BORGO SAN LORENZO – E’ l’ultima omelia del pievano di Borgo San Lorenzo Don Luciano Marchetti, prima della sospensione della celebrazione delle Messe in tutte le chiese. Qualcuno ha avuto la fortuna di ascoltarla, perché la Messa di domenica scorsa delle 8 è stata celebrata, non essendo ancora arrivato l’inivito alla sospensione. L’ha ascoltata Giada Ciampi. Che così l’ha raccontata su Facebook:
Stamani sono andata a messa
Si si
Ci vado
Come vado in un bosco
Come quando contemplo il mare
E come quando mi innamoro di un fiore
O chiedo alle stelle e alla luna
Stamani sono andata ad ascoltare la parola
non perché abbia paura del corona virus
O a chiedere una grazia
E no non funziona cosi
Sono andata
perché temo e combatto il buio, la cattiveria
e il maligno.
(…)
Vado a messa perché a Borgo c’è un mediatore
Tra il cielo e la terra
Speciale
Che quando parla
Parla al tuo io interiore
In maniera
Diretta
Senza filtri
Ed io non riesco a trattenere
Nessuna delle lacrime
Che il mio cuore cela
Don Luciano
E’ un dono, come dice Antonietta
Che lo dice all’ Ilaria che lo dice a me
Siamo donne
Eh si
E quindi ci diciamo tante cose
Oggi Don Luciano,
Grande curatore dell’ anima
Sarto di leggere e avvolgenti parole
In questi tempi grevi
Ci ha parlato della bellezza
E di Ungaretti
Ed ha letto una poesia bellissima
Di un poeta del quale purtroppo non ricordo il nome.
Oggi ci ha ricordato il valore della bellezza,
Che cosa sia
E di quanto siano belle le persone che amiamo
O meglio le persone che amiamo sono quelle che riconosciamo come belle.
Insomma lui l’ ha detto bene
Molto bene
Io meno
Ma l’ ho sentito forte
Vi auguro giornate come queste
Che vi arrivino parole a curarvi
Rametti fioriti per terra
E cielo di un azzurro incredibile
Perché anche al tempo del corona virus
Si può essere accoglienti verso di sé e verso gli altri
Si può sorridere
Riflettere
Telefonare
Smessaggiare
Apprendere e sperare.
Abbiamo chiesto così il testo dell’omelia, e don Luciano ce lo ha inviato. Grati, lo pubblichiamo volentierissimo, perché oggi davvero c’è bisogno di luce, di fede e di bellezza.
Parto da una constatazione evidente: il nostro tempo è ossessionato dalla bellezza. Ogni settimana escono quintali di riviste che ci insegnano come fare per apparire più belli: maschi e femmine; sono rivolte sia agli uomini che alle donne, indifferentemente. Perché? Perché il mondo è dei belli, non c’è niente da fare. Se una persona è bella, è avvantaggiata sul lavoro, è avvantaggiata nella vita; questo è quello che pensiamo.
Ho chiesto a dei bambini – i bambini sono sempre una fonte di verità formidabile –: “Chi è la persona più bella che voi abbiate mai visto?”. Alcuni mi hanno risposto: “La mamma!”; altri mi hanno risposto: “Il babbo!”. Nessuno di loro mi ha dato una terza risposta. Nessuno. Che cosa vuol dire questo? Vuol dire che i bambini intuiscono una verità sostanziale e la verità è che la bellezza è figlia dell’amore.
Chi è bello? Chi ci ama. Ciò che rende bella una persona è l’amore che questa persona ha verso di noi. Allora il punto non è che dobbiamo apparire belli ma, in verità, ci dovremmo preoccupare di essere belli; e per essere belli non dobbiamo far altro che mostrare agli altri il nostro amore. Basta amare per diventare belli. Questo è quello che accade nel Vangelo di oggi: Gesù mostra la sua bellezza. Gesù sale su un “alto monte” e si trasfigura dinanzi a tre dei suoi discepoli. Mostra loro la sua bellezza tutta intera, si fa vedere in tutto il suo splendore. E di fronte a questa bellezza, tutto quello che Pietro, Giacomo e Giovanni possono fare è cadere a terra perché questo è l’effetto della bellezza: la bellezza genera stupore, meraviglia. Il corpo di Gesù è bellissimo perché è un corpo pieno di gloria.
Ora il corpo di Gesù non è tanto diverso dal nostro. Gesù, facendosi uomo, ha preso un corpo come il nostro e se il corpo di Gesù si può trasfigurare vuol dire che anche il nostro corpo si può trasfigurare. Il corpo umano è qualcosa di prodigioso perché non è soltanto un corpo. Il corpo umano è un corpo in cui vive il soffio di Dio. Vi ricordate come Dio crea l’uomo? Cosa fa? Forma una statua di fango – quindi l’uomo è incontestabilmente materia, viene dal fango – ma dentro questo fango c’è il soffio di Dio. E questo cambia tutto. La bellezza di Gesù, il suo splendore, parte da lì, parte dalla sua anima, dal soffio di Dio in Lui.
