
MUGELLO – Oggi il “Filo di Perle” curato da Giampiero Giampieri propone la tesimonianza di un migrante dell’Africa Occidentale letta durante la Via Crucis al Colosseo del 2023.
La mia via crucis cominciò 6 anni fa, quando lasciai la mia città. Dopo 13 giorni di viaggio arrivammo nel deserto e l’attraversammo per 8 giorni, imbattendoci in auto bruciate, taniche d’acqua vuote, cadaveri di persone, fino a giungere in Libia. Chi doveva ancora pagare i trafficanti per la traversata fu rinchiuso e torturato fino a quando non pagò. Alcuni persero la vita, altri la testa. Mi promisero di mettermi su una nave per l’Europa, ma i viaggi furono cancellati e non riavemmo i soldi. Lì c’era la guerra e arrivammo a non far più caso alla violenza e alle pallottole vaganti. Trovai lavoro come stuccatore per pagare un’altra traversata. Alla fine salii con più di 100 persone su un gommone. Navigammo ore prima che una nave italiana ci salvasse. Ero pieno di gioia, ci inginocchiammo a ringraziare Dio; poi scoprimmo che la nave stava tornando in Libia. Lì fummo rinchiusi in un centro detentivo, il peggior posto al mondo. Dieci mesi dopo ero di nuovo su una barca. La prima notte ci furono onde alte, 4 caddero in mare, riuscimmo a salvarne 2. Mi addormentai sperando di morire. Svegliatomi, vidi accanto a me persone che sorridevano. Dei pescatori tunisini chiamarono i soccorsi, la nave attraccò e delle ong ci diedero cibo, vestiti e riparo. Lavorai per pagare un’altra traversata. Era la sesta volta; dopo 3 giorni in mare giunsi a Malta. Rimasi in un centro per 6 mesi e lì persi la testa; ogni sera chiedevo a Dio perché: perché uomini come noi devono ritenerci nemici? Tante persone che fuggono dalla guerra portano croci simili alla mia.
Dal testo della seconda stazione della Via Crucis al Colosseo del 7 aprile 2023 (Venerdì Santo). Voci di pace da un migrante dell’Africa Occidentale.
IL FILO DI PERLE, a cura di Giampiero Giampieri
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 8 ottobre 2025