio di chilometri a valle, si trova la chiesa di S. Maria a Vezzano. Il nome della località rivela le sue antiche origini di colonia romana (fundus Vetianus). La chiesa, sorta nel 1200 in un luogo di culto ancora più antico, è stata più volte ricostruita a seguito di devastanti eventi sismici. L’attuale struttura risale al 1617, anche se nel 1882 ha subito interventi di ristrutturazione non indifferenti, e il campanile, eretto a fundamentis nel 1777, come recita una lapide sormontata da uno stemma ormai illeggibile, è stato rialzato della cella campanaria. La costruzione è in filaretto irregolare e consunto, la facciata alterna elementi di antica provenienza, come un architrave in pietra con un cherubino scolpito ed il motivo realizzato in cotto sotto gronda, a particolari più recenti, come la terracotta policroma posta nella lunetta sopra la porta principale, datata 1882. Assai più caratteristico il fianco sinistro dove una minuscola tettoia protegge una porticina con, a fianco, due sedili di pietra. Sul lato destro, invece, si appoggia la canonica di recente ristrutturazione.
Nella canonica restano tracce di affreschi attribuibili a Pietro Alessio Chini che vi lavorò intorno al 1860 e un caminetto realizzato verosimilmente con materiale “antico” recuperato dai lavori eseguiti in chiesa.
In località “il Piovano” , verso il torrente resta una casa disabitata e pericolante dove è ancora visibile l’abside della chiesa vecchia.
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| © Notizie e foto tratte da il volume "Il Mugello" di Massimo Certini e Piero Salvadori (ed. Parigi & Oltre, Borgo San Lorenzo, 1999) | |


All’interno
si possono ammirare due tele provenienti forse dagli altari laterali
sacrificati alla ristrutturazione e raffiguranti, nell’abside, la Madonna del Rosario ed entrando, a sinistra, i SS. Pietro e Andrea (titolari di due chiese dei dintorni ora
soppresse). Sulla destra entrando, una pala raffigurante l’Assunzione di Maria, reca gli stemmi delle famiglie Fabbrini e
Boni, cui appartennero parroci benemeriti.