Guardate gli uomini e le donne che sono pieni di Dio. Non sono bellissimi? Pensate a Madre Teresa di Calcutta. Vi ricordate il volto di Madre Teresa? Un volto devastato dalla fatica, dalla vecchiaia, dalla stanchezza ma quante donne sono state più belle di Madre Teresa? In quel volto c’era una bellezza straordinaria. Vi ricordate il volto di Giovanni Paolo II? Anche lui stanco, sfinito, ammalato eppure trasmetteva una bellezza straordinaria intorno a sé. I volti degli uomini e delle donne che sono pieni di Dio sono così, sono bellissimi. La bellezza nasce dal fatto che siamo abitati dallo Spirito di Dio. Il corpo di Gesù è bellissimo perché è pieno di Spirito Santo. Il nostro corpo può essere bellissimo perché è pieno di Spirito Santo. Questo cammino di trasfigurazione spetta ora a ciascuno di noi. Siamo bruchi che hanno la possibilità di spiccare il volo come farfalle, solo se ne diventiamo consapevoli e viviamo dispensando amore.
Questo è il messaggio della Quaresima. Non per nulla la Chiesa ci fa leggere questo brano evangelico, così pieno di sole e di luce, in questa Seconda Domenica di Quaresima per dirci che tutto quell’armamentario di rinunce, di sacrifici, di fatica che bisogna fare è soltanto la superficie della Quaresima.
Bisogna togliere dalla nostra vita tutta la bellezza falsa e bisogna riempirsi della bellezza vera; dopo aver tolto la bellezza inconcludente e vuota, l’apparenza di bellezza, bisogna, invece, riempirsi della bellezza di Dio, del volto di Gesù. Quando gli apostoli si alzano, l’evangelista Matteo cosa annota? “E videro Gesù solo”. Videro soltanto Gesù. Il segreto, la forza, di queste persone bellissime è che il loro sguardo è costantemente fisso su Gesù e il suo sguardo di riflette su di loro. La fede cristiana, per essere forte e viva, deve discendere da uno stupore, da un innamoramento, da un che bello! gridato a pieno cuore. San Paolo scrive a Timoteo una frase bellissima: “Cristo è venuto ed ha fatto risplendere la vita”. Non solo il viso e le vesti, non solo i discepoli, ma la vita, qui, adesso, quella di tutti. Il suo amore si riflette su di noi e noi diventiamo bellissimi. Ciò che rende bella la nostra vita è guardare Gesù e lasciarsi guardare da Lui. Chi sa fermarsi, guardare, contemplare, ascoltare, pregare con semplicità e profondità, chi si lascia amare e perdonare da Gesù si troverà illuminato. Ungaretti ha creato un verso stupendo che potrebbe benissimo essere fatto proprio da chi contempla Gesù: “M’illumino d’immenso”.
Tenere fisso lo sguardo su Gesù vuol dire questo: uno vive la vita, corre, fa tante cose, ma avendo Gesù negli occhi e nel cuore. Un monaco mi ha regalato un’immagine potente: “Ogni mattina, appena ti alzi, esponi il Santissimo Sacramento nel tuo cuore; – quello che abbiamo in tutte le chiese, il Santissimo Sacramento, cioè la presenza del Signore in mezzo a noi – alla mattina, quando ti alzi, esponilo subito nel tuo cuore. E così trascorrerai la giornata in adorazione”.
Quanti facciamo così? Per quante persone c’è questo rapporto personale, questo vivere davanti al Signore e con il Signore? Ma questo è essere cristiani: avere negli occhi e nel cuore Gesù. A quel punto, il volto di Gesù diventa il nostro volto e noi diventiamo il volto di Gesù per gli altri, come Madre Teresa, come Giovanni Paolo II. Così guardando noi, gli altri potrebbero dire: “Voglio essere come lui, come lei. Mi dà tanta pace. Mi dà tanta bellezza”. Quindi teniamo lo sguardo su Gesù e diventeremo belli come Lui; trasfiguriamo noi stessi nel suo amore – nel suo Vangelo e in quel Pane singolare che è l’Eucaristia – e il mondo intorno a noi sarà trasfigurato.
Termino con una poesia di padre David Maria Turoldo dal titolo Canta il sogno del mondo; una poesia che è un manifesto per trasfigurare il mondo:
Ama
saluta la gente
dona
perdona
ama ancora e saluta
(nessuno saluta
del condominio,
ma neppure per via).
Aiuta
comprendi
dimentica
e ricorda
solo il bene.
E del bene degli altri
godi e fai
godere.
Godi del nulla che hai
del poco che basta
giorno dopo giorno:
e pure del poco
– se necessario –
dividi.
E vai,
vai leggero
dietro il vento
e il sole
e canta.
Vai di paese in paese
e saluta
saluta tutti
il nero, l’olivastro
e perfino il bianco.
Canta il sogno del mondo:
che tutti i paesi
si contendano
d’averti generato.
Don Luciano Marchetti
Pievano di Borgo San Lorenzo
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 Marzo 2020